Polis

Italia: bambini perduti

di Gianni Lannes

Chi li ha visti? Le peggiori atrocità scorrono sotto i nostri occhi eternamente distratti. In Europa, attualmente si volatilizza un minore ogni due minuti: l’anno scorso ne sono svaniti quasi 650 mila. Che fine hanno fatto? Sono forse diventati almeno in parte pezzi di ricambio: abusati, vivisezionati, seviziati, massacrati e torturati? Ogni anno, secondo i dati dell’Onu, ben otto milioni di bambini spariscono dalla faccia della Terra. Non sono bruscolini, ma esseri viventi. Eppure, nessuno se ne preoccupa seriamente.
Nel 2009 il ministro dell’Interno, senza mai essere stato smentito dai fatti, aveva dichiarato pubblicamente, nel corso di un’assemblea pubblica dell’Unicef:
«Il traffico d’organi di bambini esiste anche in Italia. Nel nostro paese ci sono evidenze di traffici di organi di minori che sono presenti e sono stati rintracciati sul territorio».
A dirla tutta il 22 agosto 2008 l’associazione Save The Children aveva precedentemente denunciato all’opinione pubblica:
«Tratta di minori: in Italia centinaia i bambini e adolescenti coinvolti non solo nello sfruttamento sessuale ma anche in attività illegali, mendicità, lavoro coatto, adozioni illegali e si presume nel traffico di organi. Un fenomeno sempre più articolato, che riguarda centinaia di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, provenienti per lo più da Nigeria e Romania ma anche da Africa e Asia, coinvolti in varie forme di sfruttamento: sessuale, in attività illegali, accattonaggio, lavoro forzato, adozioni internazionali illegali e, si presume, anche traffico di organi. Bambini e adolescenti che spesso restano invisibili e sconosciuti, quindi privi di adeguata tutela e protezione».
Sono questi i contorni della tratta dei minori in Italia secondo il dossier di Save the Children “Piccoli schiavi”. Nel maggio del 2005 andai a Trieste al fine di intervistare il procuratore capo, Nicola Maria Pace, per un’inchiesta sul nucleare, pubblicata dal settimanale Famiglia Cristiana. In quell’occasione l’integerrimo magistrato mi confidò di una sua inchiesta sul traffico di organi umani. Poco dopo, però, il dottor Pace fu trasferito a dirigere la Procura di Brescia. E poi morì improvvisamente. Certo, coincidenze, troppe, tante, inspiegabili.
Migliaia di bambini perduti anche nel belpaese. Non si tratta di numeri, bensì di storie. Ma dietro le cifre ci sono vicende umane e purtroppo, tragedie occultate dai mass media. Sono tanti, troppi i bambini scomparsi da noi. Perché? L’Italia è un punto cruciale per il traffico di organi. Esseri umani presi, ancora bambini, deportati in Europa con luccicanti promesse e poi usati per curare altri europei, gli stessi magari che tuonano contro l’immigrazione clandestina. Mentre in Italia non se ne discute, un’inchiesta francese, partita dalla Procura di Marsiglia ha rivelato come l’Italia sia un crocevia di questo terribile “commercio”. Un rapporto del governo britannico ha rivelato che il traffico di esseri umani ha raggiunto livelli record, con un aumento addirittura del 50 per cento nell’ultimo anno.
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ricorda che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la carenza internazionale di organi per trapianti ha portato ad un mercato nero per il commercio di organi, così come la nascita di un particolare tipo di turismo, quello “dei trapianti d’organo”. I reni sarebbero l’organo più trafficato, perché può essere rimosso ed il donatore in grado di condurre una vita sana. Un numero impressionante di reni, circa 7 mila sarebbero illegalmente convogliati annualmente. Ed il commercio illegale di organi fornirebbe più di 1 miliardo di dollari ogni anno. Il problema è che ancora oggi la lotta contro questa forma di criminalità non è ancora affrontata a livello globale perché sottovaluta dalle autorità. Un consiglio di lettura? Il rapporto “Trapianti di organi nell’infanzia, licenziato dal comitato nazionale di bioetica il 21 gennaio 1994. Altro che etica: “il problema è aumentare la disponibilità di organi”. Esiste un mercato occulto ma fiorente nello Stivale, protetto da apparati statali di vertice.

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