Biopensieri 2010

giugno 2010

IL CALCIO … ALLO STOMACO

Anche quest’anno, come ogni quattro anni, come una improvvisa vampata di calore, per un mese il campionato mondiale di calcio ci assale e ci distrae dalla realtà.
Dopo aver passato mesi e mesi per discutere su che giocatori era meglio portare all’appuntamento del Sud Africa, ci si accinge a “vivere” la frenesia del mundial per cercare di risalire sul tetto del mondo del calcio.

Mentre viaggiavo in auto ho sentito su Rai 1 che allo stabilimento FIAT di Termini Imerese il sindacato ha proclamato uno sciopero per lunedì 14 giugno dalle 20 alle 22 (quando giocava l’Italia la sua prima partita) perché non hanno messo tre megaschermi nella fabbrica…
Dato che giustamente l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ha detto a questi “operai poco operosi” molto finemente che sono degli sfaticati e che in un grave momento di difficoltà economica pensano solo a guardare le partite, gli stessi sindacalisti del popolo del pallone hanno deciso di fare un altro sciopero e scommetto che dato che l’Italia ha giocato la seconda partita domenica (e non valeva la pena di fare sciopero) lo faranno giovedì 24 giugno.
Con dei sindacalisti così siamo in una botte di ferro!
Questi si che sono i veri ed imprescindibili diritti del lavoratore italiano: ogni quattro anni guardarsi in santa pace le partite dell’Italia!

Mi sono cadute le braccia e tutto quello che poteva ancora cadere… In un momento di grande crisi economica dove lavorare è diventato un lusso, si sciopera, con la copertura dei sindacati, per poter guardare la partita di calcio!!!
Siamo veramente dei bambini che non vogliono crescere! Che vergogna!

Io sono sempre stato un discreto tifoso di calcio: da sempre ho tifato per la Juve, non mi ricordo il perché, ma non sono mai andato una volta allo stadio, da giovane seguivo quando potevo le partite per radio, con “90° Minuto” e quando capitava guardavo le partite alla TV, ma non ho mai rinunciato al lavoro per guardare una partita anche del Mondiale.
Dico anche con un certo orgoglio che di questo mondiale ad oggi non ho ancora guardato una partita, nemmeno dell’Italia e non mi manca per niente.
Anche perché mi sento sempre meno italiano e sempre più cittadino della Terra come ha detto in un bellissimo discorso Václav Havel.

Certamente il potere politico ci naviga con cittadini di questo genere: se mai l’Italia vince si fanno passare tutte le riforme economiche possibili e saremo felici e contenti come nelle favole…
Si faranno altre feste, ciucche, mangiate e trombate in gruppo od in solitaria per un sano sviluppo del PIL!
Se invece l’Italia non vince il riaccostarsi alla realtà della crisi economica sarà più dura e più veloce…ed il PIL non se ne gioverà.

Attraverso gli “idoli” del calcio le persone cercano di dare un “calcio” ai propri problemi, cercano almeno di allontanarli per un po’, cercano sogni ed affermazioni ed attraverso il tifo il tifoso si sente parte di un gruppo, di un “branco” simil animale che spesso oltre che essere ignorante fa anche danni: vedi i tumulti che spesso si fanno agli stadi e che la collettività paga oltre che in denaro anche in termini di vite umane.

Nell’antichità, poi non troppo antica, i romani davano alla plebe, per farla stare buona ed assicurarsi il consenso popolare, “panem et circenses” come ci dice il poeta Giovenale: pane gratuito od a prezzi inferiori del prezzo normale e giochi popolari gratuiti.
Si poteva anche capire perché allora lo sviluppo umano era soprattutto sul paino animico, sul piano emozionale, sul piano basso ed orizzontale che serve anche per trombare.
Oggi che stiamo sviluppando con

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tanta fatica l’elemento spirituale, l’Io, osservare che siamo rimasti ai giochini e passatempi di 2000 ani fa, fa un po’ tristezza…

Oggi, invece per gaudio magnum, dei poteri forti, la formula funziona sempre e forse ancora meglio: abbiamo hard discount che ci danno cibi che valgono poco più di una merda di animale di allevamento intensivo a prezzi bassissimi e televisione a go- go 24 ore su 24 con sport, sesso, liti, scandali e grandi fratelli a non finire.

Così il popolo bue mangia “merda” a prezzo basso che blocca quel poco di pensiero libera che esiste ancora e si inebetisce rincoglionendo davanti alla televisione per vivere una realtà virtuale che non è sicuramente virtuosa.

Viva l’Italia del pallone, viva l’Italia che passa il suo prezioso ed irripetibile tempo a fare cose inutili, viva chi non muore (da vivo).

Ivo Bertaina

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