In una conferenza del 28 maggio 1907, tratta dal ciclo “La saggezza dei Rosacroce” R. Steiner ci dice
“Mentre edifichiamo città e costruiamo macchine, uomini che sono fra la morte ed una nuova nascita lavorano attorno a noi dal mondo dello spirito.
Se il veggente, capace di percepire la luce non solo fisica, ricerca i morti, li può trovare nella luce.
La luce che ci attornia forma il corpo dei morti che risulta quindi intessuto di luce.
La luce che avvolge la Terra è sostanza per gli esseri che abitano nel devacian.
La pianta che si nutre di luce solare non riceve soltanto la luce fisica, ma anche l’attività di esseri spirituali e di anime umane.
Esse, quali esseri spirituali in forma di luce, irradiano le piante e le circondano.
Osservando una pianta con occhi spirituali, vediamo che essa gode dell’azione dei morti che le aleggiano intorno e che operano su di essa dalla luce.
Considerando quindi la trasformazione del regno vegetale e domandandoci chi l’abbia compiuta, diremo che i morti agiscono nella luce intorno alla Terra e che quello è veramente il Devacian.
Si entra nel regno della luce dopo il kamaloca; questa è la verità, e solo chi può indicare dove veramente si trovano i morti conosce il devacian, nel senso della sapienza dei rosacroce.”
In queste poche ma precise e potenti parole R. Steiner ci spiega fatti spiritualmente molto importanti con immagini risonanti e chiare sull’azione creante del mondo animico intessuto di luce.
Spesso ci hanno raccontato che i defunti vanno in un loro lontano mondo dopo il passaggio del velo dell’esistenza terrena, ed invece succede il contrario: i defunti agiscono con un corpo “diverso” sul nostro mondo terrestre attraverso l’etere della luce “che intesse i loro corpi da defunti”, e ci vuole 1/3 della vita vissuta per creare questo intessimento, ma la cosa non è fine a sè stessa: la loro azione, questo lavoro si rivolge, si esplica anche al sostegno, alla crescita ed alla fioritura del regno vegetale! Qui viene proprio bene la massima di Dante “Ognuno tira ed ognuno tirato è” tratto proprio dall’Inferno della Divina Commedia: i defunti sono “tirati su” dagli Angeli e dai defunti che hanno superato il kamaloka e loro stessi “tirano” e plasmano di luce il regno vegetale!
Infatti diversi anni fa, all’inizio del mio percorso biodinamico, avevo letto una sua conferenza dove lo stesso Maestro asseriva che il primo lavoro dei defunti era proprio il sostegno per la fioritura delle piante e la cosa mi aveva lasciato un po’ interdetto, pur non permettendomi di avere dubbi sul suo assunto, che non comprendevo ancora appieno …
Ma poi scoprendo attraverso l’agricoltura biodinamica che la pianta nel suo atto del fiorire, ovvero nel suo “unirsi” all’etere animico luminoso attraversa una vera e propria “sofferenza” che si esprime nel fiore in colori, forme, profumi ed aromi, ho scoperto proprio come lo stesso defunto che ha appena passato una simile sofferenza nel trasformare, nel tessere, il suo corpo fisico in corpo di luce nello spazio fuori dal tempo, possa ed abbia la possibilità di “aiutare” la pianta che “tenta” di trasformare” il suo corpo fisico-eterico fogliare in un corpo di luce floreale.
La cosa interessante è che il defunto intesse il suo corpo di luce (fiorisce) dopo la morte fisica, mentre la pianta fiorisce ed intesse il suo corpo di luce qui sulla Terra, durante la sua esistenza terrena vegetativa. E’ da ricordare che la pianta vive in un perenne stato sognante e si “avvicina” ad avere emozioni o sensazioni solo con la fioritura. Infatti Rudolf Steiner ci dice, durante il Corso di Koberwitz, che la pianta è “luce condensata” ed assumere piante ricche di luce ci aiuta sia nella vita terrena a” tessere” pensieri spirituali e poi con le forze di etere della luce acquisite, nel “tessere” il corpo di luce” da defunti, quando avrà passato il velo dell’esistenza terrena.
Quindi i nostri pensieri luminosi e morali sono paragonabili ad un fiore per le piante, non a caso Goethe diceva che la pianta è un pensiero manifesto ….
“Similia similibus curantur” recita una nota massima dell’omeopatia ed infatti come nella lavanda dei piedi il Christo benedice gli arti che porteranno per il mondo i suoi apostoli con le forze eteriche formative pure dell’acqua, sede della memoria, così i defunti “tessono” e preparano, affinano la loro stessa luce nelle piante per nutrirle e farle evolvere, fatto che altrimenti se non preparato, direi spiritualizzato e vegetabilizzato , “brucerebbe” letteralmente di fatto le stesse piante.
E chi può fare meglio questo lavoro se non un essere che è appena passato da questa importante e difficile esperienza? Il defunto umano che superato il kamaloka è un vero e proprio pratico maestro di trasformazione di luce, un vero “tessitore” di luce.
Mentre nell’agricoltura biodinamica il cornosilice (501) è di fatto un vero e proprio generatore ed amplificatore di luce che agisce anche sui defunti: infatti il 501 si dinamizza e spruzza al mattino presto, all’alba e lo stesso R. Steiner ci spiega che i defunti raggiungono il kamaloka con le prime luci dell’alba ed i nuovi esseri umani che si incarnano lo fanno alla sera, che per “pura combinazione” coincide con l’uso del cornoletame e costituisce quell’asse curativo Pesci- Vergine citato in diverse conferenze di medicina.
Ma l’immagine finale che ci presenta R. Steiner è proprio il fatto che questo luogo di interazione della luce con i defunti ( e con il regno vegetale) è il Devacian (inferiore), ovvero il nostro sistema solare, luogo che il defunto “abita” subito dopo aver attraversato il kamaloka (purgatorio) e ci fa comprendere che i luoghi di azione del mondo spirituale sono compenetrati ed interagiscono sempre con il nostro mondo fisico, semplicemente ampliando ed amplificando il loro confine di azione, ma mai abbandonando la Terra, e loro non abitano in “mondi o scomparti a parte e divisi fra di loro” o peggio ancora mondi illusori, come li pensa la scienza che quando scoprirà questo importante nesso di luce tra le piante ed i defunti forse abbandonerà le sue mortifere ed aride teorie arimaniche. Come diceva e scriveva nella sua Tavola Smeraldina Ermete Trimegisto «È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica.”
Queste immagini ci indicano anche che i “defunti” conoscono molto bene “i segreti” delle forme eteriche di luce del sistema solare, conoscono e vivono le “luci” caratteristiche di ogni pianeta e che tipo di luce serve quindi ad ogni pianta: quindi perchè non chiedere loro aiuto per sostenere lo sviluppo delle piante invece di piangerli sconsolati o di dimenticarli? Il defunto è un vero ed irripetibile artista della luce!
Infatti lo stesso R. Steiner ci spiega durante il Corso di Koberwitz che alla nascita delle piante interagiscono sempre uomini, esseri elementari , defunti e tutte le Gerarchie Spirituali e se noi stessi, come un gruppo operativo e pratico di agricoltori non creiamo consapevolmente e coscientemente una “coppa”, un contenitore che possa ricevere e convogliare queste loro azioni attraverso un ritmico rituale di apertura e chiusura, unito poi all’uso dei preparati biodinamici non potremo avere quella completa rigenerazione delle sementi alla quale il Maestro anelava col Corso di Koberwitz, rigenerazione che fu oggetto di studio e pratica dei primi agricoltori biodinamici, studi che furono interrotti e distrutti con la seconda guerra mondiale. Va anche fatto presente che la luce ha ancora molte altre qualità diverse, qualità che sono sintetizzate nei segni zodiacali ed in ogni formazione o stella del Cosmo, luci che interagiscono sempre con i pianeti del sistema solare: ogni segno zodiacale ed ogni singola stella inviano sulla Terra un loro luce specifica, luce che viene “animalizzata” dal sistema solare ed infine “vegetabilizzata” dalla Luna.
Infatti nella stessa conferenza ci dice ancora “Ecco dunque l’attività degli uomini nel devacian, fra la morte ed una nuova nascita. Essi non restano inattivi, , ma lavorano nel devacian all’evoluzione della Terra; comprendiamo così il divenire del mondo. Contrariamente a quanto spesso si crede, là gli uomini non vivono in una pace beata e come in un sogno; la vita vi è anzi attiva come sulla Terra.”
Io mi permetterei di aggiungere “più attiva e soprattutto più cosciente” di come avviene sulla Terra! Se tutti gli uomini fossero coscienti e consapevoli di questi fatti si comporterebbero decisamente diversamente da come si comportano oggi con i regni minerale, vegetale ed animale, avvelenandoli ed inibendoli spiritualmente con sostanze tenebrose che non esistono nemmeno in Natura, drogandolo con concimi ed alimenti morti, e facendo dei veri e propri “esperimenti genetici” con gli OGM ed altre brutture che portano ombre al posto della luce nelle piante ed ombre delle quali ci nutriamo ogni giorno al posto di quella luce intessuta che ci serve per evolvere umanamente e spiritualmente.
Non a caso la preghiera cristiana dei defunti dice alla fine “e splenda in essi la luce perpetua“, quindi anche la oggi imbalsamata chiesa cattolica ha ancora qualche lontana nozione di questi importanti fatti …
Ecco una cosa che dobbiamo imparare da questa bella immagine che ci da R. Steiner come uomini e come esseri spirituali è il fatto che se interagiamo con il mondo luminoso intessente dei defunti (che è il mondo al quale aspira ed anela incessantemente il regno vegetale) potremo senza spendere tanti soldi e con consapevolezza e coscienza aiutare il mondo ad evolvere anzichè involvere e nello stesso tempo aiutiamo i defunti a compiere il loro importante e silente lavoro e nello stesso tempo essere consci che praticare l’agricoltura è una vera e propria esperienza spirituale pratica!
Potrei dire, senza alcun timore di essere smentito, che l’Agricoltura Biodinamica oggi è una Vera Nuova Scuola dei Misteri, accessibile a tutti coloro che la desiderano praticare!
Siamo oggi tutti noi i Nuovi (potenziali) Cavalieri della Luce!
Ivo Bertaina
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