LA CRISI FINANZIARIA GLOBALE E L’ITALIA
DI STEFANO DI FRANCESCO E FABIO CONDITI
Comedonchisciotte
Lo scopo di questo breve articolo è quello di evidenziare alcune falsità che troppo spesso sono state date in pasto all’opinione pubblica per spiegare l’origine della crisi finanziaria globale ed il suo meccanismo di propagazione al debito sovrano.
La versione ufficiale, in buona sostanza, ci racconta che a partire dal 2007 :
– l’origine della crisi è fondamentalmente da ricercarsi nel mancato pagamento delle rate dei mutui e prestiti subprime negli USA, che hanno messo in difficoltà le banche che avevano erogato questi finanziamenti;
– successivamente, lo spettro del default ha colpito il debito sovrano di quei paesi che avevano un livello del rapporto Debito/PIL elevato, iniziando dalla Grecia per poi estendersi ad altri stati, Italia compresa.
Questa versione ufficiale è semplicemente falsa.
Vi sembra credibile che nel 2007/2008, a fronte di un sistema bancario globale con impieghi per 142.000 mld di dollari, siano bastati appena 400 mld di titoli incagliati (0,28% del totale) per bloccare il credito, far saltare il mercato interbancario globale, costringendo le banche centrali ad iniettare migliaia di miliardi di liquidità? Come è possibile poi, che le banche abbiano subito perdite nella capitalizzazione di borsa per il 90%, il 95% del loro valore?
Se si vogliono realmente indagare le cause che hanno portato alla più grave crisi del sistema finanziario globale dal dopoguerra ad oggi , è necessario focalizzare l’attenzione sul credito bancario e sulle sue modalità di creazione.
Le crisi finanziarie derivano dall’instabilità strutturale del sistema monetario, che dovrebbe essere controllato e gestito dalle Banche Centrali, mentre invece esse rivestono un ruolo secondario nella creazione del denaro.
Come disse Marvyn King, Governatore della Banca d’Inghilterra, nel 2012 :
“Quando le banche erogano prestiti ai clienti, creano il denaro accreditandolo sui loro conti. Nella creazione di moneta, quindi, il ruolo di gran lunga maggiore è quello delle banche private.”
Il meccanismo d’indebitamento sul quale poggia tutto il sistema finanziario globale, risulta essere fonte di gravi instabilità che limitano il progresso, il benessere e l’equa redistribuzione della ricchezza.
Infatti nella zona euro, a fronte di circa 1.150 mld di euro di banconote e monete metalliche create dalla Banca Centrale Europea, la moneta bancaria creata dal nulla dalle banche quando fanno prestiti, cioè il credito bancario, ammonta a circa 35.000 mld di euro.
Considerato che la moneta bancaria si basa sul presupposto che il prestito venga interamente restituito con gli interessi e che se questo non avviene la banca fallisce, questo fatto costituisce il primo elemento di instabilità del sistema monetario.
Il secondo fattore di instabilità è la tendenza delle banche ad utilizzare questo denaro creato dal nulla nei mercati finanziari e nelle bolle immobiliari, per loro natura instabili e rischiose soprattutto se erogati a soggetti ad “alto rischio” , perché più redditizie rispetto agli investimenti nell’economia reale, che normalmente sono caratterizzati da maggiori garanzie e controlli e da una minore volatilità dei prezzi.
Il problema è stato in primo luogo, amplificato dal comportamento fraudolento del sistema bancario, che dopo aver fornito prestiti a soggetti ad “alto rischio” come quelli dei mutui subprime, si è parzialmente tutelato cartolarizzando questi debiti e rivendendoli ad altri investitori.
Ma il sistema è stato ulteriormente reso ancor più instabile, dalla creazione di prodotti finanziari derivati, che scommettevano sulla tenuta o meno dei mutui subprime cartolarizzati, ma con importi ancora più elevati.
Al sistema bancario tradizionale così congegnato, si è venuto affiancando un altro sistema bancario “ombra”, il cosiddetto shadow banking system, basato su una varietà di veicoli di investimento con elevata leva finanziaria, di conduits (enti societari costituiti ad hoc) e di altre strutture al di fuori del sistema bancario. A differenza delle banche tradizionali, che si finanziano prevalentemente attraverso i depositi creati dal nulla con i prestiti e hanno accesso, se necessario, alla liquidità di banca centrale, queste “banche ombra non regolamentate” creavano moneta attraverso prestiti garantiti da prodotti finanziari, esponendosi al rischio di dovere vendere forzosamente e a prezzi ridotti le attività in portafoglio nei casi di instabilità del mercato.
Il sistema bancario tradizionale e quello ombra, con i loro rispettivi meccanismi di creazione di denaro dal nulla, sono la vera causa della crisi finanziaria, che poi si è riflessa nell’economia reale riducendo la sua liquidità ed il suo credito.
Nel sistema bancario tradizionale la moneta bancaria, cioè il credito bancario, vengono creati dal nulla quando la banca fa un prestito, ricevendo in garanzia la promessa che il prestito sarà restituito con gli interessi, nella maggior parte dei casi pretendendo come garanzia l’ipoteca di beni reali, quindi il rischio è legato alla effettiva valorizzazione di quel bene nel momento che dovrà essere venduto.
Nel sistema bancario ombra, una tipica transazione si sviluppa in questo modo: un fondo hedge acquista 1 milione di euro di BTP o di mutui cartolarizzati e li gira Goldman Sachs che, a sua volta li presta a Credit Suisse, che infine li gira ad una assicurazione od ad un Fondo monetario od ad un fondo sovrano. Il fondo hedge, GS, Credit Suisse ottengono tutti e tre un milione di euro di credito, moltiplicando per tre il valore iniziale dato “in garanzia”, mentre i fondi sovrani, le assicurazioni , i fondi monetari sono quelli che in pratica prestano denaro reale.
Esiste quindi, in parallelo al sistema bancario tradizionale, un altro sistema non visibile al pubblico, poco conosciuto che coinvolge una dozzina di mega banche, qualche centinaio di fondi hedge, grandi assicurazioni, mega fondi e fondi sovrani. Tra questi operatori si creano una catena di prestiti in cui si reipotecano “safe assets” (in genere titoli di stato, ma anche altre tipologie di asset come mutui cartolarizzati con rating elevati) come pegno, in prestiti che durano da qualche giorno ad alcune settimane ed in cui i titoli a garanzia possono essere utilizzati più volte, aumentando notevolmente il rischio su tutta la moneta creata con questo sistema.
La dimensione del sistema bancario ombra è passata da 26 mila mld. di dollari ($) nel 2002 a quasi 67 mila mld. di $ nel 2011 ( pari al 111% del PIL mondiale!!), per poi ridursi, secondo gli ultimi dati ufficiali del novembre 2015 dell’FSB, a circa 36 mila miliardi di dollari a fine 2014.
Il motivo per cui la crisi finanziaria globale ( CFG) si è sviluppata, risiede nella natura instabile di tutta la moneta che circola nel sistema economico a partire da quella legale emessa dalle Banche Centrali, sia quella creata dal nulla con i prestiti dalle banche tradizionali, sia quella creata dal nulla dal sistema bancario ombra, utilizzando più volte gli stessi titoli finanziari a garanzia della moneta creata.
Il problema è che la stragrande maggioranza della moneta che circola nel nostro sistema economico globale, viene creata dal nulla con il debito, avendo però come garanzia beni reali o finanziari la cui variabilità di valore rende tutto il sistema fortemente instabile e potenzialmente sempre a rischio di crollo.
Questo costringe le Banche Centrali ad intervenire a sostegno del sistema bancario e finanziario tutte le volte che una riduzione del valore dei beni reali o finanziari posti a garanzia del denaro creato dal nulla, produce una crisi di fiducia e liquidità del sistema finanziario globale.
L’enorme massa di debito creato congiuntamente, sia dal sistema bancario tradizionale che da quello ombra, necessita per poter funzionare di investimenti sicuri (safe assets), in grado di garantire un buon rendimento e zero rischi.
Si comprende dunque ora, perché vi sia così tanta attenzione e pressione sull’Italia da parte della finanza globale, affinché prosegua sulla via dell’austerità e del pareggio di bilancio.
Il compito dell’Italia è oggi quello di continuare a produrre BTP, un investimento sicuro utile alla proliferazione dello shadow banking system, che li impiega come moneta di base. Il debito pubblico è funzionale al sistema finanziario; occorre produrre BTP “sicuri” da collocare sul mercato per remunerare investitori.
Nel 2011, quando i BTP italiani persero il 25% del loro valore, si creò una situazione analoga a quella del 2008 e si rese necessario un intervento delle banche centrali, che tramite varie tipologie di programmi, crearono miliardi di dollari per sostenere la crisi di fiducia e liquidità del sistema finanziario globale.
La BIS, nel paper 399 del Dicembre 2012, afferma che “Perchè il debito pubblico rimanga una risorsa sicura, il governo deve rimanere solvente. Questo lascia aperta la questione di come le autorità monetarie possono aiutare le autorità fiscali a rimanere solventi. La visione convenzionale è che le autorità monetarie dovrebbero concentrarsi interamente sulla stabilità dei prezzi e lasciare che il governo regoli la politica fiscale condizionato da un basso signoraggio. L’alternativa sarebbe quella di monetizzare il debito del governo, che sostituirebbe un evento negativo (default) con uno peggiore (alta inflazione)”
E’ chiaro che per produrre debito pubblico è necessario avere deficit annuali, cioè spendere più di quello che si incassa attraverso la tassazione; questi deficit però, potrebbero essere eccessivi e creare dell’inflazione (che deriverebbe da un aumento della domanda interna) od anche condurre ad una svalutazione della moneta, cosa che renderebbe i bonds governativi non più sicuri a causa delle eventuali perdite sul cambio.
Quindi da una parte ci vogliono tutti questi titoli come i BTP altrimenti il sistema finanziario ne soffre, dall’altra però i governi devono assicurare agli investitori finanziari che comprando questi bonds non avranno perdite dovute a inflazione e svalutazione.
L’unica via per giungere a questo risultato è fare come l’Italia !
Occorre in primis, un bel debito pubblico come quello italiano, che costa un 4- 5% di PIL di interessi l’anno; in secondo luogo, lo Stato deve spendere meno di quello che incassa verso i cittadini italiani (impoverendoli), perché così garantisce agli investitori finanziari che non ci sarà inflazione ed infine, restando nell’Euro, non soffriranno alcun rischio di cambio.
Dato che questi bonds devono rendere ogni anno, ma senza rischio per gli investitori, il Governo deve fare un avanzo di bilancio “primario” (T – G > 0) , in modo da non inflazionare neanche un poco l’economia reale e rimanere dentro l’Euro che a differenza della infida Lira, garantisce gli investitori offrendo un rendimento reale senza rischio di cambio.
Questo concetto, questo piano potremmo dire, discusso apertamente tra i banchieri centrali di tutto l’occidente ed i rappresentanti dei mega fondi, richiede per l’Italia l’austerity ad oltranza e rimanere nell’Euro. Perché senza bonds come i nostri BTP, che sono il terzo mercato al mondo per dimensione del debito pubblico, la piramide del mercato finanziario globale non funziona.
Oggi ognuno nell’economia globale ha un suo ruolo: gli americani hanno quello della polizia internazionale, i tedeschi producono macchinari complicati e veicoli di lusso, i cinesi producono quasi tutte le merci di bassa- media qualità, i giapponesi esportano tecnologia e l’Italia produce BTP!
Sotto l’innocente apparenza del discutere “come far funzionare meglio il mercato finanziario” (che parrebbe essere l’unico vero problema dell’umanità ) nel paper della BIS si teorizza apertamente che lo Stato è al servizio della rendita finanziaria, che la sua funzione è garantire che chi ha soldi li possa accumulare senza rischio, vivendo di rendita, senza usarli nell’economia od investirli in qualche cosa di reale.
Il governo italiano, dal Novembre 2011 in poi, osserva in maniera assoluta le indicazioni che provengono dal sistema finanziario globale, imponendo tasse che strangolano l’economia reale e realizzando Avanzi Primari consistenti ( nel 2019, l’Avanzo Primario stimato dal Governo dovrebbe essere del 3,4% del PIL, più di 60 miliardi di euro sottratti all’economia reale!).
La ripresa economica fin quando si seguiranno queste linee d’azione demenziali, è e resterà un miraggio.
Stefano Di Francesco
Esperto economico e finanziario
Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Moneta Positiva
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva
www.monetapositiva.it