di DOMENICO DE SIMONE –
Questa poi! Come potete leggere in questo articolo, ieri una strana coppia, un olandese e un americano, si sono presentati in Vaticano con una valigetta 24 ore con dentro alcune migliaia di miliardi di titoli falsi in euro, dollari e altre valute dicendo che dovevano andare allo Ior, dove avevano appuntamento con un qualche alto prelato. Il loro atteggiamento ha insospettito i gendarmi Vaticani che hanno chiamato la Guardia di Finanza che ha constatato la falsità dei titoli e li ha denunciati per tentata truffa.
Quattro anni e mezzo fa è successo qualcosa di simile: due impettiti giapponesi hanno cercato di attraversare il valico con la Svizzera a Chiasso su un treno di pendolari, e sono stati fermati dalle guardie di frontiera che hanno trovato nella loro 24 ore, titoli per 134,5 miliardi di dollari che i due cercavano di introdurre in Svizzera. La storia era tanto inverosimile che allora la chiamammo “Il giallo dell’estate”. Debora Billi e Pietro Cambi ci scrissero qualche articolo su Blogosfera e io pure in questo articolo.
Rileggetela perché è davvero divertente. Se quella era inverosimile, questa lo è anche di più. Rileggiamo quello che dicono i giornali (tutti i giornali: Corriere della Sera, Repubblica, Il Messaggero e persino il Corriere del Ticino, dicono tutti la stessa cosa), ma lentamente e con qualche considerazione sulla verosimiglianza della storia.
Dunque, due signori, non si sa come vestiti ma ipotizzo agghindati di tutto punto, si presentano al varco Sant’Anna per entrare in Vaticano. Portano con sé una valigetta 24 ore e appaiono un po’ nervosi e agitati. I gendarmi si insospettiscono e gli chiedono dove devono andare. I due dicono candidamente (?!?!?) che hanno appuntamento allo Ior con due Cardinali. Un rapido riscontro e la cosa viene smentita. I gendarmi chiedono di aprire la valigetta e a quel punto saltano fuori titoli al portatore per alcune migliaia di miliardi di dollari. Rileggiamo: Titoli al portatore (?!?) per alcune migliaia di miliardi (migliaia di miliardi?!?!?) di dollari (Oddio i giapponesi!), di Euro (di Euro?!?!?) ed altre non specificate valute. I titoli vengono immediatamente qualificati come falsi, i gendarmi chiamano la Guardia di Finanza che accorre e sequestra il tutto e li denuncia per tentata truffa (?!?!?) ai danni dello Ior. Nell’articolo si dice, infatti, che i due volevano depositare questi titoli presso lo Ior e ottenere una linea di credito (per migliaia di miliardi?!?! Ma stiamo scherzando, vero?) con cui operare in modo spregiudicato (LOL) sui mercati internazionali.
Ora, proviamo a immaginare la scena. Due tizi girano per Roma con una valigetta che contiene un multiplo del PIL dell’Italia e se ne vanno a cercare una banchetta dove depositarlo. Certo, perché in qualsiasi banca, se uno si presenta con una valigetta 24 ore con dentro titoli al portatore per qualche migliaio di miliardi, arriva il Direttore e ti dice: “Prego si accomodino lor signori, si siedano lì che vi apriamo in pochi minuti il conto titoli e poi vi diamo un acconto: Vanno bene cinquecento miliardi per cominciare? O ne volete mille subito? Contanti e piccolo taglio?” Già si sa che la vita a Roma è diventata particolarmente cara…
Insomma, la storia è talmente inverosimile che i casi sono tre. Il primo è che quello dei Gendarmi Vaticani o della Guardia di Finanza che hanno raccontato la storia al giornalista ha un attimino esagerato le cifre, e magari si tratta di titoli per qualche migliaia di euro o al massimo per qualche milione di euro. Così la storia ha un senso. Ma se davvero si tratta di “migliaia di miliardi” stiamo davvero alla follia. Come dicevo a proposito della storia del “giallo dell’estate 2009″, importi dell’ordine delle decine o delle centinaia di miliardi sono operazioni che fanno solo gli Stati tra loro, o qualche grande banca, ma certo non avvalendosi di due tizi che vanno a spasso per Roma cercando di entrare in Vaticano come due turisti qualunque, e poi dichiarano che vogliono andare allo Ior. Considerate che titoli cartacei di queste dimensioni sono stati emessi fino agli anni ’80 e poi sono tutti diventati virtuali. Quindi, non possono esistere titoli del genere in Euro, che com’è noto, è nato nel 2002. Esistono però titoli di Stato americani di questi importi in giro. Alcuni sono veri (molti a quanto pare) altri sono stati falsificati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale (per fare la guerra agli americani, ovviamente), altri sono stati creati da qualcun altro (come ipotizzo nel mio articolo sui Ridolini giapponesi, di cui, peraltro, non si sa più nulla da tempo. Bah, altro mistero da chiarire).
Quindi la seconda ipotesi. I due sono così cretini e così dementi da meritare l’”Idiotone di platino”, il premio speciale per chi cerca di fare la truffa più cretina nel secolo corrente. Ma ve l’immaginate che una banca, una qualsiasi banca e soprattutto lo Ior, dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni, dopo la trasparenza, la cacciata dei vertici, le indagini, le inchieste, la chiusura di 1.500 conti correnti di gente che non aveva il titolo per averlo aperto perché non è né un prelato con poteri speciali, né un dipendente del Vaticano (storie queste ripetute all’infinito e recentemente da tutti i giornali), all’arrivo di due tizi con titoli per migliaia di miliardi di dollari (!?!?!?), gli apre il conto e gli da i soldi? Ma stiamo su “Scherzi a parte”?!? Le possibilità che un’operazione del genere potesse avere successo sono molti chilometri sotto lo zero, mentre la possibilità che, se pure avessero passato la frontiera, un qualsiasi impiegato di banca chiamasse la Finanza o la Polizia sono superiori al mille per mille. Quindi i due sono completamente cretini ed hanno buttato via un sacco di soldi sia per far stampare i titoli falsi, sia per venire a Roma, alloggiare in albergo e sia, infine, per il taxi che li ha portati in Vaticano. O magari ci sono andati a piedi, per risparmiare! Tanto si sa che a Roma non ci sono mica gli scippatori che ti portano via la valigetta e con essa le migliaia di miliardi che contiene. E anche se fossero stati milioni di dollari, o migliaia di dollari, la fine sarebbe stata la stessa. Un TSO, che ricordo significa Trattamento Sanitario Obbligatorio, è assolutamente necessario!
Ma vi sembra possibile? Far stampare titoli del genere ha un costo elevato. Negli articoli non c’è scritto di quale livello fosse la falsificazione dei titoli, ma tutti i titoli cartacei di tutti i paesi del mondo (e, ripeto, ora la circolazione dei titoli viene fatta esclusivamente per via elettronica dopo la loro dematerializzazione, tranne per quelli creati nel secolo scorso) sono fatti su carte filigranate di particolare qualità, migliore di quella delle banconote, con accorgimenti tali da far riconoscere subito la falsità dei titoli. Un falsario lo sa perfettamente, e quindi: 1) evita di stampare titoli di importi superiori a qualche milione di dollari, 2) sceglie i titoli più comuni e facilmente falsificabili, e poi 3) li va a portare a colpo sicuro in una banca. A colpo sicuro significa che se va in una banca ha certamente qualcuno dentro che è d’accordo con lui, altrimenti non comincia nemmeno a stamparli. All’avventura ci vanno i falsari di banconote, e anche quelli devono fare un grosso investimento per rifare i cliché, la carta filigranata, i colori la stampa e in genere scelgono le banconote da piccolo taglio. In Europa la banconota più falsificata è quella da venti euro e le ragioni sono evidenti. Falsificare titoli di Stato per miliardi, i cui originali sono stati creati in relativamente pochi esemplari e comunque decine di anni fa, presuppone uno sforzo di imprenditoria criminale davvero notevole. Valli a rifare i cliché, a trovare la carta filigranata utilizzabile, i colori dell’epoca, e soprattutto vai a trovare un modello da copiare! Mica si tratta di una banconota da venti euro che ce l’hanno tutti e che sfugge ai controlli proprio perché è molto comune. Che diavolo può avere di comune un titolo da qualche miliardo o qualche decina di miliardi di dollari?
Diceva il Colonnello della Guardi di Finanza che ha operato i controlli a Chiasso che hanno scoperto i due giapponesi con i 134,5 miliardi di titoli in dollari, che il più grande sequestro di titoli falsi effettuato alla frontiera era stato non superiore a cento milioni e già si trattava di una cifra enorme per un’operazione presumibilmente intrapresa da qualche mafia internazionale. Ma cento miliardi di dollari erano impensabili, e figuriamoci migliaia di miliardi di dollari!
E poi, ammesso pure che quello fosse il rio piano dei due falsari, ma vi pare verosimile che alla frontiera dichiarano di voler andare allo Ior dove sono attesi da due Cardinali (non uno, ben due!), e non che sono diretti allo spaccio dei francobolli o alla farmacia Vaticana? Ma che senso ha questa storia? Sono così cretini questi due da pensare che un piano così inverosimile potesse avere una minima possibilità di successo?
A pensare male si fa peccato, lo so. Soprattutto quando ci sta di mezzo il Vaticano. Ma non riesco ad esimermi. I truffatori sono spesso molto furbi e dotati di una perversa intelligenza criminale. E truffatori così idioti si fanno scoprire dal primo fesso che incontrano mentre vanno nel loro paese all’aeroporto. Non so se questa storia avrà un seguito sulla stampa o se su di essa calerà il silenzio. Non mi meraviglierei affatto. Ma se penso che davvero erano attesi allo Ior da qualcuno, non otterrò mai più l’assoluzione dai miei peccati? E che non lo sapevano che se dicono di andare dai Cardinali X e Y, poi la Gendarmeria telefona per sapere se è vero? E se l’hanno dichiarato davvero, non è che per caso, qualcuno che li aspettava ha fatto finta di cadere dal pero? Oppure che era un trappolone organizzato da qualcun altro che ha avvertito la gendarmeria e la Guardia di Finanza per far sequestrare i titoli? Ma vi pare che i servizi americani, olandesi, russi, tedeschi e italiani e afgani, non sapessero che due impettiti signori avevano intenzione di depositare titoli per migliaia di miliardi allo Ior? In un mondo in cui vengono sentite le telefonate ed i messaggi di tutti, vi pare possibile che una roba così, un’operazione che ha richiesto mesi di lavoro e l’impegno di molte persone per prepararla, passi del tutto inosservata e venga scoperta casualmente perché i due appaiono un po’ nervosi? Ma dai, per favore!
La situazione della finanza mondiale è talmente grave e prossima al tracollo che è pure possibile che quei titoli non fossero falsi, o fossero anch’essi falsi d’autore. E qui mi fermo perché in realtà non ne sappiamo niente, tranne che a leggere gli articoli pubblicati, comunque li giri e li rivolti, pensi che stai leggendo un libro comico scritto male, talmente la storia è inverosimile. E allora mi chiedo dove siano finiti i giornalisti. Ma possibile che nessuno si sia posto una domanda su questa storia? Come si fa a raccontarla come se fosse vera senza porre il minimo dubbio alle corbellerie che sono elencate in questa narrativa? È come se raccontassi le avventure dell’asino che vola sulla luna e tutti ci credessero. Ma c’è ancora qualche giornalista in questo paese?
Domenico De Simone
Fonte: http://domenicods.wordpress.com
Link: Il giallo di primavera? A proposito dei titoli per migliaia di miliardi di dollari sequestrati dalla gendarmeria Vaticana
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13167
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