AGOSTO 2015

L’IMMAGINAZIONE, OVVERO SUONI PER COMPRENDERE E CREARE NUOVA VITA

Per poter comprendere e praticare in maniera cosciente la vita oggi occorre sviluppare l’immaginazione, occorre comprendere che il mondo del vivente, per esempio le piante, non sono fredde formule chimiche o leggi statiche, o peggio ancora brevetti stupidi ed inutili, ma vita in perenne movimento, immagini e forme in perenne trasformazione: vita che scorre nel tempo.

Solo una vivente immagine che sapremo creare e cogliere in noi ci potrà dare il vero senso ed il vero essere della pianta e ci potrà dare la maniera cosciente e consapevole di comprenderla e di capirla.

Oggi si confonde gravemente, in una maniera drammaticamente “normale”, la materia fisica, la sostanza, con la vita, facciamo un esempio: nella medicina si analizza il cadavere dell’uomo e si pensa che quello analizzato sia l’uomo, ma non ci si accorge che è solo la sua parte fisica, la sua sostanza, nel cadavere l’uomo vivo non c’è più, non ci abita più, non può più esserci ed è impossibile trovarlo …

La scienza si comporta come se si dicesse: “Ho un secchio pieno d’acqua, però lo voglio vuoto e quindi verso via l’acqua.” meravigliandosi però dopo che nel secchio non ci sia più l’acqua … Riguardo al recipiente ognuno si accorge subito che è vuoto, ma la scienza che analizza il cadavere non si accorge della sciocchezza che compie di voler comprendere l’uomo sulla base di una natura svuotata dall’uomo!!!!

Per conoscere la vita bisogna iniziare fare osservazioni, crearci immagini, dalla stessa pianta dove la vita è evidente rispetto alla materia fisica anche ad un bambino; solo che la vita, o le forze vitali, essendo dei processi finissimi e non fisici oggi non abbiamo più la capacità di percepirli con gli ormai ascettici e sterilizzati sensi fisici.

Rudolf Steiner diceva “Si comprenderà la libertà soltanto quando si capirà che la natura fisico- sensibile umana è compenetrata da un elemento spirituale – animico, il quale già si manifesta nel movimento degli arti e che può liberarsi in due modi: coscientemente nelle immaginazioni del ricercatore dello spirito, inconsciamente nel porre davanti a sé idee morali.”

Quindi dopo la creazione di immagini, la seconda cosa che serve per cogliere la vita è sviluppare idee morali, questo è un tema che ci porterebbe a scrivere non un articolo ma un libro, ma cercherò comunque di darne qualche breve accenno: oggi l’uomo deve poter sviluppare un amore disinteressato, un amore rivolto agli altri ed è una cosa facilissima da dire ma complicatissima da fare, basterebbe seguire la vita di Gesù Cristo e leggere i Vangeli, è il miglior esempio umano di amore disinteressato.

Nella pianta per poter conoscere la vita ed arrivare alla percezione reale della libertà occorre conoscere i tre gradini dell’alchimia: Sal, Mercur e Sulphur, dove il Sal è la nascita, lo sviluppo vegetale, i processi di contrazione (lo spirituale che si contrae nel fisico, nel seme), il Mercur rappresenta la pianta sviluppata, l’equilibrio, la massima espressione fisica della vita sulla terra, i processi di scambio (il materiale che va verso lo spirituale e lo spirituale che va verso il materiale) ed il Sulphur rappresenta invece la fruttificazione, la morte, il cambio di stato, ovvero processi di espansione, processi di liberazione dal mondo fisico.

Potremmo ancora dire che il Sal è una ispirazione verso la sostanza, il Mercur un trattenimento, (come trattenere il respiro) ed il Sulphur la respirazione, la liberazione dalla sostanza; in questi 3 elementi si intrecciano le 4 stagioni, che per la pianta sono riassumibili, visibili e percepibili nei tre processi sopracitati, ma con questi processi si intreccia anche fortemente ed indissolubilmente lo sviluppo spirituale e la sensibilità immaginativa dell’agricoltore che le cura, le osserva e le “educa”.

Innanzitutto va detto che sviluppare in noi una corretta immaginazione è forse difficile, ma le immagini hanno una grande opportunità: possono essere colte e comprese da tutti, indipendentemente da razza, lingua, età, religione, politica e sesso. La scuola oggi gioca un ruolo molto forte nel reprimere lo sviluppo dell’immaginazione degli studenti e nell’insegnarne modelli sterili e socialmente controllabili.

La lingua, il parlare, è di fatto una grande limitazione, l’immagine è invece una unione, senza limiti, se la si vede e la si vuole cogliere: se dico una parola in una lingua, sicuramente non tutti la conoscono, e per chi la conosce, la stessa parola può essere fraintesa, non compresa o non percepita da tutti nello stesso modo; spesso basta cambiare il tono di voce per cambiare il senso della parola: volontariamente od involontariamente. mentre invece una immagine chiara si presenta invece luminosa ed uguale per tutti, certamente può dare dei riflessi, delle emozioni completamente diverse in ognuno che la coglie, ma è “quella” immagine che lavora, che porta vita nuova in noi. Perchè nel MedioEvo c’è stato un così grande fiorire di immagini e di forme attraverso la pittura e la scultura?

Oltre al problema allora ancor più insormontabile della lettura (solo il 5% sapeva leggere o scrivere) proprio perché ci si accorgeva anche che l’essere umano stava per perdere il saper cogliere direttamente le immagini provenienti dal mondo spirituale, allora grandi artisti iniziati le hanno impresse in modo che anche occhi fisici impoveriti potessero percepirli: questa è vera arte spirituale, basta vedere oggi le forme artistiche moderne come siano molto molto decadute.

Ogni immagine può essere letta da ognuno in maniera uguale se si hanno le capacità di farlo e l’esperienza adatta. Qual è l’immagine oggi che può essere colta da tutti indipendentemente da lingua, razza, ceto sociale etc.? La musica. La musica è una “immagine vivente” che crea come un lievito altre immagini direttamente nel nostro cuore, immagini che generano vita; per me il mondo vegetale è di fatto una musica, le piante sono dei suoni che scorrono nel tempo. Goethe chiamava, non a caso, la natura “un segreto manifesto”.

Per esempio col canto l’essere umano riesce a trasformare la sua sostanza fisica e quella attorno a lui in nuove forze formatrici, in quanto attraverso la cosciente e consapevole azione della laringe guidata dal pensiero del cuore la sostanza fisica si espande arrivando ben oltre la forma fisica del corpo umano. In pratica il canto è una espansione eterico -animica del pensiero, una prova fisica percepibile della potenzialmente infinita creatività umana che inizia col canto e con la parola. Esiodo 2700 anni fa diceva che “Un uomo che non canta è un uomo senza futuro”, come dargli torto?

Proprio per questo motivo una mamma che ama il suo bambino gli canta la ninna nanna, perché con questo gesto aiuta l’azione delle forze creative e formative sul suo corpo. Per lo stesso motivo Hugo Erbe usava il canto per “spruzzare” nei campi il cornosilice e tutti i preparati che lavorano sulle fini forme formative: perchè dove arriva il canto fatto sul preparato dinamizzato arrivano le forze del preparato vivificate dall’azione eterica – animica umana del canto.

Una differenza della parola dall’immagine è anche che la parola è morta, finisce con l’emissione del suono, spesso la si dimentica e soprattutto è sempre quella, una immagine non muore mai e soprattutto non è mai fissa, evolve, cambia continuamente, è viva. La civiltà dei greci erano una civiltà delle parole che erano ancora viventi, ma con il tempo la parola, il linguaggio, è diventato sempre più inorganico ed arabescato e sempre più estraneo all’uomo (basta leggersi una legge) e questo fatto col tempo ha contribuito al fatto che l’uomo abbia perso la capacità di coglierne le immagini, di percepirle.

Una volta si diceva “ti do la mia parola (d’onore)”, oggi si dice una cosa ed il giorno dopo si fa l’esatto contrario, senza nessun ritegno e così fan (quasi) tutti.

Oggi abbiamo macchine che ci danno e ci fabbricano le immagini che noi pensiamo di volere, ma che in realtà ci “pensa” e crea e ci propina la stessa macchina o chi per essa e queste stessi meccanismi (pc, telefoni, tv etc) si stanno velocemente appropriando e nutrendo delle nostre parole, delle nostre emozioni e stanno riducendo l’uomo in schiavitù: pensate che oggi quasi tutte le nostre emozioni passano e vengono filtrate da macchine (scritti, parole, immagini).

Oggi un uomo senza un cellulare oggi non è un uomo: ho amici che mi dicono senza il cellulare si sentono morti, dicono del cellulare che oramai è “un pezzo di me del quale non posso fare a meno” …
Per aiutare, per nutrire la nostra giovane e curiosa Immaginazione leggiamoci e meditiamo questa bella poesia di Hermann Hesse dal titolo “A volte”

A volte, quando un uccello canta
od un vento passa tra le fronde
o un cane abbaia in una fattoria lontana,
devo stare a lungo in ascolto, raccolto.
la mia anima vola a ritroso
al di là dei millenni immemorabili
quando l’uccello ed il vento che stormisce
erano simili a me, mie fratelli.
la mia anima diventa un albero
ed un animale ed un tessuto di nuvole.
tramutata e straniata torna indietro
e mi interroga. Come risponderle.

La risposta la conoscete già: con una immagine magari creata da un suono, ricominciamo a guardare con occhi nuovi la Natura attorno a noi e vedrete che ci dirà e darà immagini a iosa che qualsiasi macchina non potrà mai fare, serve solo un po’ di volontà e di ritrovare in noi quella bacchetta magica che ci suggerisce di usare il sensibile poeta tedesco Joseph von Eichendorff:

Bacchetta magica

Dorme un canto in ogni cosa
che ivi sogna senza fine,
ed a cantare cogli il segno
se indovini la parola misteriosa.

Se caso mai non avrete trovato la parola misteriosa pronunciate la parola che veramente oggi è a molti misteriosa che risponde ad “AMORE”, ma amore che viene direttamente dall’Io spirituale e non dal sé animico e dall’ego fisico.

Ivo Bertaina

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