BOLLETTINO DI GESTIONE DELLA VITE IN BIODINAMICA – FEBBRAIO

FEBBRAIO

Bollettino di gestione vigneto biodinamica

Fase fenologica

BBCH 00 (gemma invernale)

 

Il gesto artistico della potatura e l’immagine della futura chioma vengono a mio avviso richiamati dal Calendario dell’Anima di Rudolf Steiner nella settimana della Candelora:

“Cogliendo nuovi stimoli dei sensi

la chiarità dell’anima ch’è memore del generato spirito,

riempie l’universo in divenire,

in tutto il suo caotico rigoglio,

col mio pensiero che a creare anela”.

 

L’andamento climatico della stagione passata ha influito pesantemente sullo sviluppo vegetativo di molti vigneti. A seconda del tipo ti potatura è situazione comune non avere il legno adatto soprattutto per quella mista (capo a frutto del Guyot). Può risultare utile in tal caso passare temporaneamente a una potatura corta (cordone speronato) per i vitigni dotati di buona fertilità delle gemme basali. Nelle successive operazioni di potatura verde sarà importante mantenere le strutture opportune per un eventuale ritorno al guyot, possibilmente cercando di evitare tagli grossi (tralci di 3 anni e più). In ogni caso particolarmente idonea alla fisiologia e longevità della vite è la potatura soffice, sviluppata in particolare da Simonit e Sirch (Scopri di più).

Molto importante per preservare i ceppi è l’impiego della pasta per tronchi. I periodi migliori sono a fine autunno nella costellazione dello scorpione o fine inverno nella costellazione dell’acquario. Effettuare la spruzzatura dopo la potatura consente di trattare anche i tagli. La composizione ottimale va calibrata in base alla polaritá che si intende stimolare, come descritto qui dove trovate la ricetta o come acquistarla già pronta (anche nella versione con la bile repellente per gli ungulati selvatici e quella con aggiunta di propoli indicata per tagli importanti di potatura o ferite sul tronco).

La presenza di silicato di sodio o di potassio consente di eliminare una parte delle uova dei parassiti svernanti nel ritidoma o nei pali, in particolare Scaphoideus titanus, presunto vettore della flavescenza dorata.

Per piccoli vigneti si puó intervenire con un pennello o, diluendo maggiormente il preparato, con intonacatrici a manovella. Per grandi estensioni si possono impiegare degli irroratori trainati o portati avendo cura di filtrare bene la pasta diluita e mantenere un rimontaggio vigoroso nella botte. Un sistema fai-da-te si può facilmente realizzare collegando una pompa da acque sporche con un serbatoio come nella foto.

 

Tenuto conto delle caratteristiche della vite e per agevolare il risanamento delle piante colpite da malattie degenerative è particolarmente utile il ricorso ad una pasta con una buona percentuale di argilla (bentonite, zeolite, caolino). L’azione dell’argilla (che è massima in questo periodo astronomico del Capricorno) si può intensificare con la spruzzatura del preparato di argilla 509 (Scopri di più).

 

Giulio Moiraghi – Spec. in vitivinicoltura biodinamica – imagine@biodin.com

 

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