Un’architettura per l’uomo.
La tecnologia dei pannelli fotovoltaici applicati all’edilizia, per l’opinione pubblica sembra offrire soluzioni ideali al problema delle fonti di energia naturale e del risparmio energetico. Su questo argomento, la relazione di Dorian Schmidt ci offre una prospettiva inusuale e sicuramente sorprendente.
Tratto da Das Goetheanum
Traduzione di Stefano Andi
Il fotovoltaico si sta ampiamente diffondendo grazie agli incentivi statali, sui tetti di edifici soprattutto extraurbani*. A seguito di questo fatto assume un altro aspetto non solo la produzione energetica, ma si trasforma anche l’immagine del territorio, sia a livello sensoriale sia a livello soprasensibile. Dorian Schmidt (Verein fur Bildekraefteforschung, Jaena) ha inviato alla redazione le sue osservazioni soprasensibili a proposito del fotovoltaico e dei criteri di valutazione e di giudizio conseguenti, che vengono qui presentati ed esposti.
Oltre al vantaggio finanziario, è affascinante anche l’idea di ricavare energia dalla luce solare che splende inesauribile e disponibile in sovrabbondanza. Eppure il sole è veramente solo una fonte di energia? Quando lo riduciamo ‘solo’ a questo e a una questione tecnica, non trascuriamo forse la sua essenza? Con questo sfruttamento che cosa ottiene l’uomo e per quale via lo ottiene?
All’uomo è sempre più riuscito di spingere le sue odierne rappresentazioni su che cosa sia la luce solare, fino al punto da poter afferrare per un lembo ciò che originariamente era invisibile e inafferrabile (materialmente ed intellettualmente) la luce del sole. E questo lembo è uscito dal pensiero delle nostre esigenze utilitaristiche. Ma, appunto, è solo un lembo! E noi ce ne serviamo, lo utilizziamo, senza aver capito bene l’essere della luce del sole. Nel momento in cui abbiamo reso afferrabile il dono inafferrabile del Sole, non abbiamo forse svalutato, forse persino degradato una parte dell’Essere Solare?
Deserto di luce
L’aspetto di un villaggio che abbia sempre più coperto i tetti di pannelli fotovoltaici è ambiguo. Ci si può rallegrare che lì gli abitanti siano più intelligenti e innovativi in campo ecologico ed economico. Sui tetti scintillano ora superfici specchianti dalla oscura intelligenza bluastra, che non servono più solo come copertura per proteggere la casa, ma si appostano come astute trappole per la luce. In un villaggio cosiffatto tutto ruota attorno al fattore luce. L’effetto estetico delle coperture solari può essere così intenso che tutto, il verde dei giardini degli orti e dei viali, può risultare insignificante per la stessa immagine cittadina, che il verde della vegetazione diventi opaco, e questo costantemente.
L’atmosfera luminosa è poi simile a quella del deserto, la luce appare come imprigionata e intensificata. Ma con queste impressioni non siamo forse nemici del progresso? Che ce ne facciamo di queste osservazioni? Nel bel mezzo di questi interrogativi si inserisce la relazione di Dorian Schmidt che, da diverso tempo, si è impegnato nel definire il carattere soprasensibile della modalità di funzionamento delle celle solari.
Relazione di Dorian Schmidt
Noi abbiamo investigato diversi impianti solari con il metodo dell’analisi delle forze plasmatrici. Siamo un gruppo di lavoro composto dall’autore e da diversi collaboratori, che si occupa del tema ‘Essenza e azione delle forze sottosensibili dell’elettricità e del magnetismo’.
Le seguenti descrizioni si riferiscono in particolare, oltre ad altre installazioni, a un piccolo impianto di celle al silicio policristallino della superficie di 10 mq e a uno più grande di 200 mq, con celle al silicio monocristallino o amorfo. Al fine di una maggiore comprensione, le considerazioni vengono suddivise in effetti nel campo del vivente (eterico) ed effetti nel campo dell’animico, degli esseri.
Effetti nell’eterico
Osservando la superficie piana del cristallino di silicio di una cella solare, si notano svilupparsi, dal punto di vista soprasensibile, forze minerali eteriche terrestri fortemente concentrate. Esse appaiono in forme che assomigliano a catene montuose dal marcato profilo zig-zag. Nell’incavo scalettato di queste oscure asperità minerali si genera un forte risucchio. Tale risucchio attira i chiari, luminosi ‘minerali di luce’ che sono in sospensione e veleggiano nell’atmosfera della luce solare e che irraggiano dal sole. La stessa atmosfera della luce solare è densamente compenetrata di sostanza astrale. Questi ‘minerali di luce’ sono gli elementi portatori dell’Etere di Vita che, provenendo dal sole, inesauribilmente dà vita al suolo terrestre. Appena i ‘minerali di luce’ giungono nello spazio ristretto delle scure asperità minerali, il flusso viene bloccato. La conseguenza è che essi vengono sottratti all’atmosfera solare , o meglio, ne vengono strappati a forza; infatti i ‘minerali di luce’ sono come concresciuti in questa sfera astrale. Dopo questa separazione i ‘minerali di luce’ vengono compressi, condensati e inseriti nelle punte minerali. Essi vengono così trasferiti dalla sfera astrale del sole in un’altra atmosfera di influsso, il cui carattere può essere descritto come di aspra contrazione a forma di zeta. In questa sfera viene generata tra colpi come schiocchi e scoppi aerei, una spinta e di conseguenza viene incanalato un movimento in un’unica direzione. Tutto ciò ha come risultato che si instaura un flusso direzionale che i ‘minerali di luce’, ora compressi e illividiti, devono seguire (e che si genera come conseguenza lo sbarramento di un campo elettrico orientato-polarizzato).
Effetti sul piano astrale
Sul piano astrale appare il lato essenziale degli accadimanti nel campo elementare. Qui si possono cogliere per lo più solo alcuni Esseri delle Gerarchie, variamente popolate e articolate. I ‘minerali di luce’ sono essenzialmente abitati, o meglio compenetrati da Esseri. Gli esseri dei ‘minerali di luce’ nell’uomo agiscono sull’intelligenza. Essi vivono nell’ambiente e dell’ambiente animico e spirituale che proviene dal sole, insieme all’irraggiamento eterico e a quello fisico. Nella processualità delle celle solari gli esseri dei ‘minerali di luce’ sono spinti fuori da questo ambiente. Questo è un processo sul piano animico spirituale che per questi esseri si svolge in modo particolarmente doloroso e li induce alle conseguenti manifestazioni essenziali di enorme dolore. La compressione degli involucri eterici degli esseri dei ‘minerali di luce’ e il loro isolamento dalla matrice solare è comparabile nell’ambito dell’esperienza umana alla riduzione in schiavitù. La schiavitù in ambito umano è ciò che sperimentano gli esseri dei ‘minerali di luce’ nel campo di influenza a loro estraneo, nelle celle solari, nel momento in cui vengono trasformati in forze subnaturali in un ambiente privo di spirito, all’interno di un’atmosfera aeriforme di tipo zig-zag, ad alta carica tensionale.
Pure osservazioni
Rispondendo a una richiesta, avevo presentato questi risultati all’interno di una relazione sul tema ’Impianti di celle solari sul tetto di una scuola Waldorf’ e mi vidi contestato, come del resto certamente mi aspettavo, con una serie di argomentazioni che facevano apparire queste mie osservazioni come insignificanti. Il problema di quelle argomentazioni è che producono all’istante un confuso intreccio di elementi tecnici, che sono più o meno estranei al tema. E non da ultimo la discussione viene permeata anche da interessi economici. Perciò qui vengono presentati in modo sintetico alcuni pensieri sull’impiego degli impianti solari, che non possono essere sviluppati in una breve discussione, spesso confinata in un tempo ristretto, assegnato a priori.
1. Secondo Rudolf Steiner l’elettricità è Etere di Luce decaduto. Il che significa che nel processo delle celle solari una forza soprasensibile viene trasformata in una forza sottosensibile, aggirando il piano sensibile. Questo è un processo estremamente rozzo per non dire brutale, che non è paragonabile con la creazione di elettricità attraverso l’energia meccanica, presso la quale l’elettricità presente contenuta nella materia viene ricavata attraverso una polarizzazione meccanica, ma non viene prodotta dalla luce.
2. La trasformazione nelle celle solari è anche un processo animico – morale. Esso è chiaramente sperimentabile, a un’attenta osservazione, nell’ambiente attorno agli impianti solari e continua ad agire anche nella vita inconscia degli uomini come forza irrigidente nell’ambito vivente, ma anche nella sfera morale. Rudolf Steiner nel corso sull’agricoltura biodinamica chiama l’effetto dell’elettricità sul vivente un’azione sclerotizzante.
3. L’uomo nella sua prorompente, creativa, luminosa, intelligente azione è da sempre dipendente dalla moderata e indisturbata luce del sole. A uno scivolamento in un pensiero solo razional-combinatorio si viene indotti in un ambiente con estese superfici di impiantistica solare allo stesso modo che di energia radiante elettromagnetica di grande intensità. L’incessante appello all’innovazione sembra essere la medesima reazione a uno stato di necessità in continuo sviluppo, alla stessa stregua dell’appello al benessere che è la reazione alla percezione istintiva dell’indebolimento strisciante e pervasivo degli involucri eterici, con la sensazione di un malessere permanente.
4. L’osservazione priva di preconcetti delle celle solari viene ostacolata da concetti fuorvianti come ‘concorrente verde’ e similari. Una cosa del genere non esiste. L’elettricità non è moralmente neutrale, anzi possiede, come ogni forza fisica, anche una controfaccia spirituale: nel caso dell’elettricità è l’idea spirituale essenziale dell’ autonomia dal cosmo a favore della preservazione di una sovranità individuale assoluta e incondizionata.
5. L’agricoltura biodinamica ha il compito, mediante lo sviluppo dell’individualità dell’azienda agraria, di ricollegare la produzione agricola al cosmo. Quindi non può essere un suo compito quello della produzione di energia elettrica in quantità economicamente rilevante, soprattutto non attraverso l’annientamento del risvolto spirituale delle forze solari. Per l’installazione di superfici di celle solari si dovrebbe infatti trovare un riequilibrio, una sorta di rimedio curativo, che sicuramente esiste ma che però è appunto uno strumento curativo.
6. L’osservazione priva di preconcetti delle celle solari viene ostacolata anche da sentimenti del tipo ‘io sto facendo qualcosa di buono’. Questi sentimenti sono da mettere a confronto con la situazione sociale complessiva. Infatti non esiste nessuna carenza di energia elettrica, nemmeno se si volesse rinunciare alle centrali atomiche. Al contrario, esiste una carenza di valutazioni economiche sul costo industriale della preziosa energia elettrica. L’elettricità viene sciupata in quantità enormi. Si pensi per esempio al dispendio pubblicitario in campo economico. Ci si dovrebbe interrogare su quale ruolo gioca l’elettricità in un sistema economico che si basa al contempo in modo anacronistico sulla concorrenza, sulla crescita illimitata ed è forzatamente legato anche alla sistematica manipolazione dei bisogni, che divora una enorme quantità di energia. Proprio questo è importante per un esame dello spreco di energia. Si consideri un attimo il dispendio di forze che è necessario solo per lo sviluppo delle tendenze di moda nel design di autovetture, per restare al passo con la concorrenza. Oppure si pensi alla produzione di oggetti di materiale sintetico, economici e dalla durata estremamente ridotta e senza la possibilità di essere riparati, oppure ai computer in funzione giorno e notte.
Dovrebbe risultare ormai chiaro che una moralità sorge dal fenomeno stesso attraverso una scienza dello spirito sperimentata. Essa amplia inoltre lo sguardo ai fini di un giudizio sulla civiltà contemporanea, e di conseguenza anche sui progetti concreti che si vogliono radicare. Infine apre anche uno prospettiva necessaria per poter di nuovo collegare l’evoluzione futura dell’umanità al mondo spirituale.

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