BioPensieri 2015

APRILE 2015

L’AGRICOLTURA E’ UN ATTO TOTALMENTE SOCIALE

L’agricoltura è una atto totalmente sociale, solo comprendo questo importante fatto ogni agricoltore non sbaglierà più il metodo di produzione: che ne siamo consapevoli o no in ogni attimo l’agricoltore interagisce con il suolo, con i batteri ed i funghi, con l’humus, con le piante, gli insetti, gli uccelli, tutti gli animali presenti sul territorio, gli agenti atmosferici, tutti gli infiniti i processi e forze legate ai quattro elementi ed infine con gli altri esseri umani.
Tutti gli esseri umani, perché tutti coloro che mangiano sono pienamente coinvolti (volenti o nolenti) nell’agricoltura, tranne le Gerarchie Superiori, che di fatto ne sono strettamente partecipi, ed in fondo anche loro ne dipendono direttamente, pur non nutrendosi direttamente dai frutti della Terra.
Oggi l’agricoltura “chimico-convenzionale” è di fatto diventata una agricoltura di morte e di distruzione. Di solito in una azienda sana non si uccidono i soci, i colleghi o gli amici coi quali si lavora insieme, fra l’altro questi nostri soci lavorano per noi completamente GRATIS senza richiederci nulla, la più grande ricompensa dei regni sotto l’essere umano è quella di donare tutto senza richiedere nulla. Per loro vale veramente la bellissima frase di Sant’Agostino “ama e fai ciò che vuoi”. L’agricoltore dovrebbe anche comprendere che se si rimane soli il lavoro aumenta e quasi sicuramente l’essere umano da solo non è assolutamente in grado di portarlo a termine …. ed altrettanto sicuramente, alla fine dopo tante fatiche, scompariremo anche noi …. e gli altri esseri umani!
Quindi perché cercare di avvelenare i nostri presunti “nemici” insetti e funghi con l’unica sicurezza che non ci riusciremo mai, con il solo risultato di avvelenare ed indebolire noi stessi: questa cosiddetta scienza agronomica moderna oggi insegnata nelle scuole è una scienza senza co-scienza, da TOTALI IMBECILLI e non da esseri intelligenti!
Quindi occorre ricominciare a ripensare con attenzione e con il cuore aperto l’agricoltura magari imparando a ringraziare i regni sotto di noi invece di uccidere tutto ciò che si muove.
Questo atto del ringraziamento c’è l’ha insegnato Gesù Cristo con un una grande immagine pasquale data dalla Lavanda dei Piedi, che fra l’altro precede l’Ultima Cena nella Settimana Santa, esattamente al giovedì, (GIOVE) ovvero dandoci un concreto esempio immaginativo dello stadio evolutivo terrestre che seguirà la fine dell’epoca terrestre: solo col ringraziamento per i regni sotto di noi e la saggia consapevolezza che la loro evoluzione dipende SOLO da noi potremmo aspirare a consumare finalmente la nostra Ultima Cena terrestre.
Il ringraziamento ce lo ricorda molto bene Christian Morgenstern (1871 -1914), (che guarda caso di nome questo poeta si chiama Christian…), una personalità sensibile, poeta, incisore e pittore, che visse e collaborò con Rudolf Steiner, con questa bellissima e luminosa poesia che si intitola “La lavanda dei piedi”; leggendola ci da la consapevolezza di cosa possiamo fare nelle relazioni sociali, ovvero DARE ed AVERE: questa coscienza la facciamo nostra solo se impariamo l’arte della DEVOZIONE, solo così potremo veramente imparare ad esplicare la migliore arte, il più grande ed infinito talento umano, ovvero l’AMORE.
Il SUONO potente e silenzioso del RINGRAZIAMENTO accende e nutre col suo calore e la sua luce l’AMORE: se arriveremo ad avere una piena consapevolezza di questa silente forza nascosta e latente in noi potremo veramente, magari insieme, fin da oggi creare e generare nuovi suoli, nuove piante, nuovi animali e nuovi esseri umani.
La lavanda dei piedi

Io ti ringrazio pietra muta
e mi inchino davanti a te:
a te devo la mia esistenza come pianta.

Io vi ringrazio, suolo e fiori,
e mi piego davanti a voi:
mi avete aiutato a divenire come animale.

Io vi ringrazio, pietra, erba ed animale
e mi inchino davanti a voi:
voi tutti mi avete ricondotto a me stesso.

Noi ti ringraziamo, essere umano
e ci adagiamo devoti davanti a te:
poiché noi esistiamo in quanto esisti tu.

Dalla divina unità e divina molteplicità
si rende ancora grazie:
nel ringraziamento fluisce tutta l’esistenza.

Ivo Bertaina

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