(appendice alla parte generale su melone)
Uno è verde, l’altro giallo. Il primo è rugoso e tondo, il secondo è liscio e allungato. Apparentemente, questi due meloni, non hanno nulla in comune, invece sono parenti. La famiglia è la Cucumis melo, varietà inodorus, perché l’intenso profumo è racchiuso dentro e non è percepibile dall’esterno come accade per le
altre varietà del frutto. I
I meloni d’inverno sono chiamati così perché, pur essendo coltivati e raccolti nel periodo estivo, vengono consumati da settembre a dicembre, quando raggiungono la giusta maturazione. Durante questo intervallo di tempo, si godono la frescura appesi ai balconi delle case o in altri luoghi arieggiati, dove si sviluppa meglio la loro dolcezza.
Alto tenore zuccherino, profumo unico e particolare longevità, sono le tre caratteristiche di questi antichissimi frutti, coltivati già nel IV secolo a. C
“Purceddu” e “Cartucciaro” sono due varietà trapanesi diventate presìdi Slow Food, infatti questa categoria di meloni è particolarmete soggetta ad ibridazioni, sono particolarmente sensibili ad unirsi alle piante vicine, creando perciò degli ibridi che non hanno le stesse qualità della pianta originaria. A queste difficoltà si aggiunge la scelta dei contadini, i quali preferiscono coltivare meloni di varietà più resistenti e produttive come il comune “Helios”. Questo spiega perché di Cartucciaro e Purceddu se ne vedono sempre meno.
La facoltà di Agraria dell’università di Palermo ha riselezionato il seme originario di Cartucciaro che era quasi andato perduto. La produzione di suddetto melone non comporta un notevole impegno economico, perché il Cartucciaro non ha bisogno di molta acqua, il terreno stesso, se argilloso la trattiene.
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