Road to Run

DI EUGENIO BENETAZZO
Quanto accaduto negli ultimi sette giorni non rappresenta una novita per chi sta scrivendo, il downgrade sul rating italiano era atteso da qualche mese. Trovarsi all’ultima soglia dell’investment grade (BBB-) fa emergere nuovi preoccupanti evoluzioni per il futuro della crisi italiana. Da considerarsi senza parole invece l’esternazione dell’attuale Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che ha commentato la diminuzione del livello di rating con “non la consideriamo una bocciatura”. Ognuno di voi si è fatto ormai un’idea sulla bontà e consistenza del Governo Renzi e dei suoi rappresentanti. Il Paese, sfortunatamente o volutamente, si trova sotto l’assedio mediatico dell’ultimo fatto di cronaca nera, il delitto di Santa Croce Camerina, che si avvia a diventare un nuovo Cogne 2 La Vendetta, e questo aiuta a spostare l’attenzione e devia la concentrazione dell’opinione pubblica. I talk show nazionali non hanno dato lo spazio dovuto alla vicenda del downgrade. Non penso per negligenza, ma per necessità. Necessità nazionale. Di certo è molto probabile che il Partito Democratico si troverà a dover affrontare e gestire the road of ruin in caso di sempre più probabile declassamento a speculative investment del debito pubblico italiano, quello che volgarmente ed erroneamente viene definito il livello spazzatura.
Ora su questo punto è opportuno fare il seguente approfondimento. Le emissioni di debito si dividono in due grandi categorie secondo le agenzie di rating, il debito da investimento (appunto investment grade) ed il debito speculativo (speculative grade). Il primo indica il debito di un emittente, sia esso nazione o private corporation, caratterizzato da diversi livelli di affidabilità e capacità di rimborso dei debiti contratti. I livelli di affidabilità rappresentano i tanto denigrati rating letterali, AAA, AA, A, BBB. La seconda categoria indica invece il debito di un emittente caratterizzato da vari livelli di vulnerabilità nella capacità di essere solvibile nei confronti delle obbligazioni assunte, tali livelli sono rappresentati dalle lettere BB, B, CCC, CC, C, D, dove quest’ultima significa default ovvero incapacità di rimborsare parzialmente o integralmente le proprie obbligazioni. L’Italia si trova per l’appunto nell’ultimo scalino della fascia di investment grade. La probabilità che nei prossimi sei mesi passeremo nella fascia speculative è significativamente molto elevata vista il continuo deterioramento delle principali variabili macro. Che cosa succede a tal punto ? Sul piano formale per il paese in questione non vi sono grandi ripercussioni. Sul piano sostanziale, per un paese come l’Italia, significa l’inzio della road of ruin.
Saranno infatti i portfolio managers dei fondi comuni di investimento a dare avvio alle danze. Questi ultimi infatti amministrano i vostri risparmi sulla base di un mandato di gestione che può ad esempio prevedere l’investimento delle masse raccolte esclusivamente in strumenti finanziari con rating di investment grade. Il gestore sarà pertanto obbligato a vendere il titolo di stato italiano che aveva in portafoglio in quanto non soddisferà più una condizione vincolante. Solo i fondi in cui il gestore ha una delega quasi totale possono evitare di comportarsi in questo modo. La fuga obbligata dal titolo di stato inizierà a deprimere le quotazioni, che a loro volta innalzeranno lo spread ed il tasso di interesse che l’Italia dovrà offrire per rifinanziare il proprio debito. A quel punto vedremo in azione, si spera, lo scudo anti-spread della BCE che impedirà di fatto il verificarsi di tensioni sul debito sovrano di un paese all’interno dell’Eurozona al pari di quanto accaduto nel 2011. Avete visto quanta difficoltà ha il governo per reperire un miliardo per rifinanziare questo o per dare supporto a quello, immaginate pertanto che i miliardi che improvvisamente serviranno saranno dieci e perchè no venti. Di certo il tampone che metterà l’autorità sovranazionale (con le OMT) sarà provvisorio, ed un paese come il nostro non si può permettere di comportarsi come l’Argentina nel 2001.
Difficoltà di funding durante le nuove emissioni di debito sarebbero percepite dagli operatori istituzionali dei mercati finanziari come un “prendi i soldi e scappa” prima di ritrovarsi con la ristrutturazione forzata del debito. Ne sono sempre più convinto, il 2015 sarà l’anno del terrore per il piccolo risparmiatore, perchè ci avvieremo verso the road of ruin proprio come hanno fatto altri paesi prima di noi, caratterizzati da immobilismo politico ed una impossiblità di governare causata da un eccesso di democrazia. A quel punto quando arriverà la Troika come curatore fallimentare e nuovo dittatore finanziario rimpiangeremo Monti & Company, perchè a pagarla saranno rispettivamente: detentori di titoli di stato (possibile cut-off del 25%), piccoli risparmiatori con il prelievo sui depositi, italiani benestanti con l’introduzione della wealth tax, dipendenti pubblici e statali (con un taglio trasversale del 20% dell’attuale forza lavoro), congelamento delle tredicesime, istituzione del salario massimo, vendita di cespiti di stato di particolare prestigio e valore (partecipazioni societarie e patrimonio demaniale), dipendenti di banca (perchè le banche sottocapitalizzate sarano obbligate a fondersi), dirigenti di enti locali e simili (ridimensionati o licenziati in tronco con contestuale estinzione dell’ente), medici, ospedali ed operatori sanitari, perchè il welfare sanitario pubblico sarà l’area dipartimentale maggiormente soggetta a tagli.

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