di Eugenio Benetazzo
A grande richiesta pubblico un estratto del Manifesto Economico per l’Italia che ho avuto modo di rappresentare recentemente soffermandomi soprattutto sulle proposte di intervento per la razionalizzazione relativa al capitolo di spesa riferita alla salute ed alla assistenza sanitaria nel nostro paese. Sono rimasto colpito nel vedere come gran parte dei consensi siano arrivati proprio da operatori del settore e professionisti di aziende ospedaliere, che hanno espresso significativa valenza e bontà delle proposte elencate. Vediamo pertanto in rassegna i contenuti dei sei capisaldi del programma di ottimizzazione della spesa sanitaria. Punto 1: istituzione della Health Tax (Tassa sulla Salute del Contribuente), imposta che colpisce le persone fisiche dal compimento del sedicesimo anno di età sino all’età del pensionamento, le quali devono partecipare alla spesa sanitaria in base a quanto gli stessi per ragioni induttive saranno imputate a generare nel corso degli anni.
L’entità dell’imposta viene commisurata ad una variabile personale denominata VIS (Valutazione di Incidenza Sintetica sui costi economici dell’assistenza sanitaria) determinata mediante un modello matematico correlato ad alcuni parametri vitali dell’organismo umano (come trigliceridi, colesterolo, peso corporeo, glicemia, pressione arteriosa e così via) indicativi dello stile di vita alimentare e salutare del contribuente. L’introduzione della Health Tax consente la totale soppressione dell’IRAP e una sensibile diminuzione delle aliquote IRPEF per tutti i contribuenti, grazie ad un ridimensionamento e razionalizzazione della spesa sanitaria: essa rappresenta la strada obbligata per mantenere il sistema di assistenza sanitaria sostenibile generando consapevolezza e virtuosismo nei contribuenti. La finalità dell’imposta basata sulla constatazione che prevenire è meglio che curare induce il contribuente a produrre comportamenti personali atti a monitorare e migliorare il più possibile il proprio stato di salute.
Pertanto, sul piano della rilevanza giuridica, la Health Tax non si pone in posizione di incostituzionalità, in quanto il mantenimento e la ricerca di un ottimale stato di benessere psicofisico per il singolo contribuente rappresentano oggettivamente un interesse collettivo. La dinamica demografica che caratterizza il nostro paese al pari di altre economie avanzate non permette di mantenere in essere l’attuale modalità di erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria nei prossimi anni, obbligando pertanto i futuri governi ad alzare progressivamente la contribuzione privata obbligatoria, qualora non vengano intraprese misure di razionalizzazione della spesa. Punto 2: Nuove modalità di fruizione dei L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza) ovvero i servizi di pronto soccorso ospedaliero, i test diagnostici, l’assistenza medica di base e l’assistenza farmaceutica erogata attraverso le farmacie territoriali sono fruibili a fronte di un Contributo Unificato di Sostenibilità (C.U.S.) per l’assistenza sanitaria, il quale sopprime definitivamente l’attuale ticket sanitario.
Tale contributo è correlato positivamente al proprio livello di VIS (Valutazione di Incidenza Sintetica sui costi economici dell’assistenza sanitaria) sulla base di un piano tariffario predefinito a griglia per livelli di lettura. Questo comporta quindi che, ad esempio, la richiesta di un farmaco medicinale con prescrizione medica presso una farmacia territoriale comporti il sostentamento da parte del contribuente di un onere economico tanto maggiore quanto più elevato è il suo livello di VIS. Punto 3: istituzione del Registro Pubblico degli Indigenti e del Registro Pubblico dei Diversamente Abili (i soggetti caratterizzati da indigenza economica temporanea o permanente e i soggetti con diversa abilità o appartenenti a speciali categorie protette sono iscritti d’ufficio in tali registri a consultazione pubblica e l’iscrizione a tali registri produce la totale esenzione dal pagamento del CUS). Punto 4: istituzione del Meccanismo Ibrido Retributivo dei Medici di Base (M.I.R.ME.B.) che suddivide la loro retribuzione in due parti, una fissa ed una variabile.
La parte fissa viene corrisposta attingendo dalle risorse della fiscalità diffusa sotto forma di Retribuzione Minima Garantita (R.M.G.) mentre quella variabile viene determinata direttamente dai compensi percepiti dai pazienti stessi in relazione al volume complessivo di prestazioni erogate dal medico. Questo comporta che i medici di base non saranno più remunerati in via principale in base al numero di contribuenti che hanno in carico, in quanto le visite mediche generiche diventeranno onerose per il contribuente sulla base di una tariffazione correlata al proprio livello di VIS, fatte salve le prestazioni erogate per casi d’urgenza ed emergenza e i soggetti iscritti nei registri pubblici delle fasce sociali protette. Punto 5: istituzione della Fat Tax per la tassazione specifica del junk food (alimenti che hanno un contenuto rilevante di zuccheri, sale e grassi) e delle bevande iperzuccherate. Punto 6: istituzione della Facoltà di Scelta Terapeutica, il contribuente ha la possibilità di optare per la somministrazione di terapie sperimentali e/o non convenzionali anche in deroga ai vincoli imposti dalle vigenti regolamentazioni ministeriali. Con tale proposta vengono abrogate le vaccinazioni obbligatorie, che rimangono comunque fruibili in ottica facoltativa e non onerosa per il contribuente.
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