• Il porro è una pianta biennale appartenente alla famiglia delle Liliacee. La germinabilità del seme dura solo due anni
  • È un forte consumatore che richiede molta concimazione con compost poco maturo ed è il primo ad entrare nella rotazione insieme ai cavoli, solanacee, cucurbitacee (zucche, cetrioli, meloni), sedano. Il porro ha quindi esigenze medio-alte in azoto (meglio se subito disponibile alla fase di trapianto), alte in fosforo e medie in potassio. La disponibilità di zolfo è importante per favorire una buona qualità.
  • Si può seminare un sovescio resistente al freddo (ad esempio, veccia villosa con segale), spargere sul sovescio in Febbraio del composto di letame e lasciarlo sviluppare per un mese ancora. È questa una pratica adatta a preparare adeguatamente il terreno per i forti consumatori, tipo il porro.
  • Si consocia bene con cipolle, carote, sedano e barbabietola.
  • Quando è coltivato in pieno campo è considerato una coltura di rinnovo come il mais e, di conseguenza, deve seguire un cereale tipo grano, orzo, segale, avena. Nell’orto familiare il porro può essere coltivato nell’anno successivo dopo patata, pomodoro, peperone, cetriolo, zucchino e lattuga. Il periodo ottimale per la semina è tra Marzo e Maggio (in semenzaio) e si trapianta in campo da Giugno a fine Luglio, quando le piantine raggiungono un’altezza di circa 25 cm o meno, mantenendo una distanza tra le file di 30-60 cm e di 10-15 cm tra le piante. L’intervallo di tempo tra trapianto e raccolta varia da 110-180 giorni, a seconda delle varietà. A seconda del periodo di semina la raccolta può essere effettuata: nel mese di Novembre (semina Marzo-Aprile), nel mese di Febbraio-Marzo-Aprile (semina Maggio – Giugno). Nella fase di trapianto si consiglia di spruzzare nei solchi il cornoletame (500) o l’immersione delle radici nello stesso, per favorire l’attecchimento ed una rapida levata. Successivamente è possibile dare il 501 o cornosilice per favorire la concentrazione di sostanze nutritive nelle foglie.

Parassiti

  • Tra i parassiti più insidiosi c’è la mosca Chortophila antiqua, la cui larva danneggia la radice ed il bulbo (colpisce anche aglio e cipolla); la tignola del porro (Acrolepia assectella) che danneggia le foglie. Tra le crittogame più pericolose si possono annoverare: l’Alternaria del porro (Alternaria porri) che attacca le foglie e provoca il marciume dei bulbi; la peronospora del porro (Phitophthora porri) che provoca il seccume delle piante e delle foglie e la ruggine del porro che attacca le foglie e si manifesta con pustole di colore rossastro. Fra i batteri può rendersi pericoloso il Batterium carotovorum che provoca l’ingiallimento delle foglie ed il marciume putrido del bulbo.
    Per la mosca (che forse è il problema più diffuso) bisogna prevenire la possibilità di favorire il parassita nella fase di trapianto. Si consigliano: un giusto avvicendamento colturale (la mosca è un pessimo volatore) oppure coprire le piante con tessuto non tessuto subito dopo il trapianto e la consociazione con la carota.

Miei studi

  • Il bagno sementi per 30-60 minuti con 500 dinamizzato ha dato ottimi risultati per i porri, soprattutto aumenta la percentuale di semi che germinano e le piante hanno delle radichette fascicolate molto più sviluppate rispetto a piante non trattate col 500 dinamizzato; in alcuni casi (ma non sempre) si hanno anche piante con gambi più grossi.

Riferimenti bibliografici

  • “Porro” (articolo Agri. Bio di Stefano Cattapan)
  • “Il suolo – Un patrimonio da salvare” di C. e L. Bourguignon (Slow Food Editore) pag. 83
  • “Leguminose – Un aiuto per l’agricoltura biodinamica” di Almar von Wistinghausen (Editrice Antroposofica) pag. 49

Fabrizio Testasecca

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