BioPensieri agosto 2024 | Ama il tuo prossimo come te stesso

Questo comandamento, il secondo dei dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sulla famosa tavola di pietra, se analizzato interiormente in forma oggettiva ed immaginativa ci fa comprendere quanti veri cristiani esistano oggi e soprattutto ed innanzitutto se lo siamo veramente noi stessi. Senza andare troppo lontano basta guardare ed usare i sensi spirituali verso i bisogni espressi ed evidenti del nostro prossimo per comprendere la cruda e dolorosa realtà di questo fondamentale comandamento cristiano. Ma c’è di più, non solo disattendiamo questo importante comandamento cristiano, ma facciamo ben di peggio, ovvero non amiamo nemmeno noi stessi! E non amare noi stessi è un sentimento assolutamente perverso ed assolutamente disumano ed inumano!

La base fondamentale per amare gli altri è quello di amare noi stessi: se non amiamo noi stessi non potremo mai pensare lontanamente di poter amare e comprendere gli altri. Il non amare noi stessi è spesso causa degli antagonisti, dei demoni che si insediano ed insinuano in noi, nel corso della vita, a 3 anni Lucifero, a 9 anni Arimane ed a 16 anni Asuras, che letteralmente ci possiedono e ci vampirizzano. Questi fatti ce li ha dimostrati chiaramente il Christo con la sua stessa vita e se leggiamo con attenzione ed immaginazione i Vangeli e gli apocrifi questo ci diventerà chiaro e palese.

Il grave problema è che oggi molti “apparenti esseri umani” non lo sono realmente più, questo ce lo diceva negli anni ‘20 del secolo scorso R. Steiner descrivendo questi esseri come “uomini locuste” o anche “uomini senza Io” e che già allora rappresentavano oltre 1/3 dell’umanità. Questo fatto del quale anche gli antroposofi non amano discutere, è un vero dramma spirituale sia per gli uomini senza Io, che per chi lo conserva ancora. Il gravissimo problema degli uomini senza Io è che l’essere umano sta rischiando di ritornare verso un’animale, o per meglio dire “bestiale”, anima di gruppo, dove rischia seriamente di perdere la sua libertà e individualità acquisita faticosamente e duramente durante innumerevoli incarnazioni.

Proprio per risvegliarci da questo “torpore spirituale” le Gerarchie Spirituali ci regalano oggi a piene mani i nostri individuali e dolorosi Calvari, i nostri individuali Golghota, attraverso i quali potremo, se o vorremo, risvegliarci e riconoscere il mondo spirituale ed anche poter incontrare individualmente il Christo. In questi nostri individuali Golghota potremo essere aiutati solo dal mondo spirituale e ben poco dagli altri esseri umani perché questo calvario è un percorso interiore, perchè il mondo spirituale lo possiamo trovare e riconoscere solo nella nostra individuale interiorità attraverso un pensiero vivente.

Michele è il nostro principale aiutante e soccorritore in questo critico passaggio fondamentale nella nostra lotta individuale lotta contro i demoni, tra il diventare veri uomini o lo sparire per sempre dall’evoluzione perdendo la nostra libertà e la nostra individualità. Il lavoro che ci aspetta, con l’aiuto di Michele, il soccorritore, è di vincere il drago che abbiamo in noi: non si tratta di ucciderlo, perchè se lo facciamo uccideremo anche noi, ma si tratta di “accarezzarlo” perché questo nostro drago si comporta così perché è disperato nel vero senso del termine, e la disperazione fa fare cose disumane.

L’essere umano progredirà nella sua evoluzione spirituale solo amando incondizionatamente come ha fatto il Christo con noi e come continua a farlo.

Di questo e di Michele parleremo nell’incontro da venerdì 27 a domenica 29 settembre (trovi qui i dettagli) che terrò a San Giovanni di Cissone, se vi interessa approfondire, comprendere e condividere il tema.

Ivo Bertaina

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