Nel libro “Le forze eteriche plasmatrici nel cosmo, nella Terra e nell’uomo” (Libreria Editrice Psiche) Guenther Wachsmuth ci spiega come il processo respiratorio umano sia il risultato dell’armonico alternarsi di due eteri contrapposti: l’etere del suono, con la sua azione condensante (inspirazione), e l’etere della luce, con la sua azione espansiva (espirazione). Abbiamo una dimostrazione di ciò ponendo subito sotto il naso uno specchio, in modo che respirando l’aria ricca di vapore acqueo, depositandosi su di esso, crei delle forme. Guenther Wachsmuth ci dice che si osservano forme triangolari, tipiche dell’etere della luce, in combinazione con forme semisferiche, tipiche dell’etere del suono. Egli ci spiega come più la vita interiore di chi esegue questa respirazione è ricca e più complesse ed elaborate diventano queste forme che si creano sullo specchio. Inspirare significa allora portare dentro di sé dei suoni formatori, espirare significa emanare esteriormente della luce.
Consideriamo ora la Terra, anch’essa in quanto organismo vivente è interessata da questo ritmico processo respiratorio di inspirazione ed espirazione. Un primo atto respiratorio lo troviamo ogni giorno, col risveglio mattutino della Natura (espirazione), evidenziato dallo sbocciare dei fiori, seguito dal richiudersi in se stessa verso la sera (inspirazione), evidenziato dal chiudersi dei fiori. L’atto respiratorio tuttavia si estende pure a livello annuale, col risveglio primaverile (espirazione), seguito dall’apparente morte autunnale (inspirazione). Coltivare in maniera cosciente significa fare il possibile affinché i nostri terreni vengano condotti in armonia con questi processi terrestri. Per tale motivo non è sufficiente l’utilizzo dei preparati biodinamici, bisogna essere consapevoli di tale processo respiratorio di Madre Terra e perciò assecondarlo. Una famiglia di piante ci torna molto utile a ciò, sono le leguminose, Rudolf Steiner infatti diceva che queste piante rappresentano una sorta di “inspirazione” della terra, mentre le piante coltivate per il raccolto rappresentano piuttosto un’”espirazione”.
Sappiamo che le leguminose sono in grado di assimilare l’azoto atmosferico e così fissarlo nei loro noduli radicali, per tale motivo vengono normalmente inserite in una rotazione colturale attraverso la tecnica del sovescio. Il loro però non è solo un arricchire il terreno di azoto, è un assecondare questo processo d’inspirazione di Madre Terra. Da questo ne consegue che non è pensabile non inserire mai all’interno di una rotazione delle leguminose, sarebbe come obbligare i nostri terreni sempre ad espirare, negando loro l’inspirazione: rischiano di morire asfissiati! Considerando poi quanto detto, la semina delle leguminose sarebbe meglio eseguirla nel periodo autunnale, questo al fine di assecondare il normale processo d’inspirazione che Madre Terra esegue in questo periodo dell’anno. Così facendo permettiamo all’etere del suono di convogliare l’azoto atmosferico, ricco di immaginazioni cosmiche, nel terreno e perciò condensarlo, affinché durante il lungo inverno tali “suoni” arricchiscano i nostri terreni e possano poi essere espirati in primavera-estate attraverso le coltivazioni varie che andremo a fare. Dunque il periodo tardo estivo-inizio dell’autunno sarebbe quello più propizio per la semina delle leguminose nei nostri campi, fermo restando che, piuttosto che non utilizzare le leguminose, è preferibile seminarle anche in un periodo meno idoneo, quale la primavera.
Ci sono alcuni testi utili per meglio informarsi sull’utilizzo delle leguminose in agricoltura, primo tra tutti il testo “Leguminose – Un aiuto per l’agricoltura biodinamica” di Almar von Wistinghausen (Editrice Antroposofica); altre informazioni utili poi le troviamo pure in “Manuale molto pratico di agricoltura biodinamica” di Ivo Bertaina (AgriBio Edizioni), “Agricoltura biodinamica” di Koepf, Schaumann ed Haccius (Editrice Antroposofica) e “Controllo ecologico delle erbe infestanti” di Adriano Del Fabro (“La casa verde – Gruppo Demetra).
Non ci sono pertanto più scuse per non utilizzare le leguminose, non ci resta che agire!
Fabrizio Testasecca
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