Agricoltura

I virus killer delle api passati dalle piante agli animali?
Sarebbe il primo salto “trans-regno”

Una possibile minaccia anche per la salute degli esseri umani

Il virus del tabacco Trsv potrebbe replicarsi nell’Apis mellifera
Un team di ricercatori sino-statunitense ha concentrato la propria attenzione su un potente virus che ha colpito le api, pubblicando su MBio dell’American Society for Microbiology lo studio “Systemic Spread and Propagation of a Plant-Pathogenic Virus in European Honeybees, Apis mellifera”. I ricercatori evidenziano che le malattie emergenti e riemergenti derivanti dagli ospiti dei patogeni sono una minaccia per la salute degli esseri umani e dei loro animali domesticati. «L’Rna dei virus ha tassi di mutazione estremamente elevati e rappresenta quindi una fonte significativa di queste malattie infettive».
Il team guidato da Ji Lian Li, del laboratorio per gli insetti impollinatori del ministero dell’agricoltura della Cina e dell’Institute of Apicultural Research dell’Accademia cinese delle scienze agricole, dimostra che «il Rna di un virus patogeno delle piante, il tobacco ringspot virus (Trsv), potrebbe replicarsi e produrre virioni nelle api, Apis mellifera, causando infezioni che sono state trovate in tutto il corpo». Inoltre lo scienziato cinese ed i suoi collegi americani hanno dimostrato che «Individui infettati da Trsv erano continuamente presenti in alcune colonie monitorate. Mentre restano da determinare il ciclo di vita intracellulare, la variazione genetica a livello di specie e la patogenesi del virus nelle api ospiti, la crescente prevalenza di Trsv in combinazione con altri virus delle api, a partire dalla primavera verso l’inverno, in colonie infette è stata associata al graduale declino delle popolazioni ospitanti e al collasso invernale della colonia, suggerendo l’impatto negativo del virus sulla sopravvivenza delle colonie. Inoltre, abbiamo dimostrato che il Trsv è stato trovato anche negli ectoparassiti acari Varroa che si nutrono dell’emolinfa delle api, ma in quei casi il virus è limitato al cieco gastrico degli acari Varroa , suggerendo che gli acari Varroa possono facilitare la diffusione del Trsv

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nelle api, ma non producono esperienze di invasione sistemica». Infine, l’analisi filogenetica realizzata dal team «Ha rivelato che il Trsv isolato dalle api, dal polline delle api e dagli acari Varroa, messi insieme formano un clade monofiletico. La topologia ad albero indica che i Trsv degli ospiti artropodi condividono un antenato comune con quelli provenienti da piante ospiti che successivamente si è evoluto come un lignaggio distinto dopo l’alterazione “trans-regno” nell’ospite. Questo studio rappresenta un esempio unico di virus con intervalli di accoglienza che abbracciano sia il regno animale che vegetale».Ji ed i suoi colleghi sottolineano l’importanza della scoperta: i patogeni che passano da un ospite all’altro rappresentano una fonte importante di nuove malattie infettive e loro forniscono la prova che un virus che ha origine nel polline delle piante, si replica anche nelle api e che invade in maniera sistemica e si replica in diverse parti del corpo degli insetti, inoltre è stato rilevato anche nella Varroa che quindi potrebbe svolgere un ruolo nel facilitare la diffusione del virus nelle colonie. «Questo studio – scrivono i ricercatori su MBio – rappresenta la prima evidenza che le api esposte al polline contaminato dal virus potrebbero essere infette ed aumenta la consapevolezza dei potenziali rischi della comparsa di nuove malattie virali a causa di eventi “host shift”. Circa il 5% dei virus delle piante conosciuti sono trasmessi dal polline e sono fonti di futuri virus che potenzialmente possono fare il salto da un ospite all’atro. I risultati di questo studio evidenziano la necessità di una maggiore sorveglianza sui potenziali “host-jumping events” come parte integrante dei programmi di gestione degli insetti impollinatori».
Uno degli autori dello studio, Yan Ping Chen dell’ Agricultural research service department of agriculture del Dipartimento dell’agricoltura Usa, spiega ancora: «Sappiamo già che le api, Apis melllifera, possono trasmettere il Trsv quando si spostano da un fiore all’altro, probabilmente diffondono il virus da una pianta all’altra».
Con tassi così elevati di replica dell’Rna della popolazioni di virus, considerati “quasi specie”, i cloud di varianti geneticamente correlate sembrano lavorare insieme per far ammalare i loro ospiti. Queste fonti di diversità genetica, insieme alle grandi dimensioni delle popolazioni di api, facilitano ulteriormente l’adattamento del Rna dei virus a nuove condizioni selettive come quelle imposte dai nuovi ospiti. «Così, gli Rna dei virus sono una probabile fonte dell’ emergere e del riemergere delle malattie infettive», si legge nella ricerca.
Cocktail tossici virali sembrano avere un forte legame con il Colony Collapse Disorder (Ccd) delle api, una malattia misteriosa ha spazzato via interi alveari negli Usa e in Europa, segnalata per la prima volta nel 2006. Israel Acute Paralysis Virus (Iapv), Acute Bee Paralysis Virus (Abpv), Chronic Paralysis Virus (Cpv), Kashmir Bee Virus (Kbv), Deformed Wing Bee Virus (Dwv), Black Queen Cell Virus (BqcvV) e Sacbrood Virus (Sbv) sono le altre cause note di malattie virali nelle api.
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