Dopo gli studi di matematica, astronomia, filosofia, e sanscrito presso l’Università di Leida, Elisabeth Vreede diventa insegnante di matematica in un liceo. Il suo incontro con Rudolf Steiner nel 1903 sarà decisivo. Ella dedicherà infatti il resto della sua vita al movimento antroposofico. Nel 1923, è nominata responsabile della Sezione di matematica e di astronomia presso la libera università di scienza dello spirito del Goetheanum.
Da sempre, il cielo stellato affascina gli esseri umani. Le fasi della Luna, la danza ritmata dei pianeti, gli zampilli delle stelle cadenti, il valzer dello zodiaco hanno fatto parte della vita dei nostri antenati, che vedevano negli astri la dimora degli dei.
Con Copernico, Galileo, Newton, l’universo si è svuotato di qualunque contenuto spirituale, per divenire un meccanismo prodigioso, ma privo di vita. E tuttavia, chiunque può percepirlo non appena alza gli occhi verso il firmamento, gli astri celano l’enigma delle nostre origini e del nostro destino.
Imparando ad osservare e a comprendere il cielo come ci invita Elisabeth Vreede, giungiamo a sentire come ricollegarci alle forze che agiscono nel cosmo. Evitando la trappola delle superstizioni astrologiche, così come, parimenti, la trappola delle teorie materialiste riduttive, ella ci guida, grazie all’antroposofia, verso un ampliamento della visione scientifica e, soprattutto, verso un amore pregno di rispetto per la Terra e il Cosmo.
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