Articoli Tecnici

I Fondamenti dell’Agricoltura Biodinamica
di Xavier Florin

Le sostanze impiegate dall’industria sono costituite da matrice morta proveniente dal regno minerale. L’agricoltura invece opera con la vita e con gli esseri viventi. Chi opera in agricoltura deve sentire questa forza e imparare a riconoscere che questa forza è la Vita. L’umanità della nostra epoca pensa la vita nell’immagine della mela che cade dall’albero. Ma la Vita è espressa invece dalla mela che “sale” nell’albero. In effetti, il modo di pensare moderno si fonda sui principi di una scienza meccanicista propria del mondo minerale e che studia quindi qualcosa di morto, di inerte. L’intelligenza si è progressivamente fatta più materiale e meccanicista. Si può anzi dire che L’Intelligenza è morta per lasciare il posto all’intelletto (intell-ectus) che pensa solo a ciò che “è fatto”, a ciò che è finito ed è invece incapace di osservare quello che “si fa”, il divenire. Questa scienza meccanicista studia la materia inerte attraverso la fisica, la chimica, la meccanica e si muove in un ambito dove tutto può essere pesato, misurato, calcolato e analizzato. E’ un modo di conoscere il mondo limitato a quei fenomeni che sono ripetibili a piacimento. Tutto ciò che la scienza studia e analizza è interamente materiale, “naturato”. Il prodotto finale che si origina dal processo “naturante” viene considerato separatamente dal principio agente che lo ha originato. Questo modo di percepire il mondo ben si esprime nell’immagine della mela che cade dall’albero e che entra nel dominio della materia morta. A partire da questa concezione puramente spaziale del mondo, si può capire perché gli scienziati moderni riducano la ricerca alla mera analisi quantitativa dove tutto deve essere misurabile e quantificabile. Si tratta infine di “autopsie” degli organismi osservati per capirne la struttura e le molecole ma non l’aspetto “naturante”, il piano creativo. E’ un modo di vedere “microscopico” concentrato sulle spoglie degli organismi viventi, su ciò che “è fatto”, su ciò che è morto. A partire da questo è anche comprensibile perché nella nostra epoca si cada nell’errore fondamentale di cercare la soluzione dei problemi a partire dalla fine, dal particolare. Come cercare alla foce del fiume, cercare tra virus e batteri senza occuparsi di ciò che accade a monte, gli affluenti, la sorgente, l’inquinamento e tutto ciò che accade al fiume stesso lungo il suo corso. In tutto questo analizzare e calcolare si perde di vista la mela “che sale” nell’albero, le forze agenti che creano, plasmano e sviluppano, la scienza meccanicista non si interessa al principio generante. Ma che cos’è dunque questo frutto? Una sorsata di Vita, tempo condensato in uno spazio definito, la miniatura estrema dell’Universo intero. Frutto che si sviluppa nello spazio secondo la geometria euclidea: di punto in punto, di piano in piano, di linea in linea irradiando in tutte le direzioni verso la periferia, verso l’infinito. Chiediamoci come un fiore, sotto l’impulso delle forze cosmiche, possa crescere, svilupparsi e dischiudersi senza esplodere. Se non esistesse che l’effetto della materia e delle forze spaziali e delle leggi fisiche l’intero universo esploderebbe. Ma non è così. La risposta a questo quesito risale al XIX secolo e va attribuita a due matematici francesi che scoprirono il Principio della Dualità. Dalla terra sorgono le piante, spinte verso l’alto e portate a espandersi in ogni direzione, in contrapposizione c’è una forza discendente dal cielo che frena questa espansione ed è pertanto definita come forza anti-spaziale. Questa forza plasmatrice invisibile giunge sulla Terra veicolata dalla luce e discende nella pianta attraverso le foglie e permane e agisce all’interno e su di essa per tramite della clorofilla. La forza che spinge dal basso e l’energia che discende dal cielo sono polarità opposte di un fenomeno che non può essere misurato, né pesato né calcolato. La salute delle piante scaturisce dall’equilibrio tra queste due energie e le malattie sono invece la manifestazione sul piano materiale di una disarmonia. Scopo dei preparati biodinamici è quello di riportare equilibrio dove questo è andato perduto. Ciò che sfugge alla scienza meccanicista della nostra epoca è l’influenza che le forze celesti hanno sul piano materiale: il Cielo e i suoi pianeti sono Viventi proprio come insegnano gli Antichi e come ha riconosciuto anche Keplero, fondatore della moderna Astronomia. Ciò che insegna l’Agricoltura Biodinamica è una visione più ampia di quello che è il regno della Vita, vedere negli organismi che popolano la terra non più solo chimica ma alchimia. Certamente un nuovo modo di intendere la professione dell’agricoltore. Precursore di questa nuova visione scientifica del mondo è Rudolf Steiner, fondatore dell’Università del Goetheanum, la scienza della vita. Ampliamento dei confini della scienza a tutto ciò che concerne la Vita stessa. Un viaggio che ci porta da Newton e della mela che cade dall’albero a Goethe a alla mela che sale nell’albero. Traduzione di Cristina Marello

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