La patata è un alimento ormai indispensabile nelle cucine italiane ed ha una rilevante importanza nella nostra alimentazione. Vi ripoto un interessante scritto di Candida Gentile che descrive molto bene l’azione della patata nell’alimentazione umana.
“La patata, originaria della regione andina del Perù, della Bolivia, del Cile, nella seconda metà sec XVI stata importata in Europa dalla Spagna.
Ritenuta in un primo tempo solo una pianta medicamentosa o ornamentale per i fiori, venne usata per qualche tempo a questo scopo. Nei secoli XVII e XVIII, quando essa si era diffusa ormai in tutta l’Europa, si scoprì anche il suo uso alimentare. A seguito di alcune carestie verificatesi e durante la guerra dei Trent’anni e nel 1663 in Irlanda il suo uso come alimento, si estese di molto”.
Cerchiamo ora di caratterizzare la patata come si presenta in natura. La patata appartiene alla vasta famiglia delle solanacee. E’ un tubero, cioè un gambo sotterraneo, ingrossato, globoso od ovoidale, rivestito di una buccia più o meno ruvida e variabile di colore dal giallo al bruno, alla quale sono attaccate le radici che vengono rimosse con la sbucciatura. Il tubero è l’unica parte della pianta che è commestibile e può essere consumato solo previa cottura. È sconsigliabile cibarsene se rinverdisce o germoglia, perché si può formare una certa quantità di solanina che è dannosa. Oltre al bulbo interrato, la pianta della patata presenta le seguenti caratteristiche: fusto verde peloso, dapprima eretto poi prostrato, foglie alterne diseguali, pelose, con fiori in cima bianchi, violacei, rosati. Il frutto che da essi discende è una bacca giallastra non commestibile che come tutte le parti aeree è velenosa per la presenza di un gluco-alcaloide, la solanina.
La patata contiene: circa il 75% di acqua, il 15-20% d’amido e quantità variabili di sali minerali (fosforo, potassio calcio e ferro), enzimi e proteine, per le sostanze ed il loro dosaggio, può essere considerato un buon alimento, il problema è che cresce e si nutre di tenebre!
Rudolf Steiner fa presente che gli alimenti hanno un grande interesse storico, per cui a riguardo della patata, pone la seguente domanda: che significato ha per l’europeo che con l’importazione della patata ha imparato a mangiare un gambo ingrossato?
La sua risposta è che nonostante la patata comprende quasi tutte le sostanze di cui l’organismo umano ha bisogno, mangiando patate e molte la nostra testa non ha alcun nutrimento poiché questa, nella testa, rimane nell’atto della digestione.
Cosa vuol dire con questa affermazione? L’autore nei suoi scritti ci ricorda che le popolazioni europee, da quando hanno inserito massicciamente nella loro alimentazione il consumo di patate non nutrono più il loro cervello e ciò ha delle conseguenze. Il cervello dell’europeo, con l’introduzione dell’alimentazione a base di patate è diventato meno capace di svolgere la sua funzione pensante. Quale ne è la causa?
La patata, ci informa Steiner, giungendo nello stomaco e nell’intestino non viene del tutto digerita, ma attraverso il sangue giunge al cervello; qui prosegue l’elaborazione dell’amido in essa contenuto trasformandolo in zuccheri che per loro natura tendono alla fermentazione. Il processo fermentativo viene combattuto dalle forze dell’Io presenti della testa; successivamente gli zuccheri vengono inviati nei vari distretti del corpo. A questo punto però, poiché il cervello lavora moltissimo per evitare la fermentazione degli zuccheri, il consumo esagerato di patate lo danneggia soprattutto nelle sue parti mediane rendendolo debole. Dovendo poi la parte mediana del cervello svolgere due funzioni: elaborazione (digestione) e distribuzione al corpo delle sostanze nutritive, si esaurisce e di conseguenza non riesce a svolgere la sua peculiare attività pensante. In questa situazione accade che all’uomo per pensare rimangono solo le parti anteriori del cervello che poco sono coinvolte ad impedire la fermentazione delle patate.
La conseguenza di quanto fin qui detto è che l’europeo mangiando patate ha finito per perdere sempre più la capacità di pensare con il cervello mediano ed usando solo il cervello anteriore per pensare, ha subito un grande impoverimento nel pensare stesso, poiché privato dell’apporto del pensare interiore proprio del cervello mediano; l’uomo europeo è diventato intellettualistico e materialistico. Usando solo questo tipo di pensiero, ci dice Steiner, l’europeo ha dimenticato il suo rapporto con l’intero cosmo ed isolandosi da esso, tende a disconoscerlo giungendo fino al punto in cui si rifiuta di pensare che, quale essere spirituale, dipende dall’intero universo e non solo dalla Terra.
L’autore fa risalire lo sviluppo e diffusione del pensiero materialistico in Europa proprio ai tempi in cui in questo continente si è assunta la patata nell’alimentazione.
Le patate sollecitano soprattutto la lingua e la gola più che il cervello a pensare e pertanto fanno diventare pigri nel pensare.
Come più sopra abbiamo appreso, nell’alimentazione a base di patate, il cervello è intento soprattutto a digerirle; di conseguenza i carboidrati contenuti nelle patate, utili per molte funzioni corporee, non giungono in quantità giusta al corpo e ciò ha delle conseguenze.
Se i carboidrati delle patate rimangono in certo modo prigionieri nella testa, la componente umana, da cui si sviluppano le sensazioni interiori che fanno muovere le braccia e gambe, non riceve le giuste forze; pertanto il soggetto che assume massicciamente patate, con il trascorrere del tempo giungerà ad avere una debolezza tale per cui i suoi arti non riusciranno quasi a muoversi.
Ma può accadere anche dell’altro.
Con un’ elevata e prolungata assunzione di patate poiché i carboidrati non vengono assunti nel modo giusto dal corpo viene ad indebolirsi anche la coscienza di veglia, con la conseguenza che si tende a dormire sempre di più.
Un’altra conseguenza del prevalere delle patate nell’alimentazione è che il cervello mediano svolgendo una funzione molto faticosa ed a lui estranea, deperisce; poiché in questa zona sono presenti gli organi di senso più importanti, perfino questi si possono indebolire, in special modo è stato osservato l’indebolimento della vista. Alcune malattie degli occhi che si manifestano nella vecchiaia hanno origine nel fatto che il soggetto è stato allevato proprio da bambino con troppe patate. Al riguardo, dichiara R. Steiner che, prima dell’introduzione delle patate in Europa, gli uomini erano meno deboli d’occhi. Il fenomeno deriva dal fatto che oltre alle altre cause che agiscono sugli occhi, la patata agisce in modo incisivo su di essi e sulla capacità visiva.
L’alimentazione a base di patate disturba anche il senso del gusto: si hanno precise conseguenze se un bambino mangia molte patate nell’infanzia poiché da adulto perde la capacità di capire quando è sazio, perché il suo gusto ne risulta guastato.
Pure l’istinto legato al cervello medio si guasta e questo fenomeno, afferma l’autore, si è sviluppato in modo molto forte nell’età moderna.
L’indebolimento organico a causa della carenza di carboidrati nel corpo, per il prevalere dell’alimentazione a base di patate, può giungere ad influire anche sugli organi riproduttivi femminili, paralizzandoli; in tal caso la situazione diventa ancora più grave. Vediamo cosa succede in particolare.
L’uomo non discende solo dai propri genitori ma, per la componente psico-spirituale (anima ed Io), proviene anche dal mondo spirituale e con questa si unisce a quella componente che proviene dagli antenati. Se la madre nella sua fanciullezza o giovinezza ha assunto molte patate, accade che dal concepimento si sviluppa un embrione umano predisposto a lavorare eccessivamente con la testa.
Vediamo che ruolo svolge nel feto lo psico-spirituale.
Si conosce che dell’embrione la parte più sviluppata è la testa: l’animico – spirituale quando penetra nell’embrione si posiziona nel capo per elaborarlo. Se l’animico spirituale trova nella testa ciò che deriva dall’alimentazione materna corretta, riesce a plasmarla bene; se al contrario incontra nell’utero materno una testa sviluppatasi grazie ad una alimentazione in prevalenza di patate, non riesce ad avvicinarsi ad essa, in quanto la patata, formandosi nella terra al buio, non è imparentata con lo spirito. L’essenza umana ( lo psico-spirituale) scende dal mondo spirituale e trova una testa che in effetti è stata formata dall’oscurità. Lo spirito umano pertanto non riesce ad avvicinarsi e quindi a plasmarla convenientemente, (comprimendo l’acqua, presente in abbondanza nella testa embrionale), la conseguenza è che l’embrione, esagerando, presenta una testa grandissima, poiché nel capo embrionale cresce solo la componente fisica; così il bambino alla nascita presenta una specie di idrocefalo.
I danni subiti dal nascituro non sembrano fermarsi all’idrocefalo per la ragione che l’uomo essendo un essere quadripartito, le singole componenti, alla nascita non presentano lo stesso grado di sviluppo, pertanto specifici deficit possono apparire, man mano che esse maturano; in ogni caso chi subisce un’alimentazione a base di patate nasce già non abbastanza forte nella vita.
All’ osservazione di chi afferma che non tutti alla nascita presentano una testa idropica, R. Steiner risponde che ciò è vero perché altre forze vi si oppongono così che la testa alla nascita non è più grande come avviene nell’embrione, ma una volta nata tuttavia non è capace di assorbire acqua e patate. Alla nascita può anche diventare piccola, ma rimane lo stesso idrocefala.
L’autore ancora fa presente che è essenziale osservare come nella nostra epoca, nella quale si consumano molte patate, le teste fetali sono comunque troppo grandi, possono anche rimpicciolirsi, tuttavia rimangono idrocefale. Ma proprio questo rimpicciolirsi prima della nascita è secondo Steiner dannoso perché non sono più capaci di afferrare quel che è giusto, ma solo l’aspetto materiale delle cose. Nell’individuo nato non si rileva l’idrocefalo solo nelle dimensioni, il punto è soprattutto se l’acqua è attiva nel modo corretto o se opera qualcosa d’altro.”
Con questo non dico che non vada usata la patata, alimento che R. Steiner considerava molto importante nell’alimentazione dei prossimi secoli per l’essere umano, ma andrebbe trattata molto bene con l’agricoltura biodinamica (cornoletame e cornosilice) e soprattutto andrebbe ripresa la sua riproduzione da seme o da gemma, ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.
Le patate di uso in Italia sono prevalentemente di pasta gialla (tengono bene la forma e vanno bene per friggere) e pasta bianca (molto farinose e vanno bene per gli gnocchi) e si dividono ancora in precoci e tardive, dove le tardive si possono conservare meglio. La patate si tagliano in base al numero di “occhi” (gemme) nel numero di 2 o 3 e si lasciano al Sole dopo averle tagliate affinchè si rimargini e secchi bene il taglio, altrimenti potrebbe marcire sotto terra, se vi è una primavera piovosa. Ricordarsi di mai avere fretta a piantare i bulbi al nord, perchè patiscono molto le gelate tardive e poi occorre ripiantarle …. Pensate che qui nelle Langhe, dove avevano buoni terreni un po’ in mezz’ombra, le piantavano a fine giugno o luglio dopo il grano.
Ricordarsi anche di non avere fretta di toglierle, se non ci sono problemi di ferretti o altri insetti che le mangiano, più stanno sotto terra e più mettono una buccia spessa che le conserva bene.
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