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IL FLADEN USATO CONTRO LA SICCITA’ E LA RADIOATTIVITA’

Uno dei problemi che sarà sempre maggiormente pressante e “cocente” nei prossimi anni  per l’agricoltura è l’aumento costante ed inesorabile del calore di cui si notano nello scenario globale diversi esempi: quest’anno negli USA ed in Canada, dove le temperature hanno toccato i 50°C con incendi gravissimi e siccità diffusa, si sono registrate gravissime perdite di raccolti di oltre il 30% rispetto agli anni precedenti,  nella Russia artica si sono superati per la prima volta i 40°C, in Lapponia 33,6°C (con Babbo Natale in bermuda!), senza contare l’Africa che sempre di più boccheggia e resta senza acqua e senza  cibo: coltivazioni, uomini ed animali compresi; ma tutto questo non interessa quasi nessuno… è molto più importante terrorizzare la gente  col raffreddore del covid, le mascherine e i vaccini!

Anche l’Italia non è da meno … calo delle precipitazioni di circa il 25% medio, gelo tardivo primaverile,  siccità, grandinate, trombe d’aria e diverse avversità con insetti e funghi che riducono le produzioni fino al 70% in meno: Rudolf Steiner nel Corso di Koberwitz sull’agricoltura biodinamica del 1924 aveva previsto che entro un secolo non ci sarebbe più stato cibo  sufficiente per tutta l’umanità  e forse ci aveva pre-visto giusto e ci stiamo arrivando ….

Pochi sanno che questo fenomeno dell’aumento del calore si è messo in moto in maniera esponenziale dopo l’uso inconsulto delle bombe atomiche: dal 16 luglio 1945 ad oggi sono state fatte scoppiare ben  2418 ordigni nucleari (solo quelle censite ufficialmente),  la maggior parte  di esse fatte esplodere dai paesi più “democratici” del mondo; inoltre oggi abbiamo all’attivo 498 centrali  nucleari nel mondo ad uso civile (!!!)  desuete e con gravi carenze di manutenzione  che producono continuamente a iosa scorie radioattive che persistono nell’ambiente per almeno 3000 anni  e portano gratuitamente  col movimento delle acque usate per il loro raffreddamento la radioattività nelle acque  dolci e  salate di tutto il mondo!

Proprio nel 1950 Ehrenfried Pfeiffer e Hugo Erbe studiarono e legarono, inascoltati anche dai biodinamici e dagli antroposofi, la causa dei problemi della siccità,  che già allora iniziava, e della perdita di vitalità dei terreni coltivati proprio alla radioattività che  fa “emigrare” e fuggire gli esseri elementari “buoni” per lasciare il posto a quello”cattivi”.

E poi oggi ci si bea  e ci si illude dell’energia elettrica “green” che non tutti sanno che viene generata con oltre il 45% di energia nucleare ed il 33% con il carbone e petrolio, senza contare il problema dello smaltimento delle batterie al litio, che dopo un anno perdono già oltre il 40% della loro efficienza!

La radioattività è la causa primaria dell’aumento del calore e della siccità ed aumenterà sempre di più fino a rendere invivibili molte parti del mondo oltre a rendere inabitabili molti paesi sulle coste per lo scioglimento veloce ed inarrestabile dei ghiacciai: anche per questo motivo  i nostri s-governanti stanno  “premurosamente” programmando la “riduzione” degli abitanti con terapie genetiche obbligatorie che chiamano falsamente “vaccini”!

Ma questo  fatto del grave problema della radioattività non lo dico io ma lo affermava oltre 60 anni fa E. Pfeiffer, uno dei migliori collaboratori di R. Steiner: nell’ottobre nel 1958 ritornò dagli Stati Uniti dove era emigrato nel 1930 per estraniarsi dalle becere  dispute antroposofiche sorte subito dopo la morte di R. Steiner,  e nella sua ultima conferenza a Dornach pronunciò queste  forti parole: “Ora mi accingo a trattare un problema molto serio: esso consiste nel fatto che i rapporti naturali – sotto alcuni aspetti questo è solo un esempio – attraverso il sopraggiungere della ricaduta radioattiva sono stati cambiati così fondamentalmente su questa terra che non esistono più piante normali, e si deve creare per gli esseri umani una nuova protezione. Questo problema però non è così importante come per esempio lo sono il radio, o lo stronzio 90. È assai più importante il fatto che lo iodio radioattivo si sia distribuito su tutta la Terra, che esso venga assimilato dalle mucche, un po’ vada nel latte, un po’ nella tiroide e poi nella tiroide nel vitello, e nel grembo materno (ed esso è cento volte più attivo che non nella tiroide della madre, cosicché compaiono già oggi enormi difetti ereditari). Ora, il suo ciclo di vita, anzi il tempo di dimezzamento, è di 146 giorni. In questi 146 giorni si sono già verificati infiniti danni su tutta la Terra nelle capacità di ereditarietà, nei processi della tiroide. Sì, ora viene il problema; dobbiamo confrontarci con esso ad occhi ben aperti. Si dice: 15 bombe all’idrogeno e 150 bombe atomiche del tipo A, sganciate all’improvviso, non importa in quale posto della Terra – equatore, polo sud o nord della Terra – renderebbero la Terra inabitabile per 10.000 anni, ossia il tempo necessario per far sparire di nuovo questa radioattività. Questi sono numeri ufficiali. Se fosse così, sarebbe ancora facile. Ma il problema è che nel cosiddetto “utilizzo pacifico” della radioattività e dell’energia radioattiva, vengono liberate nell’aria le stesse quantità di radioattività, e secondo i calcoli che ho esaminato ci vorrebbero 3.000 anni mediante “l’utilizzo pacifico” per avere nell’atmosfera tanta radioattività quanto sganciando in un sol colpo 15 e 150 bombe. Dunque, al processo che è cominciato è stato posto un obiettivo già oggi, e questa finalità vuol dire: fra 3.000 anni. Anche se si volessero distruggere tutti i reattori nucleari, il pericolo esisterebbe ancora, ossia che la Terra non raggiungesse il suo scopo. Questa è la situazione cui ci troviamo di fronte. (Faccio presente che nel 1960 la produzione mondiale delle poche centrali nucleari era di 1 GW, oggi siamo ad oltre 600 GW, quindi i supposti 3000 anni di E. Pfeiffer vanno ridotti dal 1960 a meno di 100, e ci stiamo arrivando velocemente …. ndr).

Ebbene, questa situazione induce alcune persone a pensare. I pensieri che sorgono a tale proposito sono concepiti molto chiaramente. Vorrei ora leggervi qualcosa tratto dall’Atomic Scientific, una rivista di scienza atomico-nucleare in America, che utilizza un linguaggio molto aperto e leale. Vorrei in particolare leggervi qualcosa tratto da un articolo della Astronautical Institution, che si occupa del viaggio delle astronavi. Queste parole sono scritte da James B. Adson, il vicedirettore del lavoro di ricerca nell’esercito americano, ossia una personalità molto autorevole ed influente. Questo signor Adson, che oggi esercita la sua influenza come vicedirettore del lavoro di ricerca sull’esercito americano, afferma che si dovrebbe essere preparati già adesso mediante il viaggio delle astronavi al fatto che i conflitti della Terra dovrebbero essere disputati non più sulla Terra, ma sulla Luna o su un altro pianeta, affinché sia possibile salvare questa Terra. Ma per questo esistono determinate difficoltà (risate in sala). Vedete, non si dovrebbe ridere, queste sono questioni serie, per le quali sono stati pagati milioni di dollari, per studiarle e per trovare vie possibili per esaminarle e indagarle. Questa è davvero una faccenda serissima, poiché qui davvero il pensiero della subnatura prende possesso del nostro Cosmo. Traduco alla lettera: “Sarà possibile inventare una medicina cosmica. Poiché non sarà possibile avere fuori ossigeno da respirare, allora dovrà essere inventato un cibo artificiale, che venga iniettato nel sangue per rendere la respirazione non più necessaria del fatto di alimentarsi”.  (Questo fatto non vi dice nulla pensando a cosa accade oggi? Tipo le terapie geniche che ci stanno propinando?  Pensate che un ministro del governo italiano ha detto recentemente che con il 5G sarà possibile controllare tutto ed anche  “curare a distanza”!!!!!” ndr). Ma un po’ si dovrebbe almeno ancora consentire all’essere umano di non perdere l’abitudine e di potere dire qualcosa. Negli istituti di ricerca si lavora oggi per trovare sostanze da iniettare nel sangue che possano sostituire la respirazione. Per questo sono stati pagati dei milioni di dollari in ricerca. Colui che qui nello Stato Maggiore fa progetti, è un uomo che fa progetti per il futuro. Non si può dire che lo Stato Maggiore americano sia così tanto maldestro nei suoi piani …

Così oggi pensano gli esseri umani. Si possono scandalizzare o trovare tutto questo geniale. Ma così sono questi pensieri – se si considera che fra 3.000 anni la scelta atomica si avvicinerà comunque all’umanità, non importa cosa accadrà, è un problema serio. Qui sta il problema, del quale credo di dover ora raccontare qualcosa, anche se l’ho deciso solo malvolentieri. Ma è emerso dai discorsi con il dottor Rudolf Steiner. Non si sa dove, quando e quanto spesso accadrà. Questi pensieri sono un problema serio, serissimo!”

Sono passati esattamente 63 anni da questo discorso di E. Pfeiffer, che ha poi passato il velo dell’esistenza terrena nel novembre del 1961, ma risuonano molto attuali e  ci svelano molte  ombre … Se vi interessa leggervi integralmente il suo intervento ed altri suoi illuminanti scritti vi invito a leggere la sua autobiografia “Una vita per lo spirito” edita da Agri.Bio Edizioni.

Dopo il disastro di Cernobyl del fine aprile 1986 quando l’onda radioattiva arrivò in pochi giorni in tutta Europa ed anche in Italia, nei mesi seguenti si scoprì attraverso delle rilevazioni di radioattività che nei terreni  delle aziende biodinamiche della Germania dove si era usato il Fladen la stessa radioattività era praticamente nulla!

E proprio per questo motivo il Fladen dovrebbe essere usato sempre in abbinamento al cornoletame! Dato che l’elemento del Fladen che lavora sull’assorbimento della radioattività e la trasmuta è il calcare vivente del guscio d’uovo,  (in questa sede non posso dilungarmi ad illustrarne il processo, ma posso dirvi che  recenti prove scientifiche hanno evidenziato che  un uovo  messo in un campo radioattivo  intenso, ne misurano all’interno solo meno del 7% della quantità di radioattività che agisce fuori dal guscio)  es è appunto per i dati che prima ho esposto ho aumentato di 6 volte la sua quantità dalla ricetta originaria che aveva ideato E. Pfeiffer.

Un altro uso molto utile ed ineguagliabile del Fladen è usarlo per contrastare la siccità.

Xavier Florin quando venne da me  a tenere  un corso nel 2005 mi raccontò di un’ esperienza molto curiosa che gli capitò con l’uso del Fladen.

Negli anni ’80  un suo amico aveva trapiantato  nel sud della Francia 5 ettari di  cavoli ad inizio luglio e quell’anno vi era una forte siccità e non vi era abbastanza acqua per irrigare  le piantine. Dopo qualche giorno di stenti i cavoli iniziavano a rinsecchirsi e quel suo amico andò da lui e gli disse: “Tu che sei un mago della biodinamica trovami una soluzione per salvare i miei cavoli!” Xavier  andò con lui a vedere il terreno e scavando trovarono un po’ di umidità a 90 cm di profondità.  Florin gli disse che occorreva dinamizzare e spruzzare subito il fladen per tre giorni di seguito e così fecero, spruzzandolo in quantità e molto tardi la sera.

Dopo i tre giorni riandarono a controllare il terreno e trovarono umidità a 10 cm dalla superficie del terreno: il fladen aveva fatto salire l’umidità (le ondine) di 80 cm! Dopo una settimana ridinamizzarono e spruzzarono il fladen  ed i cavoli si salvarono e crebbero bene e robusti!

Cosa ci fa comprendere questa storia vera? Che il fladen ha la capacità di “mobilitare” e di creare, attrarre  e far risalire l’acqua  e nutrire nuove ondine!

Quindi questo preparato che è stato un po’ dimenticato dai biodinamici ha una sua funzione specifica che non è per nulla da confondere con il cornoletame ed è proprio il preparato da usare a iosa in questo periodo.

Pensate a cosa si potrebbe fare nelle zone aride e desertiche: non sicuramente dopo tre giorni, ma nel giro di pochi anni si potrebbe di nuovo ricreare l’armonia e le condizioni adatte per riportare vita e contemporaneamente transustanziare la radioattività che sicuramente agisce anche lì.

Fra l’altro lo stesso fladen è anche molto adatto per terreni che hanno anche eccessi di umidità e quindi riporta il giusto equilibrio, com’ è molto utile per aiutare la digestione della sostanza organica nel terreno in autunno o dopo l’interramento di sovesci.

Potremmo dire con un’ immagine che le forze nucleari rappresentano l’uso  istantaneo di grandi potenze di energia per “digerire”, per distruggere le forme e liberare le sostanze, potremmo anche chiamarlo un metodo  distruttivo  e disarmonico di liberare forma e sostanza lasciando dietro una quantità norme di energia radioattiva che va a  continuare la sua azione distruttiva nel tempo: un po’ come un’azione virale che continua nel tempo. R. Steiner diceva che la radioattività esiste naturalmente in alcune zone del mondo (soprattutto in America del Nord)  e che la Terra diventerà col tempo completamente tutta radioattiva, queste forze naturali serviranno per trasformare tutta la materia fisica in sostanze eteriche, ma oggi  non è ancora il tempo  che questo accada …altrimenti ci togliamo letteralmente la terra da sotto i piedi … “Un male è semplicemente un bene anticipato o ritardato …”

Il fladen è una specie di digestivo, un compendio,  un supporto alla trasformazione delle forme  che non servono più, una forza dolce, una musica che aiuta e sostiene i processi di digestione mirati ad una specifica sostanza in uno specifico luogo e  in un tempo preciso, che produce nuova vita  e nuove forme e sostiene la creazione e l’attrazione di esseri elementari e proprio per questo trasforma, transustanzia ed armonizza  anche le forze di radioattività che sono state create da un atto violento che sprigiona troppa energia.  Il fladen è un processo di amore che cura la rabbia incontrollabile.

E come sappiamo per una buona digestione occorre avere molti liquidi, che sono appunto le ondine e queste vengono proprio attratte dal fladen.

Io sono sempre più convinto che il fladen, e praticamente tutti i preparati biodinamici vadano oggi usati anche nelle case, nelle città e sugli esseri che le abitano in forma omeopatizzata come aveva studiato ed evidenziato Lilly Kolisko, su suggerimento dello stesso R. Steiner già negli anni ‘30! Leggete “L’agricoltura del domani” di Lilly ed Eugen Kolisko  stampato da Agri.Bio Edizioni e ne troverete le evidenze scientifiche e spirituali.

Come tutte le rivoluzioni che hanno cambiato il mondo sono sempre partite dalla campagna, anche questa rivoluzione oggi quanto mai essenziale e provvidenziale, deve ripartire dalla campagna, da una campagna di diffusione di eteri di luce, di vita, di trasformazione e di calore da diffondere in ogni dove: oggi abbiamo tutti gli strumenti per farlo, mancano solo gli uomini per crearla!

Ivo Bertaina

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