Anice

 Nome scientifico: Pimpinella anisum L.

Famiglia: Apiaceae

Breve storia e note botaniche sulla pianta
L’anice verde è una pianta originaria dell’ Oriente, è coltivata nella maggior parte del territorio europeo, in Asia minore, India, Nord-Africa, territori dell’ex Unione Sovietica e Messico. Per quanto riguarda l’Italia, l’anice verde cresce spontaneamente in Sicilia e le coltivazioni sono concentrate maggiormente in Emilia e Toscana.
L’anice è una pianta erbacea annuale alta 40-60 cm, dotata di fusto eretto, ramificato apicalmente.
La radice è fittonante. Le foglie, non molto numerose e alterne, presentano una pronunciata eterofillia: quelle situate presso la base sono solitamente di forma rotondeggiante, dentate, lobate e dotate di un picciolo lungo (che forma una piccola guaina verso la base); quelle intermedie sono trifogliate, dentate; quelle caulinari sono finemente incise, piumose e con picciolo più breve. I fiori dell’anice sono piccoli, di colore bianco-giallognolo e disposti in infiorescenze ad ombrella a 8-12 raggi; il calice è ridotto a 5 denti, la corolla,attinomorfa,è a cinque petali; stami 5 e ovario infero biloculare. Il periodo di fioritura è la piena estate. Il frutto è uno schizocarpo, formato da due acheni ovoidali coperti di peli setolosi rigidi e dotati di numerose sacche oleifere. L’anice  ha un sapore dolce e piccante. L’aroma della pianta è gradevole.

Anice
Famiglia e varietà

L’anice verde, nome scientifico Pimpinella anisum L., appartiene alla famiglia delle Ombrelliferae.

Esigenze pedoclimatiche
E’ una pianta che predilige i luoghi soleggiati e riparati dal vento, non ama gli sbalzi di temperatura. I terreni devono essere fertili, leggeri, ben drenati e con un pH compreso tra 6,3 e 7,3. Tollera invece male i terreni argillosi, compattati e l’ombreggiamento.

Tempi di semina e trapianto
La sua riproduzione avviene per semi da interrare direttamente nell’orto. Siccome teme le gelate notturne (necessita di almeno 120 giorni di condizioni ambientali favorevoli), la semina si esegue in marzo-aprile e poiché‚ i semi sono piccoli la copertura con terra deve essere leggera e il terreno di semina deve essere stato finemente lavorato. Si preparano nel terreno delle file distanti tra loro 60 cm e in ogni fila si spargono i semi. E’ possibile  mischiarli ad un po’ di sabbia, perchè risulterà più facile lo spargimento. Una volta effettuata la semina, per un più perfetto interramento del seme, si può effettuare una leggera rastrellatura sulle file. Per germogliare è necessario attendere circa un mese, dopo di che la piantina d’anice cresce rapidamente. Se la semina é stata eseguita troppo fitta si dovrà procedere al diradamento sfoltendo le piantine quando raggiungono circa i dieci centimetri d’altezza; conviene cercare di evitare i trapianti perché non vengono ben tollerati. Contenere lo sviluppo delle infestanti mediante sarchiature e irrigare se necessario.

Fertilizzazioni
L’anice si avvantaggia della ricchezza di calcio nel terreno e di sostanza organica. Alla semina è sconsigliato l’apporto di fosforo e potassio localizzati, in quanto la coltura sembra risentirne negativamente. Un ultimo aspetto della tecnica di coltivazione riguarda la possibilità di consociare la nostra pianta erbacea con piante biennali, come ad esempio il “carvi”. Le due specie si seminano, in file alterne, contemporaneamente in primavera: il primo anno si otterrà la produzione dell’anice, il secondo quella del carvi.

Cure colturali ed irrigazione
Le innaffiature, dopo la semina, dovranno essere costanti e particolarmente abbondanti. Il seme dell’anice impiega circa 30 giorni per germinare, ma, dopo l’emissione delle prime foglie, il suo sviluppo vegetativo prosegue molto rapidamente. Quando le piantine avranno raggiunto una ragionevole altezza (cm 10), si effettua il diradamento, in modo che esse possano restare distanziate di 30 cm l’una dall’altra nella fila. Man mano che le piantine cresceranno saranno necessarie scerbature e sarchiature; lavori questi, a dir poco, primari nei mesi estivi, perchè le erbe infestanti nel loro pieno sviluppo incominceranno a disseminare i semi ovunque.

Avversità
Tra le avversità della coltura, oltre agli avversi fenomeni meteorologici, come le gelate, un posto di rilievo è occupato da parassiti fungini che danneggiano le foglie (Sclerotinia) e/o attaccano i frutti (Trichothecium roseum). Una volta in magazzino l’anice verde può essere danneggiato da parte di un coleottero (Stegobium paniceum). Questi parassiti però non provocano danni tali da richiedere interventi di protezione.

Raccolta
Quando le ombrelle (gli scapi fiorali) assumeranno il caratteristico colore grigio-verde, in genere in agosto-settembre, è tempo di recidere le piante alla base (meglio se nelle prime ore del mattino quando la rugiada impedisce ai frutti di cadere), formare dei fasci e metterli ad essiccare.  Dopo l’essiccazione in luoghi asciutti e ventilati, si esegue la battitura delle ombrelle per farne uscire i semi (acheni) da conservare in vasetti ermetici.

Valori nutrizionali
L’anice possiede una sostanza oleosa, l’anetolo. Viene usato in confetteria, liquoreria, farmacia. Entra nella composizione di numerosi dolci e pani aromatici, nonché di caramelle e di varie bevande alcoliche, tra cui l’anisette e l’assenzio.
In fitoterapia è un regolatore della digestione, antispasmodico e carminativo,è inoltre sudorifero ed espettorante. Per calmare la tosse si potrà unire dell’anice al decotto di fiori o radici di primula (Primula veris). Oltre a proprietà sedative, ne presenta altre, meno note ma ampiamente sperimentate come quella di aumentare la portata lattea esercitando al tempo stesso la sua azione sedativa sul lattante; o quella di anticipare il ciclo mestruale ritardato. Il masticare a fine pasto semi d’anice leggermente tostati funge da digestivo e profuma l’alito. Nella medicina popolare era considerato afrodisiaco. I semi contengono inoltre 18-23 % di sostanze grasse, 16-20 % di proteine e 3,5-5,5 % di zuccheri. Inoltre una tazza d’infuso d’anice a fine pasto favorisce la digestione e combatte le flatulenze. I costituenti principali dell’olio essenziale sono il trans-anetolo (80-95 %) che gli conferisce il  caratteristico odore gradevole, mentre l’isomero cis-anetolo è tossico.

Biodinamica
Semina, cure colturali e raccolta in giorni di fiore. Utilizzare compost il cui processo di fermentazione/maturazione sia stato “armonizzato” dai preparati biodinamici da cumulo. Se necessario usare decotto di equiseto prima che si manifestino sintomi di attacco da crittogame.
Le ombrellifere sono piante in cui la predominanza dell’eterico è molto pronunciata (basti pensare alla terminazione delle foglie del finocchio, sembra si dissolvano verso il cosmo) e l’aneto verde esprime ancora di più questa “sua leggerezza eterica” quando viene trasformato in olio essenziale:  un liquido limpido, incolore o giallo pallido; mentre il gusto è dolce e speziato e l’odore è aromatico e piacevole. L’aneto ci riporta quindi levità laddove siamo “spinti” verso il basso grazie anche alle sue proprietà balsamiche ed espettoranti.

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