Questa storia è da leggere ai vostri bambini oppure anche a voi stessi o a qualsiasi vostro caro, basta sostituire ai puntini il nome della persona alla quale la si legge ed iniziare il percorso che vi porterà in giro per le stelle passando per il sistema solare ed arrivando al vostro cuore portando una ventata di gioia e di mistero e magari un ricordo di un viaggio già fatto…
Questo racconto mi è stato donato da un caro amico per i miei figli in occasione del Santo Natale e dato che le cose belle non vanno trattenute ma donate lo voglio fare a tutti voi a piene mani.
………………… abitava in una casa tutta luce: una stella.
Viveva là con molti altri bambini e il loro luogo preferito per giocare erano le nuvole.
La loro era un’esistenza dolce e gradevole ed ogni sera tutti rientravano nella casa d’oro e ricevevano pane ed acqua delle stelle … questo era come aver dormito una lunga notte, a tal punto che si sentivano ristorati e rinvigoriti.
La più grande gioia per ……………… era stata vedere un angelo avvicinarsi alla casa, a cavalcioni di una nube. Lo aveva già scorto da lontano e pensava: “Sento dal suo sguardo che mi vuole molto bene, capisco che è il mio angelo”.
Così si erano incontrati e riconosciuti.
Ogni tanto il Signore della casa convocava uno dei bambini presso il suo trono e gli diceva: “Sai, mi piacerebbe mandarti sulla Terra …”.
Così venne anche il turno di …………………
Un certo giorno si trovò davanti il Signore della casa che gli disse: “…………… è ormai molto tempo che tu vivi nella casa dorata. Ora vorrei che tu iniziassi il tuo nuovo viaggio verso la Terra.”
“Oh no!”, disse …………………, “io sto così bene qui, mi diverto con il mio angelo e gioco con gli altri bambini. Voglio restare sempre qui”.
“Lo so”, disse il Signore della casa, “ma vedi, laggiù, sulla Terra, ci sono uomini ai quali vorrei che tu andassi a parlare della casa dorata. Non vuoi fare questo lavoro per me?”.
“D’accordo, va bene”, disse …………………… “Ma voglio andare con il mio angelo!”.
“Va bene”, disse il Signore della casa, “il tuo angelo ti accompagnerà”.
Dopo qualche tempo l’angelo si presentò sopra una nuvola più grande e più consistente del solito, con un piccolo carretto dorato.
Eccoli pronti per partire per un lungo viaggio verso la Terra.
L’angelo disse a ……………… “Ti farò visitare tutti i regni che hai sempre visto solo da lontano, nel firmamento dei cieli e di cui hai sempre sentito parlare. Ora vi andremo perché in ognuno di essi ti verranno offerti dei doni. Il carretto, che vedi, ti servirà appunto per portare con te questi doni”.
Così la nuvola si avvicinò al primo regno, tutto intriso di aria e di trasparenze azzurro-blu. Arrivandovi ………………… avanzò, sospinto da un venticello leggero e fresco, verso un grande trono blu ove era assiso il potente SATURNO, avvolto in un grande mantello blu, punteggiato di stelle.
Quando Saturno vide ………………………, spalancò le braccia e gli fece cenno di avvicinarsi. “…………………, tu fino ad ora sei vissuto sulle stelle, sei una stella, ma ora vai verso la Terra e voglio donarti qualcosa che ti servirà a non dimenticare mai che sei un essere di luce, un’entità delle stelle”.
Prese un lembo del proprio mantello, ne tagliò un pezzo, ne fece un piccolo manto e lo cinse attorno alle spalle di …………………… .
Poi gli disse ancora: “Tieni questo scettro d’oro: è la giusta misura di ogni cosa, il segno della rettitudine; ne avrai bisogno sulla Terra per discernere tra le cose terrestri”.
Dopo che re Saturno ebbe consegnato il suo dono, l’angelo fece cenno a ……………………, e, insieme, lasciarono il regno dell’aria blu per discendere in un’altra contrada.
Ben presto infatti arrivarono in uno spazio che pareva essere ricoperto di tanti piccoli fiori di colore arancione, come calendule.
Mentre si inoltravano verso quella regione, l’angelo sussurrò a ……………………: “Stiamo arrivando presso il grande sapiente, il saggio GIOVE. Egli ha molto da insegnarti. Sta molto attento a quanto ti dirà”.
Il saggio Giove era seduto sopra un trono arancione ed aveva sul capo una magnifica corona a dodici punte. Questo saggio, dalla lunga barba bianca, pareva molto pensieroso, come si addice ad ogni vero sapiente.
Peraltro accolse …………………… molto gioiosamente e disse: “Figlio delle stelle, tu stai per diventare figlio dell’uomo. Voglio darti un po’ della mia saggezza prima che tu discenda sulla Terra, affinché tu non agisca senza ragione, laggiù”.
Prese una piccola corona d’oro e la pose sul capo di …………………… Dicendo: “Quando ti troverai in difficoltà o avrai dei problemi, rivolgiti a me e io ti darò la saggezza necessaria; essa brillerà sul tuo capo come una corona e tu saprai cosa fare”.
Ringraziato anche quel grande saggio, …………………… continuò il suo cammino verso gli altri pianeti, sempre scortato dal suo angelo.
In tal modo giunsero in un paese tutto rosso dove, per la prima volta, trovarono il sostegno di un suolo duro, era come un continente di terra rossa.
L’angelo disse a ……………………: “Tieniti forte! Siamo a casa del cavaliere MARTE”.
Il cavaliere, vestito di rosso, avanzò verso …………………… calcando forte sul suolo con i suoi piedi. Portava alla cintola una spada ed indossava un’armatura. Era impressionante e quasi incuteva timore.
Disse a ……………………: “A quanto pare stai scendendo sulla Terra. Credi proprio di poterlo fare, leggero come sei? Ti sarà necessario avere molto coraggio, dovrai avere padronanza della forza guerresca, che io possiedo, per poter realizzare qualcosa in quel mondo. Tu sei gracile e leggero! Ti darò il mio coraggio e la mia forza, essi fluiranno nel tuo sangue”.
Marte gli pose una mano sul dorso e una grande forza si diffuse in ………………… “Tieni. Io non solo ti metto una spada di ferro nel sangue, ma anche nella mano. Questa ti consentirà di batterti contro tutti i nemici del bene e contro chi vorrà attentare alla tua vita”.
……………………… ripartì insieme al suo angelo che lo condusse verso un regno, che non poteva essere raggiunto, ma che bisognava osservare da lontano perché, avvicinandosi, erano tali il calore e la luce che ne sprigionavano, da risultare impossibile procedere oltre.
“E’ il regno del principe SOLE”, disse l’angelo “Aspetta, egli ti manderà certamente uno dei suoi messaggeri”.
Infatti apparve un angelo tutto vestito d’oro. Aveva in mano un gioiello, un fermaglio che brillava come un sole.
Disse: “Il principe di questo regno vuole farti questo dono: egli auspica che nel tuo cuore irradi sempre la forza dell’amore, come il sole irraggia e riscalda il mondo intero”.
Quando gli applicò il fermaglio, ………..…………. sentì per la prima volta il battito del proprio cuore.
Successivamente discesero verso un regno che incuriosì molto ………………… perché, questa volta, non dovevano incontrare un re, un saggio, un guerriero o un principe, bensì una regina.
Questa regione era ammantata di un soffice e tenero verde e suscitava il desiderio di stendervisi sopra e di farsi prendere dalla sua dolcezza.
La regina VENERE era assisa sul proprio trono e, ben felice di vedere giungere il piccolo ………………………., gli disse: “Vedo che sei stato nella casa del principe del Sole, che ha fatto pulsare il tuo cuore. Bene, io ti insegnerò un altro segreto per fare in modo che le forze d’amore del tuo cuore ti giungano fino alla mani, in modo che per mezzo delle tue mani tu possa diffondere la bontà intorno a te”.
Così Venere donò a ……………………… un cofanetto dove erano riposte piccole ampolle ripiene di balsami e gli disse: “Ecco vedi, ci sono balsami che tu potrai dare a coloro che sono tristi e sventurati; altri che potrai porgere ai poveri, altri destinati agli orgogliosi, ai pigri, a coloro che mancano di coraggio e hanno paura. Insomma, ci sono balsami per ogni malanno dell’anima”.
……………………, come sempre, ringraziò calorosamente la regina Venere e mise il cofanetto nel carretto.
Aveva già il manto di Saturno con lo scettro, aveva la corona di Giove e la spada di Marte, il fermaglio del principe Sole ed ora anche questo tesoro di Venere.
L’angelo gli disse: “Ora speriamo di essere così fortunati da trovare MERCURIO nel suo regno. E’ molto difficile incontrarlo perché, essendo il messaggero del cielo, è sempre in viaggio”.
Infatti, arrivati sul pianeta ammantato di giallo, non vi trovarono nessuno. Si misero a gridare ai quattro venti: “Mercurio, Mercurio, dove sei?” ma non si udiva risposta alcuna.
Fu necessario attendere che il messaggero dei cieli passasse da casa sua per vedere se vi fossero visite.
“Ah, eccoti dunque, piccolo ………………………! Sapevo che saresti arrivato e ti aspettavo già da un bel po’ … sei in ritardo … te la prendi comoda, vero! Bene, bene, ascolta: ti voglio regalare quanto ho di meglio. Guarda, io ho ali alle spalle, sulle mani, ai piedi.
Io volo a tutta velocità, percorro il mondo intero, portando i messaggi che mi vengono affidati. Ebbene, tu potrai fare come me”.
“Hum!” fece l’angelo, “non ha ali per sfrecciare veloce come te; una volta sulla Terra sarà molto impacciato!”.
“No” disse Mercurio, “perché il mio dono è quello della parola e con la parola …………………… correrà veloce quanto me. Gli darò anche pensieri che correranno dal cielo agli abissi, da destra a sinistra, sulla terra e sul mare. Anche con il pensiero viaggerà rapido come me”.
Mercurio voleva regalare ancora qualcosa a ……………………, un dono veramente appropriato e gli disse: “Ora devi sapere che non è importante correre qua e là, ma è importante che i tuoi pensieri non ti facciano perdere l’equilibrio e la giusta misura; per questo ti dono un piccola bilancia, e se manterrai così l’equilibrio, sarai fedele al regalo che io, Mercurio il messaggero, ho potuto farti”.
Ora il cielo tendeva al crepuscolo, si annunciava la notte, ma l’angelo pensò che ci sarebbe ancora stato il tempo per visitare la casa della signora LUNA.
Vi giunsero attraverso brume e nebbie, la signora Luna era assisa sul suo trono e pareva quasi che stesse aspettando ………………………
Aveva in mano un oggetto sconosciuto per il bambino: un grande specchio. Ai suoi piedi vi era un serpente bianco. Vedendolo …………………………… arretrò esitante, ma la signora, sorridendo, gli disse: “Non temere, non ti farà nulla, se rimani sotto la mia protezione. Avvicinati … sei proprio magnifico con quel manto sulle spalle, la corona sul capo … tu possiedi, dunque, forza e coraggio e quanti doni hai nel carretto! Sembri proprio un piccolo sovrano!”.
………………………. cominciava ad arrossire, orgoglioso; si sentiva fiero, compiaciuto.
La Luna lo squadrò e gli disse: “Tu ancora non ti conosci, vero?”.
“Sì”, disse ……………………… “so di essere ………………………”.
“Certo, quello è il tuo nome, ma ti sei mai visto? Avvicinati e guarda”.
Ed ecco che ………….…………….. si trovò davanti al grande specchio.
Si rimirò, si contemplò. Era stupito di vedere la maestà che gli veniva offerta. Per la prima volta gli era consentito di vedere il proprio viso.
Mentre si rimirava in tal modo, pareva come soggiogato.
L’angelo lo chiamò per nome, ma …………………………… non sentì né il proprio nome, né la voce dell’angelo e neppure vedeva più, al proprio fianco, la signora Luna. Era come rapito in se stesso e, nel contemplarsi, finì per cadere in un sonno profondo, dimenticando tutto.
L’angelo si coprì il volto con le mani. Apparvero allora i valletti della signora Luna che dissero: “Questo bimbo non può portarsi via tutte queste cose”. Cosicché gli presero manto e corona, scettro e fermaglio e pure il carretto, cioè tutto ciò che ………………………… aveva.
Al momento del risveglio ogni cosa era svanita nella nebbia, c’era soltanto l’angelo che lo chiamava sommessamente: “Vieni …………………………, dobbiamo continuare il nostro viaggio”.
Il bimbo si guardò in giro sorpreso e si chiese che fine avessero mai fatto tutti i doni che aveva ricevuto e cominciò a piangere.
L’angelo dolcemente prese per mano ………………………… ed insieme ripresero il loro cammino.
Dopo un lungo tratto ecco apparire, in lontananza, una donna. Aveva dodici stelle sul capo e vestiva un grande manto azzurro.
Il suo viso splendeva come il sole ed ai suoi piedi aveva il bianco serpente e la Luna.
Il bimbo si soffermò a lungo a guardarla, mentre ella gli diceva: “…………………, smetti di piangere. Ho qualcosa da dirti”.
Gli si avvicinò e, ponendogli sulle spalle un lembo del proprio manto, gli disse: “…………………………, tu hai perduto tutto e hai tutto dimenticato e ora stai per arrivare sulla Terra, nel luogo giusto per assolvere il lavoro che il Signore della casa d’oro ti ha affidato, là potrai ritrovare tutto quanto hai smarrito, se cercherai il mio Figlio che discese sulla Terra tanto tempo fa: egli ti aiuterà”.
……………………… e l’angelo ripresero il cammino e ben preso si ritrovarono davanti ad una grande porta che si apriva su un tunnel molto buio.
Qui l’angelo disse: “Ora è giunto il momento in cui è necessario che tu proceda da solo, perché io non posso oltrepassare questa porta”.
“Ah no!” disse ……………………, “mi è stato promesso che mi avresti accompagnato sempre. Non puoi abbandonarmi proprio adesso”.
Rispose l’angelo:” Ascolta, io non ti abbandonerò, ma non posso oltrepassare la porta. Ti sarò sempre vicino, anche se non mi vedrai con gli occhi. Sentirai la mia presenza ed il mio aiuto nel tuo cuore, tutte le volte che mi chiamerai, sia quando sarai felice, sia quando sarai impaurito o triste o desolato. ………………………, io sarò sempre con te, nel tuo cuore”.
Così ………………………. fece i suoi primi passi da solo e quando giunse alla porta opposta del tunnel, vide una grande luce e trovò una casetta, con due finestrine per scrutare il mondo …
Iniziò così il cammino sulla Terra della stella ……………………….