BREVE STORIA E NOTE BOTANICHE SULLA PIANTA
albicoccoL’albicocco (Prunus armeniaca) appartiene alla famiglia delle Rosacee, genere Prunus, specie Prunus armeniaca. La pianta è di origine cinese, poi diffusasi nella zona centro-asiatica e caucasica. Introdotta in Italia e Grecia dai romani e diffusa nel bacino mediterraneo dagli arabi (Albicocco deriva dalla parola araba Al-barquq). Allo stato selvatico nei pasi originari della Cina può raggiungere i 13 metri di altezza.
L’albicocco è un alberello a foglia caduca la cui chioma viene tenuta sotto i 3/4 metri di altezza per agevolarne la gestione. La chioma è ad ombrello, con tronco di colore tendente al rossiccio e rami sottili e leggermente contorti. Le foglie sono liscie, allungate/ellittiche, con punte acuminate e margine seghettato e piccioli rosso violaceo. I fiori sono singoli, ma sbocciano a gruppetti situati all’attaccatura delle foglie. Variano dal bianco ad un delicato colore rosato. Hanno 5 sepali e petali e molti stami eretti. La pianta viene normalmente impollinata dagli insetti pronubi. I frutti sono di forma allungata o tondeggiante e di colore arancione-rossiccio, hanno una dimensione tra i 3,5 e i 6 cm ed una buccia leggermente vellutata. Presenta un seme singolo, che somiglia ad una mandorla.

ESIGENZE
Si tratta di una pianta con esigenze climatiche ben precise: da una parte fabbisogna di freddo, pena la presenza di anomalie fiorali e cascola; dall’altra avendo una fioritura precoce è soggetto a danni da ritorni di gelate, nel periodo primaverile. I fiori hanno infatti una scarsa resistenza alle gelate con –1 °C come temperatura soglia.
Un altro fattore limite è rappresentato sicuramentee anche dall’eccesso di umidità nel terreno e nell’aria, con una notevole sensibilità ai funghi. Inoltre è sensibile all’asfissia radicale.
Predilige suoli ben drenati e profondi.

IMPIANTO
Il  terreno deve essere ben lavorato. L’albicocco non presenta particolari esigenze nutrizionali, anche se una dotazione minima, ma equilibrata, risulta fondamentale. In caso di ristagni è opportuno drenare con canalizzazioni.
Si adottano normalmente forme espanse, non appiattite. Le forme di allevamento più diffuse sono il vaso a tre branche, il vaso semilibero a 4-5 branche, il vaso ritardato, in caso di impianti a densità normale (sesti da 5×3 m e oltre per zone poco esposte), ed il fusetto per impianti ad alta densità, con sesti 4×2 m.
Gli interventi iniziali consistono in cimatura dei germogli in fase di allevamento e  potatura leggera nei primi anni per non stimolare l’attività vegetativa e favorire la precoce messa a frutto, dando prevalenza agli interventi estivi rispetto a quelli invernali.

LAVORAZIONI
La potatura di produzione consente il ricambio annuale di una quota adeguata di legno fruttificante. Consente una produzione costante e l’eliminazione dei rami ammalati o deperiti, al fine di ostacolare l’attacco dei parassiti.

FERTILIZZAZIONE
Non presenta particolari esigenze nutrizionali.

PRODOTTI
Le albicocche sono frutti deperibili e vanno consumate entro pochi giorni. Per la conservazione vengono essiccate, sciroppate o congelate. Diffusa è la trasformazione in succo, marmellata e gelatina.
Il seme dell’albicocca, detto armellina, ha un retrogusto gradevolmente amarognolo ed è impiegato in pasticceria a scopo unicamente aromatico poiché contiene un derivato dell’acido cianidrico, tossico ad alte dosi, in particolare per i bambini.

CURE CULTURALI
È importante evitare ristagni nel frutteto.
Viene spesso praticato il diradamento, che va eseguito alla fase dell’indurimento del nocciolo. In genere si mantiene un rapporto di 30-50 foglie foglie e frutti.

IRRIGAZIONE
Non necessaria in tutte le zone, per evitare eccessi vegetativi e stimolare attacchi fungini, è comunque auspicabile in climi e periodi siccitosi. Le fasi critiche sono all’inizio della primavera e prima del raccolto, quando i frutti crescono rapidamente.

AVVERSITA’
Tra i fattori abiotici il principale è rappresentato dalle gelate in fioritura, essendo molto precoce. In molti areali  è necessaria una protezione, costituita ad esempio da un’irrigazione a pioggia sopra chioma.
Tra le malattie ricordiamo il virus della Sharka o vaiolatura ad anello, diversi funghi quali Monilie (Monilia laxa e Monilia fructigena), Corineo (Coryneum beijerinckii),  Oidio o mal bianco (Podosphaera tridactyla), Antracnosi (Glomeralla singulota) e batteriosi, quali Xanthomonas campestris e  Pseudomonas syringae.
I parassiti animali più importanti sono la Mosca della frutta (Ceratitis capitata), Cidia (Cydia molesta), tignola del pesco (Anarsia lineatella), Cocciniglia di San Josè (Comstockaspis perniciosa), Cocciniglia bianca (Diaspis pentagona), Afide verde (Myzus persicae), Afide farinoso (Hyalopterus pruni).

PRODOTTI PER LA DIFESA
Per limitare gli attacchi di malattie crittogamiche sono fondamentali idonee scelte varietali e di ambienti vocati; un ulteriore aiuto è rappresentato dall’irrorazione con decotto di equiseto.
Per le principali malattie fungine, in particolare Monilia e  Corineo, è importante eliminare con la potatura i rametti colpiti e le mummie e che la chioma sia ben arieggiata. Trattare inoltre con prodotti rameici a caduta foglie e a fine inverno.
La  Sharka si contrasta utilizzando materiale sano e cultivar resistenti all’impianto ed eliminando le piante infette oltrechè contenendo la presenza dell’afide vettore.
Per gli attacchi di parassiti animali è importante l’adozione di pratiche preventive, in particolare evitare fertilizzazioni troppo ricche di azoto, ed effettuare trattamenti con estratti ad azione repellente (ortica per gli afidi) o insetticida (saponi, silicato di sodio, quassio, piretro, Bacillus thuringiensis per i lepidotteri).

PRODUZIONE E RACCOLTA
Le stagionalità di raccolta sono Giugno, Luglio, Agosto.
Gli albicocchi sono abbastanza precoci e cominciano a fruttificare già dal secondo anno, ma la piena produzione non inizia prima del terzo/quinto anno.
La completa maturazione in genere avviene a 70 – 120 giorni dalla fioritura, a seconda della stagione e della cultivar. La pelle del frutto è sensibile alle ammaccature. La raccolta meccanizzata è quindi idonea principalmente ai frutti destinati alla trasformazione.

VALORI NUTRIZIONALI
Il frutto ha un contenuto di circa 40 calorie e 360 microgrammi di Vitamina A in retinolo equivalente ogni 100 grammi di peso. Oltre ai carotenoidi, precursori della vitamina A, è ricco di vitamina B, C, PP. È inoltre ricco di magnesio, fosforo, ferro, calcio, potassio. È quindi particolarmente adatto a chi è anemico, depresso o cronicamente stanco. Contiene anche sorbitolo che conferisce proprietà lassative.

FAMIGLIA E VARIETA’
È importante che nella scelta della cultivar si valuti attentamente l’ambiente di coltivazione in termini pedoclimatici. Tra le più diffuse la Diavole (con portamento vigoroso e longeva, il colore dei frutti presenta una pigmentazione rossastra),  Thyrintos (precoce, con frutti di grande pezzatura, sensibile alla moniliosi), Preole (poco vigorosa e piccola pezzatura dei frutti), Reale di Imola (matura nel mese di luglio, presente un frutto di pezzatura media, con maturazione scalare), Pindos (varietà precoce, inizio raccolto verso la fine di maggio, poco vigorosa), Valleggina (matura tra la fine di giugno e l’inizio di luglio e presenta un frutto con pigmentazioni rosse), Amabile Vecchioni (pezzatura grande, maturazione a fine giugno, più adatto ai climi freddi), Ninfa e Vitillo (dotate di ottima adattabilità), San Castrese, Cafona e Monaco.
Per i portinnesti vi sono diversi albicocchi e susini, trattandosi di specie affine. Il “Franco”, il “Manicot” ed il “Mirabolano” sono i più diffusi.

TRATTAMENTI BIODINAMICI
Oltre all’irrorazione dei preparati da spruzzo all’impianto e in produzione, l’apporto di sostanza organica opportunamente compostata tramite cumulo biodinamico consente di limitare squilibri nella crescita, importantissimo per una corretta maturazione, ed i conseguenti attacchi di parassiti.
È consigliabile eseguire l’inzaffardatura del materiale di propagazione con terra mescolata a cornoletame 500 o con pasta per tronchi biodinamica diluita.
Nutrire e curare la corteccia del tronco e delle branche principali con pasta per tronchi biodinamica aiuta a mantenere la pianta sana e limitare gommosi e moniliosi.

USO DEL CALENDARIO BIODINAMICO
Per preservare la qualità e serbevolezza  effettuare la raccolta in giorni di frutti.

Giulio Moiraghi

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