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Amianto: smaltirlo in modo eco e low cost con il siero di latte
Il processo che rende il rifiuto innocuo e riutilizzabile è frutto del lavoro
del Chemical Center, spin-off del dipartimento di chimica
dell’Università di Bologna.

Produrre nuove materie prime commercializzabili dall’eternit in maniera green, senza produrre scarti pericolosi per ambiente e salute, e a basso costo. Come? Grazie al siero di latte, quella parte liquida che si separa dalla cagliata durante la caseificazione per intenderci.
Il processo che rende il rifiuto innocuo e riutilizzabile è frutto del lavoro del Chemical Center, spin-off del dipartimento di chimica dell’Università di Bologna. Una nuova tecnologia tutta made in Italy quindi.
La trasformazione dei manufatti cemento-amianto prevede 2 fasi: «La prima avviene a temperatura ambiente in un reattore in vetroresina dove vengono poste una tonnellata di eternit (cemento + amianto) e 10 tonnellate di siero di latte: dalla loro reazione si libera CO2 e si producono acqua, ioni calcio e fibre di amianto che si depositano sul fondo – spiega dice Giovanni Viola, amministratore unico di Chemical Center, ripreso dal Corriere della Sera – Le fibre sono protagoniste della seconda fase che avviene in quattro ore a una temperatura di 150–180 gradi e produce una soluzione di ioni metallici recuperabili per via elettrochimica e fosfati, silicati e batteri morti utilizzabili come fertilizzanti».
Una soluzione rivoluzionaria che da un lato aiuterebbe il nostro Paese a sbarazzarsi in maniera pulita dell’amianto – ricordiamolo bandito dalla legge iin Italia e in tutta Europa – che purtroppo ancora ammorba l’edilizia nazionale. E dall’altro consentirebbe anche un interessante guadagno: tolti i costi di ammortamento, energia e manodopera, si legge sempre sul Corriere della Sera, l’intero processo utile a distruggere e convertire una tonnellata di questo materiale renderebbe 9 mila euro.

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