Fase fenologica
BBCH 93 (inizio caduta foglie)
Situazione
Lo stato di salute dei vigneti negli ultimi anni è particolarmente condizionato da vari fattori abiotici: principalmente sbalzi termici, disponibilità idrica, qualità della luce e presenza di inquinanti atmosferici, non solo di carattere chimico, ma anche elettromagnetico. La salute della pianta ne risente mostrando sintomi acuti, ma anche squilibri e deperimenti cronici, con conseguenze sul raccolto e sulla longevità dei vigneti.
Migliore è il collegamento della vite tra le due polarità (terra e cielo) maggiore sarà la sua resilienza. Risulta quindi ancora più importante che in passato mantenere i terreni in uno stato ottimale per rinforzare il “sistema immunitario” della vigna.
Il suolo risulta spesso destrutturato con una quantità limitata di glomeruli colloidali ed il terreno ridotto ad uno stato polveroso. Il cotico dei vigneti inerbiti a seguito del calpestio e dei periodi siccitosi e caldi rimane poco diversificato e spesso poco presente.
Per valutare lo stato del terreno e come intervenire un grosso aiuto può venire dalla prova della vanga, semplice nell’esecuzione, ma ricca di significati a seconda della sensibilità dell’operatore. Prima del taglio della fetta preziose informazioni vengono fornite dalle essenze spontanee che possono dare numerose indicazioni su eventuali squilibri nella disponibilità di elementi e sullo stato fisico del terreno e dall’eventuale presenza di sostanza organica indecomposta in superficie (feltro, scarsa attività biologica).
Sopra terreno poco inerbito, ricco di scheletro molto compatto; sotto terreno ben
inerbito con un parziale cotico indecomposto e una buona struttura glomerulare
La facilità ed il suono della vanga nel penetrare sono ulteriori elementi di indagine. La presenza di scheletro, radici, colloidi, micro e meso fauna (lombrichi!!), dei noduli dei batteri azotofissatori simbionti, gli odori e i colori, la tessitura, le crepe, la suola di lavorazione costituiscono importanti aspetti da analizzare.
Per avere un quadro globale oltre a questi elementi e ad eventuali analisi chimico-fisiche la cromatografia circolare del terreno può dare una fotografia completa dei vari aspetti che riguardano il terreno: fertilità fisica (legata alla tessitura naturale del terreno, ma anche agli interventi e ai ripetuti passaggi con i mezzi), fertilità chimica e biologica (frazione minerale, componente inorganica, organica e attività microbiologica).
Terreno di buona qualità sopra; terreno convenzionale destrutturato sotto
Potete trovare maggiori informazioni, esempi e confronti a questo indirizzo: http://www.biodin.com/cromatografia-circolare/.
Raccolte tutte le informazioni si potrà definire il piano di fertilizzazione più appropriato (lavorazioni, concimazioni, sovesci, preparati biodinamici…).
Giulio Moiraghi – Spec. in vitivinicoltura biodinamica – imagine@biodin.com
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