In questi giorni ho ripreso a leggere uno dei testi fondamentali di Rudolf Steiner “L’Iniziazione: come si conseguono conoscenze dei mondi superiori” e devo dire che, oltre che essere uno dei pochi testi scritti direttamente dall’autore (in genere la maggior parte dei suoi testi pubblicati sono conferenze stenografate) e da lui rivisto ed integrato più volte fino al 1918, si presenta con una chiarezza ed una semplicità di esposizione commovente; è un testo che dovrebbe essere letto da tutti coloro che sono in continua ricerca di strade per il mondo spirituale e per capire meglio il nostro rapporto con gli altri esseri umani e non.
Rudolf Steiner esordisce nel libro citato con questa frase “In ogni uomo esistono facoltà latenti per mezzo delle quali può acquistarsi conoscenze dei mondi superiori.”
Ci dice chiaramente che ognuno di noi, indipendentemente da ogni condizione sociale, se vuole può mettersi sulla strada della conoscenza dei “mondi superiori”, di quei mondi che vivono con noi ed in noi ma dei quali non riusciamo a coglierne le chiavi dell’esistenza
e soprattutto del contatto perché ne abbiamo perso gli strumenti per conoscerlo.
Per fare un paragone Rudolf Steiner dice che la conoscenza occulta è un mistero per l’uomo medio soltanto nel senso in cui la scrittura è un mistero per chi non l’ha imparata, ovvero come chiunque può imparare a scrivere se ha qualcuno che gli insegna, così ognuno di noi può diventare un discepolo od anche un maestro delle discipline occulte se ricerca il proprio maestro.
Con una semplice e chiara differenza, ovvero che mentre la povertà o le condizioni culturali dell’ambiente in cui vive una persona possono essere da serio ostacolo per acquisire l’arte della scrittura o di poter continuare gli studi, d’altro lato per conseguire conoscenze o capacità nei mondi spirituali non esiste nessun ostacolo economico o sociale a chi seriamente le ricerchi.
La difficoltà o meglio la serietà intesa come serietà morale sta proprio in questa ultima affermazione chiarita in maniera esemplare dal nostro Rudolf Steiner “Molti credono che occorra andare in cerca dei maestri della conoscenza superiore per riceverne spiegazioni. In merito vi sono due verità: anzitutto chi aspira seriamente alla conoscenza superiore non temerà nessuna fatica, nessun ostacolo, per cercare un iniziato che lo possa guidare nei segreti superiori del mondo. D’altra parte ognuno può anche essere sicuro che in qualunque caso l’iniziazione gli giungerà, purchè vi sia in lui seria e degna aspirazione alla conoscenza.”
In questa affermazione chiarissima, semplicissima e nello stesso tempo pesantissima in quanto si dice chiaramente che chi si mette alla ricerca dei mondi superiori non dovrà temere nessuna paura e soprattutto che la sua ricerca dovrà essere pulita e senza secondi fini.
Oggi la conoscenza occulta è libera a tutti coloro che vogliano seriamente avvicinarsi ma chi non è pronto e preparato per averla non la potrà mai ottenere.
Ci dice ancora che noi potremmo magari vivere a stretto contatto con un grande iniziato ma non ci accorgeremo mai delle sue facoltà finchè anche noi ci porremo anche sulla strada dell’iniziazione: potrebbe essere un nostro caro congiunto od amico col quale avremo magari ottime relazioni di amicizia od affetto ma non ci dirà mai niente di questo tema finchè noi non saremo maturi e pronti e consci ad accogliere in modo giusto nella nostra anima le sue conoscenze occulte.
Nei tempi antichi i templi per l’iniziazione spirituale erano luoghi ben definiti e conosciuti, oggi questi luoghi non esistono più nel mondo esteriore, non si vedono con gli occhi, sono celati.
Esistono però dappertutto e chiunque cerchi può trovarli: soltanto nella propria anima l’uomo può trovare i mezzi che gli schiudano la parola degli iniziati.
Per fare questo, ci dice Rudolf Steiner, si deve avere un atteggiamento fondamentale dell’anima: “L’occultista chiama questa disposizione di base sentiero della venerazione, devozione di fronte alla verità ed alla conoscenza. Soltanto chi le abbia può divenire discepolo dell’occultismo. Chi ha esperienze in questo campo sa quali tendenze si possono osservare fin dall’infanzia in coloro che diverranno più tardi discepoli dell’occultismo. Vi sono bambini che alzano lo sguardo con santo timore a determinate persone che esse venerano. Il rispetto che sentono per tali persone è tanto grande, che nel più profondo del cuore vieta loro di far sorgere pensiero alcuno di critica o di opposizione. Diventano poi ragazzi e ragazze ai quali fa bene al cuore alzare lo sguardo verso qualcosa che sia degna di venerazione. Dalle file di questi giovani provengono molti discepoli dell’occultismo.”
In questa meravigliosa e chiarissima affermazione ci viene fatto capire quanto sia importante la figura e la presenza dei genitori e la funzione educativa importantissima che ha nei primi anni di vita dei figli nella guida e nell’educazione nel senso di “educere” far venire fuori i talenti di questi esseri che ci sono affidati e come tali devono essere aiutati a crescere anche dal punto di vista spirituale dando a loro esempi che possano venerare e possano essere da base per la loro evoluzione. Chiediamoci se svolgiamo bene il nostro ruolo di genitori e se come figli abbiamo avuto la possibilità di venerare la verità e la conoscenza negli esseri umani a noi vicini.
Sono i buoni esempi a forgiare il bambino, chiediamoci se gli esempi che ha oggi il bambino (genitori, educatori ed adulti in genere, televisione e media) non siano molto spesso strumenti atti a smorzare, a bruciare, nel vero senso della parola, la crescita spirituale dell’individuo e chiediamoci ancora se questo fatto sia casuale o magari voluto…
La venerazione infantile di fronte agli uomini si trasforma più tardi in venerazione di fronte a verità e conoscenza e se questa manca? Preciso che quando si parla di venerazione non si intende la venerazione degli uomini ma della verità e della conoscenza.
Cito ancora a proposito Rudolf Steiner “Se non sviluppiamo il profondo sentimento che qualcosa ci è superiore, non troveremo i noi neppure la forza di svilupparci fino a qualcosa di più elevato. Si può ascendere alle altezze dello spirito soltanto attraverso la porta dell’umiltà. Non puoi raggiungere una giusta conoscenza, se prima non hai imparato a rispettarla. L’uomo ha certo il diritto di fissare negli occhi la luce, ma se lo deve acquistare.”
Con questo Rudolf Steiner non dice che chi non ha sviluppato da bambino la devozione non può ascendere alle conoscenze spirituali ma semplicemente che gli sarà molto più difficile e solo con molta energia ed autoeducazione potrà farlo.
Oggi la nostra civiltà è molto incline a criticare, a giudicare, a dare sentenze e tende molto poco alla devozione, “Ogni critica, ogni giudizio, danneggia le forze dell’anima per la conoscenza superiore, quanto invece le sviluppa la devota venerazione.”Se incontro qualcuno e biasimo le sue debolezze mi tolgo forze per acquisire conoscenze superiori; ne accumulo invece se cerco di approfondire con amore le sue qualità. Gli occultisti esperti sanno di quanta forza vadano debitori al fatto di guardare sempre dal lato buono tutte le cose astenendosi dal giudicare.
La nostra società non sarebbe mai arrivata al punto di sviluppo attuale scientifico, industriale, commerciale e giuridico se non avesse applicato ovunque la sua capacità di giudizio e di critica ma dobbiamo renderci conto che abbiamo dovuto però pagare tutta la nostra civiltà esteriore così conquistata con una corrispondente perdita di conoscenza superiore, di vita spirituale.
Quindi è chiaro che chi è del tutto immerso nella civiltà della nostra epoca incontra gravi difficoltà per arrivare alla conoscenza dei mondi superiori, mentre anticamente, era molto più semplice raggiungere un’elevazione spirituale perché come diceva Rudolf Steiner “In epoca di critica gli ideali si abbassano”.
Una delle cose che spesso hanno interpretato male anche gli antroposofi è il fatto che non si giunge alla conoscenza spirituale con lo studio ma con la vita di ogni giorno, con la vera messa in pratica, in flusso vitale della venerazione, del rispetto, della devozione e dell’ammirazione citate come base fondante per poter attingere al mondo spirituale.
“Chi si avvia alla disciplina occulta, deve rendersi chiaramente conto che essa deve servire a edificare e non a distruggere. Di conseguenza deve avere la volontà di dedicarsi ad un lavoro leale e disinteressato, senza desiderio di critica o di distruggere. Deve essere capace di devozione, perché bisogna imparare ciò che ancora non si sa. Bisogna guardare con devozione ciò che si rivela. Lavoro e devozione sono i sentimenti fondamentali che la disciplina occulta esige dal discepolo. Alcuni si accorgeranno di non progredire nella disciplina per quanto siano convinti di avervi dedicato lavoro indefesso. Ciò dipende dal non aver compreso che cosa si debba intendere per lavoro e devozione. Minimi sono i risultati del lavoro, quando è compiuto per desiderio di successo, così come l’apprendimento seguito senza devozione reca poco vantaggio. Fa progredire solo l’amore per il lavoro, non l’amore per il risultato. Se il discepolo cerca di sviluppare pensieri sani ed un criterio giusto, non deve turbare la sua devozione col dubbio e la diffidenza. Non implica affatto una servile rinunzia all’indipendenza del proprio giudizio quando si riceve un’opinione diversa dalla propria, ma di portarle incontro calma e benevolenza. Chi è arrivato ad un certo grado di conoscenza, sa di non aver raggiunto per virtù di un ostinato giudizio personale , ma per aver ascoltato ed elaborato tutto con calma. Bisogna sempre tener presente che non si impara ciò che si può già giudicare. Se dunque si vuole soltanto giudicare, non si può imparare. Nella disciplina occulta il problema è però imparare. Occorre avere assolutamente volontà di apprendere. Se non si può comprendere qualcosa, è meglio non esprimere un giudizio, anziché una condanna. Comprenderemo in seguito a tempo giusto.”
Ci dice ancora Rudolf Steiner che quando si intraprende questa strada di conoscenza si stenterà a credere che sentimenti come il rispetto, la venerazione e la devozione possano avere a che fare con la conoscenza. Questo avviene perché, soprattutto oggi, si tende a considerare la conoscenza come una facoltà a sé, senza relazione alcuna con ciò che si svolge nella nostra anima dimenticandoci che invece è l’anima che conosce il mondo e ciò che ci sta attorno e per l’anima i sentimenti sono ciò che per il corpo sono gli alimenti quotidiani: se al corpo si danno pietre invece di pane la nostra attività vitale cessa. Così è per l’anima, perché la venerazione, il rispetto e la devozione sono sostanze nutrienti che la rendono sana e forte; forte innanzitutto per sviluppare l’attività della conoscenza. Invece al contrario l’irriverenza, l’antipatia, l’insufficiente valutazione di chi è degno di stima determinano la paralisi e la morte dell’attività conoscitiva spirituale.
Per migliorare ancora occorre oltre a sviluppare il sentimento della devozione aggiungere un altro sentimento: imparare ad abbandonarsi sempre meno alle impressioni del mondo esteriore ed a sviluppare una attiva vita interiore. Chi corre a cercare sempre distrazioni, passatempi non troverà mai la via della conoscenza spirituale così come se chi è dotato di sentimenti e di animo profondo attraversando un bel bosco sperimenterà emozioni ben diverse da chi sia più superficiale nei sentimenti.
Osservando un fiore, un animale, una pietra o scrutando il mare, ognuna di queste azioni ci rivelerà segreti insospettati, avremo nuove impressioni del mondo con occhi completamente diversi da prima.
Chi invece vuole solo godere delle varie impressioni che si succedono, attutisce la propria capacità conoscitiva e questo ci fa capire come sempre più il mondo di oggi, vedi la fiaba del pifferaio magico, ci porta soggiogandoci in tutt’altre direzioni da quelle umane.
Chi, invece dopo aver goduto, lascia che il godimento gli riveli qualcosa, coltiva ed educa la propria capacità conoscitiva.
Occorre dire che questi tentatori dell’anima, oggi sempre più forti e suadenti, sono anche necessari per una “iniziazione” dell’anima, sono strumenti da conoscere e capire per esempio per non rifuggire il godimento, perché si diventa allora come una pianta che non è più capace di attirare dall’ambiente circostante alcuna sostanza nutritiva, una pianta “chimica” o peggio ancora “OGM”,
mentre considerare il godimento come un mezzo per nobilitarsi per il mondo, aiuta chi è sulla strada della conoscenza.
Il godimento è un messaggero che ci istruisce sulla vita, in quanto l’insegnamento ricavato dal godimento ci serve per progredire nel lavoro. Non impariamo per accumulare tesori di sapienza solo per noi ma per mettere ciò che abbiamo imparato al servizio del mondo.
Oggi conta solo il risultato, come nelle gare solo chi vince è importante, solo chi ha i soldi è un grande, solo chi è bello e giovane vale, invece per essere in tema di Olimpiadi, come diceva De Cubertin “L’importante è partecipare” che in questo caso è vicino alla visione antroposofica, non è importante arrivare al risultato ma importante è il lavoro che si fa per giungere al risultato perché appena arrivati al risultato inizia un altro lavoro…quindi cerchiamo di riscoprire l’importanza del lavoro che facciamo ogni giorno e rispettiamo e cerchiamo di capire senza giudicare quello degli altri…e forse troveremo le chiavi per aprire altri mondi.
Usando una bella frase sintetica di Rudolf Steiner da dare in pasto alla nostra anima potremmo dire “Ogni idea che non diventa per te un ideale, uccide una forza della tua anima; ogni idea invece che diventa un ideale, crea in te forze vitali.”
Ivo Bertaina
Condividi su