Per conoscere l’origine della vita occorre alzare lo sguardo verso il cielo, verso la Luna, i pianeti del sistema solare, lo zodiaco ed i buchi neri. Astrologia significa etimologicamente “discorso degli astri”, il parlare degli astri, o per meglio dire il “suono creatore e formatore delle stelle” ovvero “il maestro” mentre astronomia significa invece “la misura degli astri”ovvero “il sarto”: le due cose insieme danno vita all’astrosofia, alla sapienza degli astri, arte, scienza e conoscenza. Astro a sua volta significa “stella” o meglio ancora “disseminate nel cielo”, quindi le stelle sono semi di diverse forme di vita disseminati nella luce, mentre le nostre sementi agricole le disseminiamo nelle tenebre della terra. Gli astri parlano, comunicano ed agiscono con suoni e forze formatrici coi minerali, colle piante, con gli animali e con gli uomini attraverso le cosiddette “musiche delle sfere”, suoni creatori e movimenti o meglio “danze” con i loro movimenti visibili nel cielo che oggi l’uomo non percepisce più con i sensi comuni e proprio per questo deve reiniziare a riscoprire con gli ancora suoi imberbi sensi spirituali. Oggi le costellazioni si stanno espandendo: 5000 anni fa l’ampiezza delle costellazioni era di circa 30° gradi per ogni segno, oggi ogni costellazione ha una ampiezza diversa, da 18° a 45°, i segni zodiacali si sono diversificati, specializzati, pur avendo una forte correlazione tra di loro e nonostante l’apparenza, noi le chiamiamo solitamente ed erroneamente “stelle fisse”, sono sempre in continuo e velocissimo movimento, perché solo col movimento si crea la vita.
Le piante sono “visitate” dagli astri, dalle stelle e dai pianeti nel passaggio della Terra davanti alla costellazione e nel movimento dei pianeti intorno alla Terra: di fatto è una visita come si va a far vista ad un amico od ad un conoscente od all’amato; una visita per “scambiare doni” sentimenti od impressioni, una visita fondamentale per portare nuova vita sulla Terra e quindi per le nostre piante e per il regno minerale e per comprendere ed ottenere questi suoni o “parole cosmiche” dobbiamo considerare l’influenza dello zodiaco e delle costellazioni dal punto di vista astronomico e non astrologico se vogliamo cogliere veramente il discorso, il parlare delle stelle alle piante ed alla terra. Dal punto di vista astronomico (misura) ovvero il tempo dell’entrata della terra nella prima stella della costellazione fino alla uscita dalla sua ultima stella, fra l’altro la stessa costellazione ha per ogni giorno della visita della Terra, un “parlare”, un risuonare diverso che viene anche influenzato non solo dalla posizione nel segno zodiacale ma anche dai segni vicini, sia zodiacali che extra zodiacali oltre che dai movimenti planetari.
Gli uomini ed in parte gli animali sono “svincolati” dall’astronomia perché noi ci muoviamo sulla Terra e non abbiamo un rapporto diretto e completamente dipendente da essa, questo si vede nelle mestruazioni femminili, nelle influenze, nelle febbri, nei calori degli animali etc.
Quindi attraverso l’uso cosciente e consapevole del calendario biodinamico delle semine posso portare alla pianta le informazioni che le mancano, che le servono gratuitamente attraverso una cosciente e consapevole conoscenza umana delle esigenze della pianta che posso cogliere attraverso l’osservazione della stessa pianta: Goethe ci diceva che la pianta è un “enigma svelato”, basta osservarla e ci dice tutto.
In una società sana esistono individui di ogni età: bambini, adolescenti, adulti ed anziani oltre che animali, piante e strumenti creati dall’essere umano. Se manca qualche categoria o se vi è un eccesso di alcune categorie citate l’ambiente sociale per forza di cose si altera, si ammala. In una azienda agricola anche solo di 50 anni fa la presenza di giovani ed anziani era una cosa naturale, utile e sana, oggi i vecchi vengono chiusi nelle “case di riposo”, i giovani sono estraniati completamente dal mondo del lavoro e degli adulti e gli uomini e donne in età di lavoro sono tremendamente soli ed oggi anche senza lavoro ….
La vita e la ricchezza sociale ce l’abbiamo dove esiste una buona ed equilibrata varietà: per esempio in una scuola dove ci sono solo bambini di una fascia di età avviene una alterazione sociale, in quanto vi crea una povertà sociale, ovvero una “monocultura” basata sull’età uguale della massa sociale: se dividiamo le età umane tra giovani, maturi e vecchi, abbiamo molti giovani con un grave carenza di maturi e vecchi, manca loro una parte importante della vita umana.
Perché solitamente in un bosco non vi sono malattie, o ve ne sono in ogni caso molte meno (se non è intervenuto l’uomo in modo arbitrario) mentre in un campo agricolo coltivato ve ne sono molte, soprattutto dove si usano i veleni chimici? Perché nel’agricoltura, che non è assolutamente una attività naturale, di per sé c’è una povertà spirituale, una povertà astrosofica, mentre per esempio in un bosco secolare vi è una grande ricchezza spirituale, una vera ricchezza astrosofica: piante di diversa età, di diverse specie, erbe, cespugli, funghi, muschi, licheni, insetti, animali etc che coabitano ed interagiscono mentre in un ettaro di grano od anche in 10 ettari di grano abbiamo una sola specie fra l’altro seminata in un giorno e quindi con una specializzazione astrosofica limitatissima e mancano tutte le varie varietà di un bosco. Una volta ai confini dei campi si lasciavano degli alberi, dei cespugli, delle “zone franche”, oggi per produrre di più si è eliminato tutto ciò ammalando l’ambiente agricolo. Le malattie agricole derivano solamente da un mal-agire dell’uomo! E come “cura” l’uomo queste malattie? Con dei veleni e dei minerali …. strapeggiorando la situazione, invece di riportare cosa manca all’agricoltura, ovvero una ricchezza astrale.
Oggi tutto viene diviso, separato e sezionato come nell’agricoltura e tutto si ammala lentamente ma inesorabilmente, perché la scienza ha perso completamente la CONO-SCIENZA, perché la scienza (etimologicamente significa scindere, tagliare, dividere) si è staccata dalle basi fondamentali della vita, se ne è estraniata, ma se vuole l’essere umano attraverso la coscienza può riacquistarla, LIBERAMENTE.
Oggi occorre ricominciare a comprendere che cosa “porta” ogni costellazione ed ogni pianeta nelle loro visite alla Terra. Il percorso professionale umano ci obbliga oggi a specializzarci, quindi a legarci con abilità esclusive e caratteristiche ad un solo esclusivo ambito, ad impoverirci “culturalmente e spiritualmente”: la specializzazione lavorativa è di fatto una malattia sociale e morale e questo stato di cose è temporaneamente inevitabile in questo particolare periodo evolutivo ma va compreso nella sua estrema pericolosità. Stranamente oggi solo la perdita del lavoro di fatto rimette in gioco l’evoluzione umana, ci da una nuova ed importante opportunità di rivedere e rivalutare le nostre prospettive di vita. Da questo ha origine il grande problema che la maggior parte delle persone oggi affrontano, e cioè come sia possibile crescere umanamente e di conseguenza spiritualmente nonostante la professione che abbiamo e che di fatto ci limita umanamente: più l’uomo è specializzato e più rischia di perdere la sua umanità, rischia di ridurre la sua possibilità di creare nuove idee e questo capita anche spesso con i biodinamici e gli antroposofi. La specializzazione è una materializzazione, una animalizzazione, una regressione evolutiva e non u progresso come erroneamente si crede oggi. “Più strumenti usi e meno umano sei” mi diceva l’amico Roland Ulrich, perché dipendi sempre più da cose non –umane e sappiamo bene cosa agisca nelle cose non –umane!
L’uomo è e diventa nel vero senso del termine, tanto più umano quanto più prende le distanze dal proprio ambiente e si distacca dalla specializzazione lavorativa, sociale o corporativa; per esempio l’animale è fortemente ed unilateralmente specializzato senza nessuna possibilità di cambiamento (un cane non potrà mai aspirare o pensare di diventare un canarino e viceversa), nello stesso modo non si comprende pienamente la biodinamica fino a che non si conosce e si applica l’antroposofia; come l’uomo perde la sua umanità o per meglio dire non la completa se non mantiene una “curiosità” ad ampio raggio nel conoscere ed esprimere le sue potenzialità ed i suoi talenti così la biodinamica si meccanicizza, si disumanizza e si chiude se perde, o peggio ancora, non conosce le sue vere radici viventi e spirituali. Giovanni Pascoli diceva non caso “coltivate il fanciullino che avete in voi” e troppo spesso, soprattutto da adulti non lo coltiviamo affatto, ma lo lasciamo morire di stenti e spesso moriamo anche noi con lui.
In effetti, si può dire che sia l’uomo deve essere polivalente, tanto più un uomo si specializza tanto più si “animalizza” e diventa una fenomeno da baraccone, da circo, da record (terrestri) e non da record spirituali, va ricordato che i record terrestri, proprio per la natura della terra sono di fatto limitati e singoli, mentre i possibili record spirituali sono , per natura, illimitati e aperti a tutti!
Un vero uomo non primeggia in un settore ma è uomo in tutti i settori che percorre e più settori percorre più diventa uomo.
Non a caso gli sciocchi ed inutili sindacati oggi difendono il lavoro (animalizzazione), la specializzazione e non l’uomo e la sua umanità e l’aiuto a scoprire ed usare i suoi talenti: il lavoro è e deve essere funzionale all’uomo e non viceversa!
L’uomo ha anche il grande compito di essere responsabile del proprio ambiente, non in un ambito specifico dove magari opera ma in tutti gli ambiti umani! La difesa e l’evoluzione della terra spettano anche ad un avvocato e non solo al contadino.
Se sceglie e si ferma in un solo ambito l’uomo perde a poco a poco sempre più la sua umanità ed oggi questo si vede e si percepisce chiaramente.
Da che mestiere l’uomo ha iniziato a conquistare la sua umanità? Da quando ha iniziato a fare l’agricoltore, da quando ha iniziato a far evolvere la terra con le sue mani grazie al sentire, al percepire l’azione delle figure celesti dello zodiaco per poi riprodurle sulla Terra con i gesti della semina, del movimentarla, del darle nuova forma e nuovo humus.
Partendo dalle immagini grandiose dello zodiaco che le Gerarchie Superiori ci hanno donato come immagini spiritualizzate, come sostanza spirituale, con lo zodiaco esse ci hanno insegnato a creare a nostra volta nuove immagini attraverso i nostri pensieri operanti nella Terra.
E quando noi produciamo pensieri offriamo nuove immagini alle Gerarchie Superiori, in teoria abbiamo sei miliardi di uomini che creano potenzialmente e continuamente centinaia di miliardi di immagini nuove donate come vero cibo per gli Angeli e le Gerarchie a loro superiori.
“Le Gerarchie Superiori si nutrono dei pensieri degli uomini” scriveva Rudolf Steiner.
Queste immagini umane, “forme pensiero” ovvero i nostri pensieri morali, vengono fecondate con un seme spirituale dal mondo delle Gerarchie, questo è il vero e sano scopo della nostra vita: creare attraverso la nostra vita sani e forti pensieri morali.
Però sei miliardi di uomini che creano immagini possono venire disturbati e rovinati dai pensieri freddi ed aridi di Arimane e Lucifero che si insinuano ed agiscono in noi ed attraverso di noi.
Per questo motivo Pitagora per far creare immagini sane ai suoi allievi dava delle severe e rigorose regole di vita nutrizionali e morali.
“Per ogni passo fatto nel mondo spirituale l’uomo deve fare cinque passi di progresso nel mondo fisico” diceva non a caso Rudolf Steiner.
Kant diceva che guardando le stelle diventava più morale perché la moralità non è sulla terra ma la si coglie solo fra le stelle, solo acquisendo una nostra personale moralità osservando l’aspetto fisico delle Gerarchie nelle figure delle stelle possiamo creare pensieri veri ed eterni.
Oggi per un uomo moralmente sano non serve più il giudizio della legge statale o della chiesa, o di qualsiasi altro freddo ed arido ente, nessun giudizio è potenzialmente più severo del nostro, lo vedremo e sperimenteremo quando passeremo le porte della morte fisica o se facciamo correttamente ogni sera la retrospezione giornaliera.
Non per caso quando ci reincarniamo nasciamo in un ambito fisico totalmente diverso e “per guarirci spiritualmente” faremo una professione totalmente diversa, l’unica cosa che avremo in comune con le altre vite sarà la possibilità di cantare, di creare col suono, di pensare osservando ed agendo nel mondo attraverso l’inesauribile forza dell’amore. “Ama e fai ciò che vuoi” diceva Sant’Agostino.
Per comprendere l’essenza di un determinato animale e la sua vera missione all’interno della natura, non basta analizzarne la morfologia e il comportamento, ma soprattutto il modo in cui si integra nel suo ambiente naturale: come si specializza.
Dalla relazione reciproca tra un animale e il proprio ambiente si può evincere la più profonda essenza dell’animale analizzato.
Con l’animale siamo nel campo dell’istinto, dotato di un sapere così superiore da oltrepassare abbondantemente la comune comprensione umana. Ne consegue una indicazione molto semplice per il nostro studio, e cioè che occorre osservare principalmente agli organi con cui gli animali mantengono il contatto con l’ambiente naturale, quindi gli organi sensoriali, la parte della bocca, le zampe, le corna e le ali.
Tutto accade come se, in ogni specie animale, agisse una forza che vuole rompere l’armonia e spingere tutta la specie in una sola direzione.
Alcuni organi sono eccessivamente sviluppati, mentre altri, invece, non trovano spazio. L’uomo non ha nulla di eccessivamente sviluppato, nasce profondamente equilibrato.
Può farlo facendo sport (arti), studiando (mente) od amando (cuore), ma dovrebbe mantenersi sempre in equilibrio e l’equilibrio si basa sulle forze del cuore.
La mucca, ad esempio, è dotata di un osso frontale che arriva fino alle corna, ma per converso deve rinunciare agli incisivi superiori, una mucca “azzanna” e si nutre delle forze delle stelle con le sue corna. Il leone ha denti e artigli potenti, ma niente di simile alle corna, vive tutto nel petto, è chiuso alle potenze spirituali, il suo cuore è “ingabbiato”. Goethe vede in questa legge la chiave di tutte le forme: “Se dunque tu vedi una qualità qualunque attribuita a una creatura, ti devi immediatamente chiedere cosa le manca altrove e applicare il tuo intelletto a cercarla.” Nella sua poesia, egli insiste sulla relazione tra morfologia e ambiente naturale: “Quindi la forma determina il modo in cui vive l’animale e il modo di vivere si ripercuote attivamente su tutte le forme.”
Analizzando le creature i cui nomi corrispondono alle figure dello zodiaco in questa ottica, si scoprirà in ognuna di esse una qualità caratteristica che la distingue da tutte le altre ma anche in contrapposto una carenza maggiore che in tutte le altre forme animali.
Manifestano tutte una qualità molto caratteristica e quindi molto differente, rispetto al mondo circostante e ciascuna presenta ad un livello estremo il carattere esclusivo di cui Goethe parla nella sua poesia sugli animali.
Quello che è sorprendente è che questi caratteri esclusivi presentano tra loro un rapporto costante che ha una caratteristica di legge. Occorre anche vedere i rapporti più caratteristici e in particolare cercare di paragonare tra loro i simboli zodiacali in contrapposizione, opposizione tra loro. I simboli sono di fatto sempre in rapporto di polarità due a due, cioè la complementarità risulta dall’essere all’opposto in tutti i sensi.
La qualità esclusiva dell’uno risulta mancante nell’altro, mentre la qualità dell’altro come una debolezza del primo. Al di fuori delle entità dello zodiaco si ritrovano le stesse relazioni tra altre creature guardando le altre 76 figure zodiacali o guardando la natura.
Con lo zodiaco abbiamo a che fare con uno dei pilastri dell’edificio universale, ma come tutti i pilastri ce ne accorgiamo spesso solo quando cadono, oggi abbiamo il dovere e la possibilità di farlo prima che sia troppo tardi …
Per darci un aiuto ed una sollecitazione spirituale, dato che siamo sotto Natale, regalatevi e meditate il bel libro di Fritz Julius che ho appena fatto tradurre e stampare per Agri.Bio.Edizioni “
Ivo Bertaina
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