“L’uomo deve agli alimenti provenienti dal mondo vegetale la possibilità di elevare lo sguardo ai grandi nessi esistenti fra le cose che lo emencipano dai pregiudizi derivati dalla limitatezza della sua persona”
Rudolf Steiner, Berlino 17- 12- 1908.
Proprietà
Il tubero della patata è composto dal 75% di acqua; idrati di carbonio, sali minerali: potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese, sodio, rame e zolfo; vitamine: B1, B2, B6, C (che diminuisce con il tempo di conservazione, dopo 6 mesi è scomparsa); acido folico e acido pantotenico.
Le calorie son 4 volte inferiori a quelle apportate da una porzione di pane (70 kcal per 100 gr. di patate contro le 320 kcal per la stessa quantità di pane), ma la patata ha meno proteine e meno fibre del frumento. La sostanza che prevale è l’amido, che Steiner considerava un elemento chimico passivo, difficile da digerire, che impegna il cervello e non nutre a sufficienza gli organi vitali (cuore e polmoni).
Storia
Originaria delle regioni andine dell’America Meridionale, è coltivata da 2000 anni. Secondo alcune testimonianze, le prime patate raggiunsero l’Europa nel 1531, dopo che gli spagnoli ebbero stravolto l’impero degli Incas, in Perù. Forse fu il botanico, un certo Heriot, di ritorno in Inghilterra, a consegnare nelle mani di Sir Walter Raleigh il prezioso tubero. La patata venne coltivata nel Sud dell’Irlanda a scopo ornamentale, come curiosità esotica. Solo dal XVIII secolo, in Europa, la patata cominciò ad essere coltivata anche per il suo valore economico. Fra il XVII e il XVIII secolo, si produssero in Europa grandi cambiamenti nell’agricoltura e nell’alimentazione. Il sistema agricolo tradizionale, basato sulla rotazione triennale (cereale invernale, cereale primaverile e maggese) venne sostituito dal sistema moderno, basato sugli esperimenti di A. Thaer.
Con la progressiva urbanizzazione, le campagne dovettero produrre maggiori quantità di alimenti per sostenere la popolazione inurbata. La patata, la cui resa a confronto con i cereali è assai più produttiva, venne a sostituire il pane, la segale e l’orzo.
Dopo la seconda guerra mondiale, la patata ha avuto un notevole incremento, per poi subire un calo nella produzione intorno all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso.
Caratteristiche Botaniche
Nome scientifico: Solanum tuberosum.
Pianta erbacea della famiglia delle solanacee. Appartengono a questa famiglia altre piante assai benefiche per l’uomo (ma con qualche attenzione): il pomodoro, i peperoni e la melanzana- fra gli ortaggi; la belladonna, lo stramonio e il giusquiamo- fra le piante medicinali; il tabacco.
Il fusto ascendente, ramoso alto fino ad un metro. Le foglie son pennate, partite. Le infiorescenze a corimbo, bianche, ma a volte rosee o violacee, a seconda della varietà. Il frutto è una bacca ed è assai velenoso. Il fusto, nella sua posizione sotterranea, produce stoloni. La parte apicale di questi si ingrossa e genera tuberi, ricchi di amido. I tuberi son la parte commestibile della pianta.
Curiosità e cenni botanici
La patata è una pianta originaria delle regioni dell’America Centrale, in particolare della Cordigliera delle Ande.
Fu introdotta in Europa nella seconda metà del 1500 ma ebbe una sensibile diffusione solo a partire dalla seconda metà del 1700.
La patata appartiene alla famiglia delle Solanaceae ed al genere Solanum, specie Tuberosum, ed è una pianta erbacea annuale. La pianta si propaga attraverso il tuberose cui gemme germogliando producono gli steli.
Le foglie sono di tipo imparipennato irregolare leggermente pelose, i fiori poco numerosi e spesso assenti, sono molto appariscenti per una corolla di cinque petali saldati di colore biaco, rosa o rosso. I frutti sono rari, e consistono in una bacca gialla o verde piena di semi, e comunque non hanno alcuna importanza per la propagazione della pianta ma vengono utilizzati esclusivamente in ambito di ricerca per il miglioramento genetico delle varietà.
Dai nodi interrati degli steli, si diramano numerose radici fascicolate e rizomi, alle estremità dei rizomi si formano i tuberi a causa dell’accumulo di amido.
I rizomi tuberizzano solo se stanno al buio (sotto terra), se vengono a contatto con la luce si trasformano in steli portatori di foglie e quindi improduttivi. Le radici si sviluppano in uno strato di terreno piuttosto superficiale compreso tra i 50 e i 60 centimetri.
Il tubero è un tubero caulinare, in quanto corrisponde alla parte terminale ingrossata di uno stelo. Un tubero giovane presenta epidermide, corteccia, cilindro vascolare, cambio e midollo centrale; in un tubero maturo e completamente sviluppato l’epidermide è sostituita dal periderma (buccia) fatto di strati di cellule tuberose, all’interno sia la corteccia, sia il cambio, sia il parenchima di origine cambiale sono divenuti delle sedi di accumulo di amido. In mezzo a questa massa di tessuti sono presenti “foglie” rudimentali e gemme dormienti dette “occhi”.
Per quanto riguarda le esigenze ambientali, le temperature ideali per la coltura sono:
Zero di vegetazione + 6 / + 8 °C
Conservazione dei tuberi + 2 / + 5 °C
Piantagione + 3 / + 5 °C
Congelamento dei tuberi – 1 / – 2 °C
Congelamento delle foglie – 3 – 4°C
T° ottimale di crescita + 14 + 18C
Cenni colturali
La patata è una coltura da rinnovo che di norma apre la rotazione precedendo il frumento o un cereale, proprio per i cereale la patata è una ottima miglioratrice grazie al suo potere rinettante, alla buona concimazione che generalmente riceve e allo stato di sofficità che induce nel terreno.
Per quanto riguarda la preparazione del terreno, vista la possibilità di impiegare la patata come coltura facente parte di una rotazione è difficile fornire indicazioni precise, generalmente la piantagione avviene a fine inverno, per cui quando possibile si consiglia di preparare il terreno in autunno. La fertilizzazione della coltura non può prescindere da una buona struttura fisica del terreno, per cui dove necessario si consiglia l’apporto di letame 400 /500 quintali ettaro.
Avversità
Verticillium dahaliae
La rotazione delle colture è sicuramente la miglior prevenzione su questo tipo di fungo tellurico.
La sanità e soprattutto integrità del materiale di propagazione riducono i danni che questo patogeno può provocare alla patata.
L’umidità e soprattutto terreni poco drenanti favoriscono l’insorgere della malattia.
Buone speranze sembra dare l’utilizzo di letame o compost in quantità elevate, circa 1.000 ql/ha, secondo la teoria dei “Suppresive soil – terreni repressivi” che è alla base delle sperimentazioni recenti per i funghi del suolo della fragola.
Esistono in commercio miscele di microrganismi antagonisti dei funghi patogeni tellurici (Gliocladium virens, Trichoderma hamatum, Streptomyces sp, Pseudomonas putrida) in grado di fornire risultati incoraggianti, tali prodotti non sono autorizzati all’impiego in Italia.
Phytophthora infestans
La prevenzione imperniata sull’utilizzo di materiale di propagazione sano ed il successivo impianto su terreni che non sono stati coltivati negli anni precedenti con altre solanacee, è buona pratica agronomica.
L’infestazione primaria, poco appariscente prende avvio dagli elementi di conservazione del fungo presenti sia nei tuberi-seme sia sui residui della vegetazione precedente.
Ovviamente piante troppo vigorose, molte volte a causa delle concimazioni troppo ricche di azoto, predispongono la coltura all’attacco di questo patogeno.
Questa patologia è sensibile per quanto riguarda i prodotti dell’allegato 2-B soprattutto al rame, e pertanto risulta essere il prodotto più utilizzato in agricoltura biologica, inoltre possono essere utilizzati più come coformulanti che come antiparassitari veri e propri: la propoli, la bentonite ed i sali di potassio. Data la difformità e la non titolazione dei prodotti commerciali è impossibile fornire dosaggi precisi. Alcune indicazioni potrebbero essere le seguenti (per 100 litri di acqua):
– prodotti a base di propoli 50-100 ml. di sol. idro-alcoolica al 20%;
– bentonite 200-400 gr.;
– sali di potassio (sapone) 200-400 gr..
L’azione del rame, qualsiasi formulato commerciale e alle dosi in etichetta, è preventiva. Dopo ogni pioggia o rugiada o elevata umidità è necessario intervenire con un trattamento, tanto che nelle zone particolarmente umide o piovose si eseguono trattamenti a calendario a distanza di 7-10 giorni l’uno dall’altro. I prodotti a base di rame hanno dimostrato maggiore efficacia utilizzati prima dell’evento piovoso piuttosto che dopo, purché non venga superata la soglia di 35-40 ml. di pioggia.
Afidi in genere Myzus persicae (Sulzer), Macrosiphum euphorbiae (Thomas), Aphis nasturtii (Kalt).,Aulacorthum solani (Kalt.), Aphis fabae Scop.
L’afide è raramente un problema per la coltivazione della patata, infatti lo sviluppo di questi insetti avviene quando sono presenti nell’ambiente coccinellidi o altri predatori o parassiti in grado di controllarli.
In caso forte attacco ed in assenza di insetti utili, si può ricorrere a trattamenti con piretro alla dose di 0,1 kg per un prodotto al 2% di p.a. con eventualmente aggiunta di olio minerale estivo: da 0,5 a 1 kg, sono preferibili i trattamenti nelle ore successive al tramonto.
Se l’infestazione non è molto alta od estesa, lavaggi con sali di potassio, saponi alle dosi consigliate dall’etichetta, possono contenere la popolazione. Tali lavaggi, che rispettano maggiormente l’entomofauna utile, è consigliabile effettuarli la mattina presto; eventualmente ripetuti dopo pochi giorni.
Elateridi in genere Agriotes lineatus L., A. Litigiosus Rossi, A. Obscurus L., A. Sputator L.
Non fare seguire la patata ad un prato o ad una coltura poliennale o ad altra coltura che abbia subito evidenti danni da elateridi.
Evitare terreni in cui l’umidità sia permanente anche in estate, ovviamente i terreni mal irrigati sono maggiormente predisposti all’attacco di questo insetto; sono da evitare forti e ristagnati bagnature. In caso di attacco precoce ridurre le irrigazioni può spingere l’insetto verso zone più profonde ed umide.
Gli attacchi nei terreni non irrigati si verificano prevalentemente in primavera od in autunno in quanto questi insetti nelle altre stagioni, migrano negli strati più profondi del terreno per ripararsi dal freddo e dalla siccità.
Per ridurre eventuali danni è consigliata, in primavera, la raccolta anticipata per quelle patate di tipo “novelle o primaticce”.
Non esistono mezzi tecnici efficaci di alcun tipo per contenere gli attacchi di questo parassita.
Dorifora Leptinotarsa decemlineata (Say)
Aspirazione mediante macchina trainata o portata che aspira gli insetti dalla coltura senza danneggiarla.
Litotamnio o altra polvere che può disturbare la masticazione della dorifora
Alla raccolta un danno sulla pianta del 25% di apparato fogliare mancante a causa della dorifora non riduce la produzione, per cui non è necessario trattare l’insetto.
L’imenottero parassitoide utilizzato nel nuovo continente non è efficace nei nostri climi.
La lotta microbiologica è imperniata sull’utilizzo del Bacillus thuringiensis, sottospecie tenebrionis alla dose di 3 kg/Ha e sottospecie san diego alla dose di 1,5 kg/Ha. Tali prodotti esplicano la loro efficacia specialmente sulle larve giovanili di 1 e 2 età, riducendosi drasticamente sulle larve mature e sugli adulti. Per queste caratteristiche dei precedenti Bacillus è consigliato intervenire alla schiusura delle uova o sulle larve agli stadi giovanili e ripetere il trattamento a distanza di 4-6 giorni.
Il rame utilizzato per il controllo della peronospora pare renda meno appetibile la pianta alla dorifora.
La migliore efficacia è data dal Rotenone dose 0,2 + olio 0,2
Il piretro pur rimanendo un prodotto efficace esplica la sua azione per in periodo limitato, 1-2 giorni; sono necessari perciò tanti trattamenti ripetuti da renderlo sconsigliabile nel periodo estivo.
I prodotti a base di Neem contenti 4-5000 ppm di azadiractina alla dose di 3 litri/ettaro hanno dimostrato efficacia nel contenimento di tale insetto per cui alla registrazione , a seconda dei prezzi potrebbe costituire una valida alternativa.
CARATTERISTICHE DELLA PATATA
SECONDO LA MEDICINA ANTROPOSOFICA
Tutte le specie di solanacee contengono, nelle foglie e nei frutti, una percentuale di veleno: la solanina, un alcaloide. Secondo la scienza dello spirito, di cui Rudolf Steiner è il fondatore, i veleni sono il sintomo di una inibizione alla vita, e quindi sono elementi estranei al mondo vegetale- vivente. Nelle diverse specie di ortaggi appartenenti a questa famiglia compare un influsso appartenente alla sfera animale- astrale. Nel caso della patata, l’influsso di questa sfera è dovuto al fatto che i suoi tuberi crescono sottoterra, al buio, nel sistema radice. Allo stesso tempo, però, son tuberi di fusto. Il fusto è una parte della pianta che di norma cresce verso l’alto, alla luce. Questa contraddizione fa della patata un ortaggio ambivalente. E’ un vegetale assai attivo e vitale (la pianta si ricopre presto di foglie e fiori), ma nella sua vitalità, mostra una mancanza di forma e di ordine, che si ripercuote sull’uomo. L’influsso animale- astrale agisce stimolando la parte vitale- vegetativa dell’uomo (eccessiva presenza di vitamina C e di amido), ma con il tempo provoca una certa dipendenza, che affatica il sistema neuro- sensoriale.
IL SISTEMA VITALE DELL’UOMO è divisibile in 3 parti: il sistema neuro- sensoriale; il sistema ritmico e il sistema del ricambio e delle membra.
IL SISTEMA VITALE DELLA PATATA è capovolto rispetto a quello dell’uomo, così al sistema neuro- sensoriale corrispondono le radici della pianta, ovvero il polo della quantità. Quì si accumulano i sali minerali e si realizza un legame con gli elementi che subiscono la forza di gravità= TERRA e ACQUA. Al sistema ritmico corrispondono il fusto e le foglie della pianta. Al sistema del ricambio e delle membra corrispondono, invece, i semi, i fiori ed i frutti. Quest’insieme forma il polo della qualità, ovvero il valore riproduttivo e nutritivo della patata, legato ad elementi che tendono, al contrario dei primi, all’espansione= ARIA e ACQUA.
L’azione degli ortaggi- radice è detta da W. Simonis ORGANOTROFA, cioè che nutre gli organi del sistema ritmico, cuore- polmoni. Al contrario, nel caso degli ortaggi- frutto, questi nutrono gli organi del sistema del ricambio e delle membra.
La patata, in virtù della sua ambivalenza, nutre sia il sistema ritmico (che corrisponde al fusto), sia il sistema neuro- sensoriale (che, come mostra il disegno 1, corrisponde alle radici). Il nutrimento che l’uomo otterrà dalla patata, però, sarà sempre imprigionato fra due sistemi e non saprà realizzarsi completamente. Questa sua ambivalenza si rivela anche nel momento della conservazione: il tubero va tenuto all’ombra, come se fosse una radice; e in luogo arieggiato, come se fosse il prodotto di un fusto epigeo.
Nelle sue conferenze, Rudolf Steiner raccomandava così di consumarla con moderazione: “La patata nutre meno il cuore ed i polmoni, la patata sale fino alla testa, ma (…) raggiunge solo la parte inferiore, non entra nella parte superiore (…) della testa”, Conferenza del 2- 08- 1924.
IMPIEGO IN FITOTERAPIA.
Oltre all’uso culinario (vedi ricette), la patata è spesso usata per le sue virtù terapeutiche. Nel “Trattato di fitoterapia” di Rudolf Weiss sono riportate le sue proprietà curative. La patata, ed in particolare il succo di tubero crudo, è un efficace rimedio per i disturbi legati all’ulcera. Il principio attivo che agisce in questo caso è l’atropina, che svolge un’azione antispasmodica, ma di cui non si deve abusare. Meglio iniziare una cura a base di succo di patata solo sotto controllo del medico fitoterapeuta. Va specificato che la patata non favorisce la cicatrizzazione dell’ulcera ma si limita a migliorare i disturbi colici.
La polpa della patata può essere utilizzata per impacchi esterni sulla pelle, per lenire arrossamenti, geloni e scottature. Si può preparare il succo di patata con l’aggiunta di olio extravergine di oliva allo scopo di ottenere una lozione disinfiammante per la pelle secca e screpolata.
RICETTE:
1- TORTA DI CIPOLLE E PATATE.
Ingredienti: (dosi per 4 persone)
pasta frolla (la surgelata andrà bene)- 500 gr.; Patate affettate- 500 gr.; Cipolle- 300 gr.; panna da cucina- 1 bicchiere e ½ (i vegetariani possono trovare in commercio un tipo di panna vegetale a base di soia); olio extravergine d’oliva q.b.; Parmiggiano Reggiano- 100 gr.; o altro formaggio saporito senza caglio animale; 1 uovo; sale e peperoncino a piacere.
Esecuzione:
Stufare nell’olio a fuoco lento le patate e le cipolle, tagliate a fettine sottili. Attenzione a non farle attaccare sul fondo della teglia. Poco prima che la cottura sia ultimata, togliete dal fuoco gli ortaggi ed attendete che si freddino. Poi, aggiungete la panna, l’uovo ed il formaggio, quindi amalgamate il tutto, con l’aggiunta di sale e peperoncino.
Mentre le verdure si freddano, tirate la sfoglia non troppo sottile e ricavate due dischi, di diverso diametro. Con il disco più grande foderate una teglia oliata (una tortiera andrà bene). Ponete ben steso il composto sulla pasta, e poi richiudete con l’altro disco.
Pizzicate i bordi dei due dischi affinchè si uniscano bene e la torta non si apra durante la cottura. Ungete con un po’ d’olio la superficie della torta e bucatela qua e là.
Nel forno per 45 minuti a 170°.
2- ricetta vegetariana- PATATE ALLE MANDORLE.
Ingredienti (dosi per 4 persone).
500 gr. di patate, meglio quelle piccole novelle, che si presentano meglio; 500 gr. di carote a cubetti; 100 gr. di piselli; cipolle; olio d’oliva; prezzemolo; aglio; sale e pepe a seconda dei gusti personali; un bicchiere di vino bianco secco; 80 gr. di mandorle macinate; 2 tuorli di uova sode; un pizzico generoso di curcuma.
Tenere a parte l’albume delle uova sode.
Esecuzione:
Cuocere le cipolle, le patate, le carote ed i piselli in una teglia dal fondo pesante, con poco olio. Aggiungete i diversi ortaggio un poò alla volta a seconda del loro tempo di cottura. Le patate anche se novelle richiedono tempi di cottura più lunghi, quindi cuocetele per prime. Durante la cottura, aggiungete il prezzemolo, l’aglio, il vino bianco e un po’ d’acqua.
Mentre le verdure si cuociono, preparate il condimento: amalgamate le mandorle, con il tuorlo delle uova sode e la curcuma. Cercate di ottenere una pasta omogenea. Aggiungete alcuni cucchiai di liquido di cottura per rendere il composto più morbido. Poi, unitelo agli ortaggi che ancora stanno cuocendo.
In totale la cottura dovrebbe essere di circa 30 minuti. Controllate se il sale ed il pepe son giusti; aggiungete l’albume delle uova sode tritato insieme al prezzemolo come decorazione.