settembre 2010

I PREPARATI BIODINAMICI: USO, SOTTOUSO, DISUSO, NOVITA’ E SPERANZE DI UN DISILLUSO

Ho avuto la fortuna di conoscere l’agricoltura biodinamica alla fine degli anni ’80, quando stavo pensando di chiudere la mia carriera di musicista e di dedicarmi all’agricoltura. Molte persone sicuramente sarebbero state più contenti che avessi continuato a suonare…infatti, anche se non se se sono accorti, anche se in altra forma sto continuando a suonare ed anzi i miei trascorsi musicali mi sono stati molto utili nell’approccio all’agricoltura biologica e biodinamica.

Uso
All’inizio degli anni ’90 dopo aver seguito i primi corsi di agricoltura biodinamica iniziai ad usare i preparati ed anche ad allestirli.
Mi ricordo con piacere le prime dinamizzazioni: allora si facevano in gruppo, eravamo spesso in 10 – 12 persone e dandoci il cambio nel dinamizzare e si usavano 300/350 grammi di corno letame e 4-5 grammi di 501 in 60 litri di acqua per ettaro e si dinamizzava a mano in un contenitore di legno.
Nella mia zona avevo creato un gruppo di produttori biodinamici ed oltre ad allestire i preparati si dinamizzava assieme e poi ognuno (abitavamo nel raggio di 20 minuti) si portava a casa il prodotto da spruzzare.

Dopo il 2000 per vari motivi di lavoro che aumentava tra associazione, figli che arivavano ed altro non ho più allestito i preparati. Poi dal 2005, ho pensato che una associazione che vuole diffonde la biodinamica e non allestisce e distribuisce i preparati biodinamici e non da assistenza tecnica ai soci, come accade ancora purtroppo ancora oggi in altre vecchie e rattrappite realtà, è un po’ povera di contenuti ed ho deciso di riiniziare ad allestire i preparati.
Nel frattempo aveva preso piede l’uso dei preparati di Podolisky , il 500 K, e le dosi ed i modi di dinamizzazione cambiavano. 100 grammi di 500 K per ettaro in 30 litri di acqua e si dinamizza non più in gruppo ma lo fa la stessa persona per tutta l’ora, poi sono nati i primi dinamizzatori meccanici che venivano visti allora dai vecchi biodinamici come una “pestilenza meccanica”!
Senza contare che in questi ultimi 20 anni sono ancora peggiorate le condizioni di vita della Terra e dell’uomo grazie ad inquinamenti vari, pesticidi, onde radio, ogm etc. etc., ma sono piccoli dettagli che interessano poco…

Sottouso
Ultimamente ho visto e letto, con mio forte stupore, che chi allestisce e distribuisce i preparati biodinamici vende ed indica come dose di cornoletame per un ettaro 100 grammi e sinceramente sono molto stupito della cosa… in quanto penso che stiamo andando verso un’agricoltura biodinamica quasi omeopatica…. Oppure per meglio dire “genovese”…
Sono dell’idea, e non solo io, in quanto ne abbiamo parlato nell’ultima riunione nazionale di Agri.Bio.Italia con Michele Baio e Mauro Carlin (che sicuramente non sono gli ultimi arrivati in biodinamica) che soprattutto per un’azienda che inizia a far biodinamica occorrerebbe usare non 100 grammi ma almeno 3-400 grammi per le prime spruzzature e sono convinto che la dose di 200 grammi di cornoletame sia il minimo da usare per le aziende che già fanno biodinamica.
La dose da 100 grammi di cornoletame per ettaro è da usare semmai per le aziende che facciano biodinamica da oltre quattro o cinque anni e che la facciano bene e con serietà.
Quindi è inutile dire che mancano le corna od altro e prendere in giro chi si avvicina alla biodinamica e rischiare insuccessi nel funzionamento del metodo biodinamico con queste dosi “omeopatiche” ma occorre semmai studiare soluzioni ai problemi esistenti.

Diversi studiosi non solo biodinamici importanti ed attenti, hanno detto e ripetuto che le condizioni della salute della terra stanno peggiorando, non ultimo ed “invisibile” l’aumento esponenziale delle stazioni di onde radio di ogni tipo che impediscono ormai di fatto agli influssi cosmici di giungere sulla superficie della Terra creando un “bozzolo” impermeabile attorno al pianeta, mentre noi impareggiabili “coglioni biodinamici” per aiutare la Terra diminuiamo le dosi dei preparati che aiutano gli esseri elementari a fare il loro lavoro!!!
Occorre studiare molto antroposofia e perseverare per arrivare a questi risultati!

Proprio per questo Agri.Bio ha deciso di cambiare radicalmente la tabella delle dosi dei preparati biodinamici che distribuisce:
Cornoletame:
per il primo anno 350 grammi per ettaro (considerando che il primo anno si facciano almeno 3 trattamenti)
per chi già fa agricoltura biodinamica 200 grammi per ettaro
Cornosilice:
5 grammi per ettaro
Preparati da Cumulo:
3 grammi per dose (dal 502 al 507)

Un altro elemento importante è la qualità dei preparati biodinamici che ci sono in commercio. Chi mi dice che è buono, che è di qualità?
Certamente un bravo agricoltore biodinamico lo sa riconoscere da un esame visivo, olfattivo e tattile ma non tutti hanno queste doti affinate ed in giro in questi 20 anni ho visto di tutto…
Per questo motivo Agri.Bio, fa per ogni preparato biodinamico una cristallizzazione sensibile (ripetuta ogni sei mesi) che sarà visibile sul sito e dal produttore quando acquista il preparato e questo penso che sia un atto di grande trasparenza ed utilità per tutti.

Ho fatto fare dal laboratorio Imagine dell’amico Giulio Moiraghi diverse cristallizzazioni di molti preparati di Agri.Bio di agricoltori biodinamici e di altri allestitori e sono emerse molte cose interessanti ed inattese che qui non ho il tempo di commentare ma che commento volentieri quando tengo i seminari sui preparati e che saranno tema di una apposita pubblicazione.
Desidero però farvi vedere la cristallizzazione sensibile del TKP, uno dei nuovi 21 preparati biodinamici di Hugo Erbe, fra l’altro eseguita a luglio di quest’anno, che come tutti sanno è il periodo dell’anno peggiore per fare una cristallizzazione, con sotto le considerazioni sulla lettura dell’immagine fatte da Giulio Moiraghi, che detto per inciso, nonostante il poco tempo dal quale si applica con le analisi morfologiche, sta diventando molto bravo ed ha una bella e profonda sensibilità a questo difficile lavoro.

Giudizio della cristallizzazione:
L’immagine è fortemente espressiva. Molto equilibrata e simmetrica, con una struttura ben proporzionata tra le diverse zone e tendente alla forma archetipica. La tessitura è molto marcata, spessa e cesellata in tutte le zone. La geometria delle ramificazioni è uniforme. Solo in una parte del campo mediano si nota una piccola anomalia nella tendenza centrifuga di crescita del fascio cristallino. Il doppio vacuolo centrale è ben formato e chiuso. Si notano numerose cristallizzazioni annidate all’interno dei vacuoli e del campo mediano, che vanno a saturare completamente gli spazi vuoti, indici dell’elevata forza vitale presente.
Nel complesso si può definire il preparato TKP un concentrato di forza formativa, presente in modo equilibrato in tutte le zone dell’immagine: si può ritenere quindi che il suo impiego sia utile a tutti gli esseri elementari, senza causare squilibri.

Questa cristallizzazione sarà ripetuta nelle Notti Sante e vi farò vedere le differenze.
In ogni caso questa analisi mi “solleva” e mi gratifica del fatto che quando ad inizio anno ho scritto (vedi BioPensieri gennaio 2010) un articolo sul TKP un amico durante una conversazione telefonica mi diceva, non conoscendo nulla del lavoro di Hugo Erbe, che “sfarfallavo” …
Questa simpatica affermazione la dice lunga sulla rigidità (fuori luogo fisico) di molti biodinamici.

Disuso
Tutto questo parlare di qualità e quantità di preparati biodinamici si rivelano “acqua fresca” quando non solo io so, ma come nella mafia anche in biodinamica occorre “sempre tacere” come molti “grandi vecchi” mi dicono e suggeriscono, tacere per esempio di molte aziende che usano un marchio biodinamico ma non usano per nulla i preparati o peggio ancora non conoscono l’agricoltura biodinamica ….
E questo è veramente prendersi in giro, ma di fronte al denaro (quasi) tutto e tutti si mettono a 90° gradi, spesso anche con sommo piacere … e quelli che non si mettono a 90° gradi piace fare i “guardoni” e questo se posso ancora per u certo verso capirlo nell’agricoltura biologica non lo sopporto e non lo capisco in un’agricoltura che ha un’impronta talmente chiara ed elevata che non può essere “sporcata” o peggio ancora “taciuta e nascosta” da persone che ricoprono incarichi nel mondo biodinamico e che si fanno complici per interesse o per inettitudine di queste sporcizie.
Come diceva Rudolf Steiner “Il coraggio o lo si impara rapidamente o non lo si impara affatto” e mi sembra sempre più che qui non lo si impara per niente.
Questo subdolo silenzio, fra l’altro, danneggia e scredita anche i molti bravi agricoltori biodinamici, ma si vede che anche per molti di loro va bene così… anche se da diversi sento emergere un grande disagio e diversi di loro me lo comunicano.
Come diceva un vecchio detto “Occhio non vede, cuore non sente…” o per meglio dire “cuore non c’è”.

Novità e Speranze
Per chiudere con una novità vi offro una bella “chicca” ed un aiuto che consiglio a tutti di praticare ed usare che ho trovato a pag. 123 -124 del purtroppo esaurito libro “Abbiamo conosciuto Rudolf Steiner: ricordi di suoi allievi” scritto da Ernst Lehrs.

“Alla nostra domanda: “Come impariamo a giungere dal parlare dello spirito al parlare partendo dallo spirito?” Rudolf Steiner rispose nel Corso per la Gioventù ed anche in seguito semplicemente mostrandolo in pratica. In tal caso la parola “semplicemente” va intesa nel senso che spesso le cose apparentemente più semplici erano quelle che egli mostrava e portava ad esempio a questo proposito, come quello che definì “meditazione sulle piccole cose” nel Corso tenuto nel 1924 con cui fondò la pedagogia curativa antroposofica. Quasi giornalmente si incontrava con noi anche al di fuori delle sue conferenze, interessandosi dei più diversi desideri dei partecipanti. Vi erano giovani scultori che gli mostravano saggi dei loro lavori per chiedergli consigli per continuare la loro attività; poeti che ricevevano da lui indicazioni altamente individuali a proposito di ritmo e rima; veniva giornalmente alle lezioni di recitazione che ci impartiva la Signora Steiner, indicava esercizi di dizione, spiegava i suoni e ce ne dava lui stesso due volte la dimostrazione. Dato che ci si interessava alla pittura, diede anche alcune lezioni di pittura. Era infine presente a molte discussioni che i partecipanti al Corso organizzavano tra loro.
In occasione di una tale discussione un giovane agricoltore parlò dell’essere del Cristo come egli lo intendeva; anche se si esprimeva in modo ampiamente maldestro lo ascoltammo tuttavia molto seriamente, decisamente con un certo rispetto, il che riguardava principalmente il tema. Tuttavia, allorchè nel proseguio del discorso parlò di quello che la sua esperienza di agricoltore gli aveva insegnato sul concime, arricciammo il naso di nascosto, con la sensazione che sarebbe stato ben meglio non impegnare la presenza del Dr. Steiner in tali cose “comuni”. Il giorno seguente coloro i quali avevano preso l’iniziativa del Corso si recarono a colloquio da Rudolf Steiner che chiese il nome dell’agricoltore e disse con nostra sorpresa: “Ciò che quel giovane ha detto del Cristo è ampiamente irrilevante”. Poi disse, dandovi gentilmente rilievo: “Ma ciò che ha detto del letame è eccezionale”. Al prossimo incontro voleva senz’altro dire ancora qualcosa in proposito. (Allora non era ancora stato tenuto il Corso con il quale fu fondata l’agricoltura biologico-dinamica). Cercherò di riportare non soltanto ciò che egli espose allora, ma anche come si espresse.
“ Quello che Lei ha detto ieri come agricoltore era interessante. Non ho tempo di rimanere qui ancora a lungo e voglio perciò aggiungere almeno brevemente questo. Anche in agricoltura si cerca lo spirituale. Anche là si crede di dover trovare nuovi metodi che giungano fino al trattamento dell’elemento materiale. Se Lei si rivolge all’attuale scienza materialistica non trova molto amore per l’agricoltura. La scienza attuale ritiene che se nel campo occorre tanto azoto, lo si deve introdurre nel campo in questa quantità e non sa che si deve soltanto piantare sistematicamente la lupinella intorno al campo per ottenere nel campo stesso la necessaria quantità di azoto mediante irradiazione. E’ già sufficiente piantare la lupinella in un’unica fila intorno al campo”.
Un coraggioso tra noi che non sapeva che cosa fosse la lupinella fece una domanda in tal senso ed il Dr. Steiner rispose immediatamente e cioè in modo che si sperimentò che non parlava “di” questa pianta né in genere di essa come di qualcosa di assente ma in modo che, attraverso l’elemento intimo dell’intonazione, la pensosità dell’atteggiamento, il movimento delle mani, diveniva profondamente ed efficacemente sperimentabile l’immediata presenza spirituale di quello di cui parlava. La lupinella “sorse” per così dire dalle sue parole e dai suoi gesti. Si può forse tentare di sentire ciò leggendo le parole seguenti fissate negli appunti.
“Le lupinelle – sono piante – che hanno infiorescenze – sono papilionate – color lilla – hanno foglie pennate”. E poi: “Questa pianta ha in sé la notevole forza di impregnare il terreno, su ampie estensioni, di ciò che gli uomini vogliono introdurvi in modo possibilmente artificiale. – Credono che sia un’assurdità? No! Sono tuttavia cose che si penetrano con lo sguardo quando ci si può inoltrare concretamente fin nell’elemento materiale mediante la conoscenza dello spirito”.

Interessante vero? Proviamo a seminare quest’autunno la lupinella attorno all’orto ed ai campi: ci porta colori, luce e profumi, ci porta le api e ci porta l’azoto per irradiazione! Cosa volete di più! Se non la trovate la vendiamo presso Agri.Bio in sacchetti da 1 kg a 3,25 €.

E per finire con una speranza vi invito tutti mercoledì 13 ottobre presso la sede di Agri.Bio a Cissone (CN) alla presentazione dell’edizione italiana da me curata del libro di Hugo Erbe sui nuovi preparati biodinamici per gli esseri elementari: dalle ore 14,30 alle 24,00 (leggete il programma completo sul sito www.agribionotizie.it).

Vi ricordo anche che Agri.Bio offre la partecipazione completamente gratuita a molti seminari di 3 giorni (16 ore), da settembre 2010 a luglio 2011, dove si impara ad allestire tutti i preparati biodinamici, frutticoltura, orticoltura e zootecnia. Leggete il programma completo dell’8° Corso dell’Agricoltura del Domani sul sito www.agribionotizie.it.

Sono sicuro che questo grande libro porterà tanta nuova linfa ed energia al mondo biodinamico italiano, ne ha tanto bisogno ed ho ancora la speranza che possa e debba risvegliarsi dal suo lungo letargo, basta un bacio dato con amore.

Ivo Bertaina

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