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TRE NUOVI PRODOTTI: TABACCO, CICERCHIE E LENTICCHIE

Tre Nuove Sementi da Agri.Bio:

Tabacco, Cicerchie e Lenticchie

La nicotina, alcaloide contenuta nella pianta del tabacco e in altre specie del genere Nicotiana, ha una notevole azione insetticida. Queste proprietà sono note fin dalla fine del 1600.  La pianta è molto bella e decorativa e la stessa pianta  coltivata  nell’orto funge da dissuasore per gli insetti.

La nicotina è però tossica, oltre che per gli insetti, anche per l’uomo e gli animali domestici, agendo a livello del sistema nervoso. Il suo impiego in agricoltura è stato ormai praticamente abbandonato, nonostante fosse efficace contro molti gruppi di insetti (in particolare verso gli afidi). Veniva formulato come solfato di nicotina ed ha una persistenza breve. Per l’orticoltura e il giardinaggio familiare, questo insetticida naturale può però ancora avere una buona  utilità soprattutto se coltivata. Vediamo quindi come prepararlo in casa.

Preparazione del macerato di tabacco

Attenzione perché la nicotina è tossica anche per i vertebrati, quindi tenete questo insetticida lontano dai bambini e dagli animali domestici.

Ingredienti

  •  due pacchetti di tabacco da sigarette oppure 2 foglie di tabacco spezzettate
  •  3 litri d’acqua tiepida lasciata esposta al sole coperta da uno straccio

–        Preparazione mettere il tabacco a macerare in un litro d’acqua per  2-3 giorni. Trascorso questo tempo l’acqua va filtrata con una garza o un colino e posta in un nebulizzatore. Il nostro insetticida naturale  è pronto. In genere un solo trattamento è sufficiente per debellare un’infestazione di afidi, ma è efficace anche nei confronti di altri parassiti come il ragnetto rosso. Durante il trattamento bisogna avere cura di bagnare bene tutta la vegetazione e spruzzare direttamente sui parassiti, se visibili nelle ore calde. In caso di necessità si può ripetere il trattamento dopo 10 giorni.

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Cicerchia è il nome comune di un legume antico coltivato in Asia, Africa e Europa, con riferimento anche ad alcune zone dell’Italia.

Il suo nome scientifico è Lathyrus sativus, ma la cicerchia è nota anche come pisello d’India o pisello d’erba. Per la precisione, il suo nome in India è khesari.

Proprietà della cicerchia

La cicerchia è un legume particolarmente ricco di proteine. Le cicerchie coltivate in Italia, con particolare attenzione alla produzione che avviene in Puglia, in Umbria, nel Lazio, nelle Marche e in Molise, hanno ottenuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale italiano da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Oggi si tratta di un alimento piuttosto raro al di fuori delle regioni che la conservano per tradizione.

Questo alimento ha fatto a lungo parte della tradizione e dell’alimentazione contadina italiana. La cicerchia è uno dei legumi più antichi e più consumati dai nostri progenitori. Se ne trovò traccia già in Mesopotamica con datazione risalente a più di 8000 anni fa.

È un legume particolare che può essere consumato di tanto in tanto senza problemi, in qualsiasi stagione. Le cicerchie, come gli altri legumi, contengono vitamine del gruppo B, proteine, sali minerali, fibre e polifenoli. Sono una fonte di calcio e fosforo.

Controindicazioni

I semi della cicerchia contengono in quantità variabile uno neurotossina, sotto forma di un aminoacido detto ODAP. L’agricoltura sta studiando tecniche di coltivazione adatte ad avere a disposizione cicerchie con una bassissima concentrazione di ODAP. Questa sostanza è stata correlata al neurolatrismo, una patologia degenerativa che causa la paralisi degli arti inferiori del corpo.

Bisogna però tenere conto che questa malattia si è presentata in Europa e Asia dopo periodi di carestia dove la cicerchia – una coltivazione molto resistente alla siccità – rappresentava l’unico o il principale nutrimento per lunghi periodi. Il contenuto di ODAP delle cicerchie è considerato variabile a seconda delle caratteristiche del terreno e delle condizioni ambientali.

In una dieta varia, ricca di alimenti diversi, il periodo di contrarre malattie a causa del consumo di cicerchie è considerato davvero raro per quanto riguarda l’Italia e l’alimentazione dei giorni nostri.

Usi delle cicerchie

Come ridurre al minimo la tossicità delle cicerchie? La raccomandazione è quella di dedicare alle cicerchie un lungo ammollo prima della cottura in acqua preferibilmente salata e tiepida per 24 ore. Al momento della cottura dovrete sostituire l’acqua dell’ammollo con nuova acqua pulita e non salata.

La cottura ad alta temperatura contribuisce a sconfiggere la potenziale tossicità della cicerchia. È necessario cuocere le cicerchie in acqua bollente. I tempi possono essere piuttosto lunghi, al pari di quelli dei ceci o dei fagioli secchi ma anche superiori. Dunque il suggerimento in questo caso è quello di utilizzare la pentola a pressione per risparmiare tempo. Il lungo ammollo e la cottura prolungata e ad alte temperature aiuterebbero a rendere le cicerchie più digeribili.

L’uso delle cicerchie come contorno prevede condimenti semplici che non ne coprano il sapore caratteristico ma che, anzi, lo esaltino. Ci riferiamo all’olio extravergine di oliva e ad erbe aromatiche molto comuni come il timo, l’origano e il rosmarino, che tra l’altro possono contribuire a rendere tutti i legumi più digeribili e ad alleviare eventuali gonfiori intestinali in chi non è abituato al loro consumo.

Alcuni degli usi più comuni delle cicerchie riguardano la preparazione di piatti tradizionali di alcune regioni italiane, come zuppe, minestroni (ad esempio in abbinamento con i cereali integrali) ma anche puree. La macinazione delle cicerchie permette di ottenere una farina adatta alla preparazione di crespelle, polente e focaccine.

Con le cicerchie si possono preparare anche delle puree di leguni da servire come contorno in alternativa al classico purè di patate. Le cicerchie si utilizzano anche come condimento per la pasta o per preparare un contorno ricco, in abbinamento a pomodorini, patate, carote, sedano e cipolle.

Una tradizionale zuppa umbra a base di cicerchie può comprendere ingredienti come aglio, salvia, mentuccia, prezzemolo e passata di pomodoro. A volte le cicerchie vengono servite condite con olio extravergine e alloro. Minestra di cicerchie e zucca e zuppa di cicerchie e patate sono tra le preparazioni tradizionali, ma potrete anche provare a preparare dei burger vegetali a base di cicerchie (in sostituzione dei classici ceci).

Marta Albè

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La lenticchia (Lens culinaris) è povera e ricca allo stesso tempo. Povera in quanto si accontenta di terreni non troppo fertili: pensate che fino poco tempo fa era molto coltivata nei terreni più poveri e marginali delle Alpi e dell’Appennino. E viene considerata da sempre la ‘carne dei poveri’, ma proprio perché è ricchissima di sali minerali, vitamine e fibre. Un piatto di lenticchie possono permetterselo tutti, principi e straccioni, e rappresenta un pasto completo a basso costo. Ma le curiosità in fatto di lenticchie non sono finite: sembra che siano il legume più antico coltivato dall’uomo e le prime tracce della loro esistenza risalgono al 7000 a.C. Ora è mai possibile che negli anni duemila non vengano coltivate nel nostro orto?

Terreno e concimazione: Meglio se sciolto e sabbioso, ma se proprio non abbiamo di meglio si adatterà anche quello argilloso, cercando però di evitare i ristagni di acqua. L’ideale è effettuare una buona concimazione con del letame prima della coltura precedente, ma se vogliamo rendere la coltivazione delle lenticchie più produttiva, aggiungiamo del fosforo e del potassio, minerali di cui la pianta è ‘ghiotta’.

Avvicendamento e consociazione: in genere si usa la lenticchia, che è una leguminosa, per aprire un ciclo di rotazione, per cui successivamente su quel terreno potranno essere coltivati quasi tutti gli ortaggi ad eccezione forse di altre leguminose. Solitamente invece non si accompagna ad altri ortaggi, fatta eccezione per orzo, fava, pisello e segale. Se disponiamo di un oliveto, un frutteto o una vigna, potremo seminare le lenticchie sotto gli alberi o vicino ad essi: ne trarranno giovamento reciproco!

Semina: si effettua in autunno al Centro/Sud e in primavera al Nord. Lasceremo 6-8 cm tra un seme e l’altro e 30-40 cm tra una fila e l’altra. La profondità di semina non deve essere superiore ai 2 cm. Il tempo di germinazione si aggira intorno agli 8-10 giorni. Esistono lenticchie di ogni colore e dimensione: dal verde al giallo, dal rosso all’arancio, mentre il loro diametro può variare dai 2 mm (minuscole!!!) ai 9 mm. Non avremo che l’imbarazzo della scelta!

Raccolta: estirperemo la pianta quando la parte aerea sarà quasi completamente seccata e la lasceremo asciugare bene in un luogo caldo e asciutto. Mi raccomando non tardiamo troppo la raccolta perché i semi potrebbero iniziare a perdere colore o essere attaccati dal tonchio! Ho fatto due conti e coltivando 10 mq di terreno potremo raccogliere circa 5-6 kg di lenticchie. Certo è che se abbiamo un orto piccolissimo è meglio lasciar perdere le lenticchie!

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