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BioPensieri Aprile 2024 | Chiese e sacerdoti

Abbiamo la consuetudine di pensare che le chiese, intese come edifici luoghi di culto, ed i sacerdoti, intesi come uomini che ne svolgono la custodia, siano la stessa cosa, ma non è assolutamente così. La chiesa è la casa terrena manifesta di Dio, potremmo chiamarla un’“ambasciata sulla terra”, fra l’altro costruita grazie alle donazioni ed al lavoro dei fedeli, e il sacerdote ne è il suo custode, protempore. In ogni chiesa si sono succeduti molti sacerdoti, spesso anche con idee molto diverse l’uno dall’altro, e in base alla sua età ed alla sua storia, sono entrati ed hanno pregato nel tempo migliaia o milioni di uomini diversi, magari anche noi stessi in una precedente incarnazione. Io per un periodo abbastanza lungo non sono entrato nelle chiese, se non per visitarle come opera d’arte e mi sono “privato” delle grandi qualità spirituali, magiche e taumaturgiche di queste “ambasciate divine sulla terra” perché pensavo, a torto, che fossero le case, le espressioni fisiche, dei sacerdoti e del papato.

Perché si sono costruite le chiese? Perché durano nel tempo, perché in quel luogo ci sono energie particolari, quasi sempre costruite su precedenti templi che chiamavano pagani, anche se chi crede e si relaziona col mondo spirituale non può essere denominato “pagano”. L’elemento basilare della chiesa è la pietra, l’elemento più duro del regno minerale, al quale si è data la forma per poter contenere lo spirito: la pietra altro non è che una densificazione dell’etere, un pensiero materializzato. Come il ghiaccio è solo acqua solidificata, così la pietra è un pensiero di Dio solidificato, come tutte le cose create sono pensieri di Dio solidificati. Quando l’Io superiore dissolve però tutte le cose, solo allora nell’uomo vivono i pensieri di Dio. E poi quando col tempo l’Io si è tessuto di questi pensieri, allora questi diventa più sottile dell’etere. Non permangono le sostanze più dense, ma permangono solo le sostanze più sottili, e questo ci dà anche il vero significato della morte, della vecchiaia e della sofferenza.

E cosa rappresenta, o per meglio dire cosa dovrebbe rappresentare, il sacerdote? Rappresenta l’uomo con un Io superiore purificato, un uomo che dovrebbe avere pensieri luminosi più sottili dell’etere: ma purtroppo questo non è automatico, diventando sacerdote, e non avviene sempre, anzi non avviene quasi più, anche perchè il potere papale non desidera affatto questo.

Noi formiamo il corpo spirituale entro il nostro corpo esteriore, creatoci dagli Dei. Il nostro Io vi ci entra con ogni inspirazione e ve ne esce con ogni espirazione, come noi entriamo ed usciamo dalla chiesa. Regolando il respiro e concentrandoci su diversi punti del nostro corpo, come ci ha suggerito Rudolf Steiner, procuriamo, prepariamo, alleniamo per il nostro corpo spirituale le forze che gli servono per la sua costruzione, per la sua edificazione. Steiner ci ricorda che l’Io stesso è in stretta relazione con il punto nella parte anteriore della testa, dietro ed un poco sopra la radice del naso, che il pensare è in relazione con la laringe, che il sentire è in relazione con le nostre mani e che il volere è in relazione con i piedi e con tutta la parte inferiore del corpo. Se con l’aiuto di un respiro regolato, attraverso il nostro corpo scorrono armonicamente queste forze, allora edifichiamo il nostro corpo spirituale e lo facciamo diventare una vera chiesa vivente. Il nostro corpo fisico ce lo ha edificato Dio, il nostro corpo spirituale possiamo e dobbiamo edificarcelo da noi stessi.

Il vero sacerdote dovrebbe ricordarci questo ed educarci attraverso esercizi legati a questi punti sopra espressi, ma questo non succede. Oggi la presenza del sacerdote non è più necessaria per tutti gli uomini, ci sono uomini che possono diventare sacerdoti di loro stessi e ci sono uomini che hanno ancora bisogno del sacerdote esterno che faccia da tramite con gli Dei: è un po’ come un essere che abbia il suo Io individuale, il suo spirito, ed “un’anima di gruppo” di esseri umani: la chiesa cattolica, ed anche altre chiese infatti desiderano e aspirano ad avere anime di gruppo umane (simil animali) e non ad aiutare l’espressione individuale dell’Io.

La chiesa stessa in ogni caso può diventare un esempio della trasformazione che avviene in noi, per questo è molto utile andarvi e meditare, respirare e fare esercizi nelle belle chiese, soprattutto in quelle più antiche, perché lì vivono ed operano gli Dei.

Nell’Opera Omnia 180 Steiner dice questo sulla missione del papato cattolico, ovvero del compito dei sacerdoti: “La missione del papato nella chiesa cattolica consiste essenzialmente nell’impedire all’Europa di riconoscere che cosa sia in realtà l’impulso- Christo. Più o meno consapevolmente, si tratta di fondare una chiesa che si ponga come obiettivo quello del fraintendimento più completo dell’autentico impulso cristiano, quello di non far giungere alla gente il reale impulso del cristianesimo. Infatti, ogni volta che si è tentato di mettere in primo piano un qualsiasi elemento che contenesse maggiormente l’impulso cristiano, ad esempio quello di Francesco d’Assisi o simili, esso venne certamente utilizzato, ma non accolto nella vera e propria struttura di potere della chiesa.”

Il Christo ci ha messo 30 anni per preparare il finissimo e luminosissimo corpo di Gesù, la sua chiesa terrena, e dopo altri tre anni ha insegnato l’unico modo per rieterizzare la materia e farla diventare immortale ed incorruttibile, ovvero come far diventare la sostanza fisica sostanza eterica. Purtroppo molti esseri umani vedono la vita del Christo come un film, come una bella storia; invece è un’immagine vivente, un percorso reso manifesto per tutti gli esseri umani, che noi possiamo decidere liberamente di percorrere o no.

Per questo le chiese oggi sono delle immagini visibili di come può diventare il nostro corpo spirituale e noi stessi possiamo diventare, se lo vogliamo, i sacerdoti della nostra chiesa: ovvero iniziare il percorso di formare il nostro Io ed eterizzare il nostro corpo fisico: il tempo è maturo per iniziare!

Ivo Bertaina

 

 

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