Nome scientifico: Allium porrum (L.) J. Gay

Famiglia:  Liliacee

Breve storia e note botaniche sulla pianta
Non si hanno notizie certe sulla zona di origine del porro in quanto non è mai stata identificata alcuna forma selvatica. Alcuni autori sostengono che tale specie provenga dall’area celtica, dove era già conosciuto attorno al 3.000 avanti Cristo.
In Egitto, coltivato assieme a cipolle ed aglio, il porro costituiva la dieta degli schiavi costruttori delle piramidi, così come testimoniato dai geroglifici del 2.000 a.C.. La sua coltivazione si estende nei secoli a tutto il bacino mediterraneo. Nel Medioevo, il porro, rappresenta una di quelle piante che hanno consentito di superare i periodi di grandi carestie e pestilenze che hanno afflitto l’uomo per decenni.
In Piemonte il Porro viene coltivato su una superficie complessiva di circa 200 Ha con una produzione di 30.000 q. dei quali il 62% prodotti in Provincia di Cuneo. Da ricordare la particolare coltivazione del porro nel Comune di Cervere.

Il porro è una pianta biennale  appartenente alla famiglia delle Liliacee. Il fusto è costituito da un disco che nella parte inferiore origina un fitto apparato radicale fascicolato, mentre nella parte superiore sviluppa delle lunghe foglie di forma lineare – lanceolata. Il cosiddetto “falso fusto” che si sviluppa nella parte basale è costituito dall’alternanza e sovrapposizione di foglie inguainate. Le caratteristiche di coltivazione determinano la lunghezza del bulbo. La fioritura si verifica nel secondo anno di vegetazione. Nel secondo anno il porro porta alla sua sommità un’infiorescenza globosa ad ombrella, formata da numerosi piccoli fiori, bianchi o rosa. Il frutto è una capsula contenente due o tre semi di colore nero, simili ai semi della cipolla.
Esigenze pedoclimatiche
Interrompe l’attività vegetativa con temperature inferiori a 8-10°C, ma è in grado di resistere anche a -8°C. La pianta è abbastanza rustica, tollera poco climi caldo-afosi.
Tempi di semina e trapianto
La germinabilità del seme dura solo due anni e la nascita delle piantine avviene 15 – 20 giorni dopo la semina, la cui profondità non deve superare il mezzo cm.
Il periodo ottimale è tra marzo e maggio (in semenzaio) e si trapianta in campo da giugno a fine luglio, quando le piantine raggiungono un’altezza di circa 25 cm o meno, mantenendo una distanza tra le file di 30-60 cm, e di 10-15 cm tra le piante. La profondità di trapianto non deve superare i 15 cm.

Porro

Lavorazioni
Il porro esige un terreno profondo, fresco, permeabile, fertile, irriguo e con un pH neutro o leggermente sub – acido (pH 6 – 7). Quando è coltivato in pieno campo è considerato una coltura di rinnovo come il mais e, di conseguenza, deve seguire un cereale tipo grano, orzo, segale, avena. Tutte le graminacee possiedono un imponente apparato radicale che funge da “aratura naturale”, l’interramento dei residui colturali senza arature tardive che nuocciono all’humus viene consigliato.
Nell’orto famigliare il porro può essere coltivato nell’anno successivo dopo patata, pomodoro, peperone, cetriolo, zucchino e lattuga. La coltura non va ristoppiata (ripetizione della stessa coltura sullo stesso terreno) al fine di evitare malattie crittogame, fisiopatie, scarse e qualitativamente scadenti produzioni.
Fertilizzazioni
Il porro è più esigente rispetto ad aglio e cipolle. Su un estensione di circa 40 m2 (100 Kg di produzione) mediamente assorbe: Azoto 335 g., Anidride fosforica g. 200, Ossido di potassio g. 400, Ossido di calcio g. 200, Ossido di magnesio g. 100. Ha quindi esigenze medio-alte in azoto (meglio se subito disponibile alla fase di trapianto), alte in fosforo e medie in potassio. La disponibilità di zolfo è importante per favorire una buona qualità. Raccomandiamo utilizzo di letame compostato maturo, possibilmente biodinamico.

Cure colturali ed irrigazione
Una ripetuta ed oculata  irrigazione post-trapianto consentono di evitare un arresto della vegetazione. Quando la pianta ha raggiunto un buon sviluppo è opportuno eseguire alcune sarchiature leggere tendenti ad eliminare le erbe infestanti ed a rompere la crosta del terreno. La rincalzatura va eseguita circa a 40-50 gg. dopo il trapianto per favorire l’imbiancamento del bulbo.
Avversità
Buone pratiche colturali come avvicendamento, compost maturo, giusta e tempestiva irrigazione, assicurano l’esito di piante sane e forti. Tra i parassiti più insidiosi si ricorda la mosca Chortophila antiqua, la cui larva danneggia la radice e il bulbo (colpisce anche aglio e cipolla); la tignola del porro (Acrolepia assectella) che danneggia le foglie. Tra le crittogame più pericolose si possono annoverare: l’Alternaria del porro (alternaria porri) che attacca le foglie e provoca il marciume dei bulbi; la pernospora del porro (Phitophthora porri) che provoca il seccume delle piante e delle foglie e la ruggine del porro che attacca le foglie e si manifesta con pustole di colore rossastro. Fra i batteri può rendersi pericoloso il Batterium carotovorum che provoca l’ingiallimento delle foglie ed il marciume putrido del bulbo.

Prodotti per la difesa
Negli orti biodinamici non si riscontrano particolari ed invasive manifestazioni di parassiti e funghi, pertanto raccomandiamo un corretto uso dei preparati biodinamici anche come prevenzione.
Per la difesa dalla tignola consigliamo farina di roccia e infuso di equiseto ogni 2-3 settimane (utile anche per prevenire malattie fungine), le piante colpite vanno tagliate, dopo di che ricacceranno nuovamente.
Per la mosca (che forse è il problema più diffuso) bisogna prevenire bene la possibilità di favorire il parassita nella fase di trapianto. Si consigliano: un giusto avvicendamento colturale (la mosca è un pessimo volatore) oppure coprire le piante con tessuto non tessuto subito dopo il trapianto e la consociazione con la carota.

Produzione e raccolta
L’intervallo di tempo tra trapianto e raccolta varia da 110-180 giorni a seconda delle varietà. A seconda del periodo di semina la raccolta può essere effettuata: nel mese di novembre (semina marzo-aprile), nel mese di febbraio-marzo-aprile (semina maggio – giugno). In 100 m2 possiamo ottenere circa 300 kg di porri.

Valori nutrizionali
100 gr di porri contengono (29 Kcal): g. 87,8 di acqua, g. 2,3 di proteine; g. 0,1 di grassi; g. 5,2 di zuccheri solubili; g. 1,2 di fibra mg. 0,8 di ferro; mg. 54 di calcio; mg. 57 di fosforo; mg. 0,06 di vitamina B1; mg. 0,08 di vitamina B2; mg. 0,5 di Vitamina PP; tracce di Vitamina A; mg. 9 di Vitamina C unitamente a modesti quantitativi di Magnesio, Sodio, Potassio, Manganese, Silicio ed essenza sulfo-azotata.
Il porro possiede proprietà toniche, nervine, diuretiche, lassative, antisettiche. Veniva utilizzato nella cura di  dispepsie, anemie, reumatismi, artrite, gotta, affezioni urinarie, obesità, emorroidi, piaghe, punture di insetti, inoltre è utile per migliorare o mantenere la freschezza della pelle del viso. Secondo il medico rinascimentale Castore Durante, il consumo equilibrato di questo ortaggio “provoca l’urina, facilita le mestruazioni, dissolve le ventosità, stimola Venere; cotto con le mele pulisce i polmoni, riduce l’asma; mangiato con sale purga lo stomaco, cotto sotto la cenere risolve il mal di testa, toglie l’ubriachezza, sana i dolori colici, sana la tosse, migliora la voce e fa feconde le donne”. Normalmente il porro si utilizza sotto forma di decotto: 30 g. di radici di porro, lavate e pestate nel latte, rappresentano un buon vermifugo. Non è consigliabile il consumo del porro crudo. Infine ricordiamo il suo effetto afrodisiaco!

Famiglia e varietà
Il porro è pianta erbacea biennale appartenete alla famiglia delle Liliacee (a cui appartengono anche l’aglio e la cipolla), tra le più diffuse varietà si ricordano: Porro Maxim (autunnale ed invernale); Porro mostruoso di Carentan (autunnale e invernale), Porro Gigante di Inverno (invernale); Porro lungo della riviera (autunnale); Porro grosso d’Italia (invernale) Porro lungo d’inverno (autunnale o invernale). Fra le varietà francesi di un certo interesse si ricorda: Porro Bleu de Selaise a foglie di colore verde – cupo e il porro solaise violet con le foglie di colore violetto.

Trattamenti biodinamici
Il grande ricercatore biodinamico Ehrenfried Pfeiffer consiglia per l’orto famigliare la varietà Gigante di Carentan poiché è rustico, possiede un fusto grosso, bianco e foglie larghe. Si concima con letame compostato con preparati biodinamici, senza eccedere nelle concimazioni, altrimenti si avranno porri grossi ma dal sapore aspro. Il porro cresce molto bene dopo le patate.
Nella fase di trapianto si consiglia di spruzzare nei solchi il cornoletame o 500, o l’immersione delle radici nello stesso, per favorire l’attecchimento ed una rapida levata. Successivamente è possibile dare il 501 o cornosilice per favorire la concentrazione di sostanze nutritive nelle foglie.
Predilige consociazioni con carota, barbabietola e sedano, ma esige un’aiuola tutta per sé.
Uso del calendario biodinamico
Il porro, considerato il suo stretto rapporto con il terreno, non viene considerato pianta da foglia ma bensì da radice. Per la fase di semina opteremo quindi per giorni di Terra e la Luna discendente per il trapianto, per favorire il radicamento e la germinazione, mentre i giorni di Terra e radice saranno inoltre dedicati a lavorazioni di sarchiatura, rincalzamento e raccolta.

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