Nome scientifico: Brassica oleracea L. var. botrytis L

Famiglia: Brassicaceae

Breve storia e note botaniche sulla pianta
Il Cavolfiore, pianta erbacea biennale, presenta una radice fittonante non molto profonda. Sul fusto eretto (lungo da 15 a 50 cm) sono inserite alcune decine di foglie costolute, di cui quelle più esterne sono più grandi, di colore verde più o meno intenso.
La parte edule viene chiamata dai vari studiosi corimbo, pomo, cespo, capolino, fiore, pane, palla, testa, infiorescenza, falsa infiorescenza, gemma apicale ipertrofizzata o sferoide compatto. Il corimbo è il risultato della ripetuta ramificazione della porzione terminale dell’asse principale della pianta. Il corimbo può assumere forme molto diverse. La superficie superiore convessa del corimbo è formata da un elevatissimo numero di meristemi apicali.
L’infiorescenza vera e propria è a racemo e proviene dall’allungamento dei peduncoli carnosi del corimbo. Tale peduncoli allungandosi si ramificano più volte. I fiori delle prime ramificazioni abortiscono e sono fertili solo quelli della ramificazione del quarto-ottavo ordine in poi. I fiori sono di colore giallo e tipici delle crucifere. La fecondazione eterogama è quella prevalente. I frutti sono silique, di forma e lunghezza diverse; possono contenere fino a oltre 25 semi, tondi, di diametro variabile da 1 a 2,5 mm., rossiccio-bruni o bluastri quasi lucenti.

cavolfiore
ORIGINE E DIFFUSIONE
Il Cavolfiore (Brassica oleracea L. conv. botrytis (L.) Alef. var. botrytis L.) è una tra le crucifere più coltivate in Italia, diffusa soprattutto nelle regioni centro-meridionali e precisamente in Campania, Marche, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia. La sua origine è piuttosto incerta. Il nome deriva dal latino “caulis” (fusto, cavolo) e “floris” (fiore). In Italia si affermò prima in Toscana, come testimoniano alcuni quadri Medicei dei primi del Settecento dove è ritratto un cavolfiore proveniente dalla zona di Arezzo che viene offerto in dono a Cosimo III. I Paesi in cui è maggiormente diffusa la sua coltivazione sono l’India, la Cina, la Francia, l’Italia e gli Stati Uniti.
Il cavolfiore viene utilizzato sia allo stato fresco che surgelato, disidratato e sottaceto.

ESIGENZE PEDOCLIMATICHE

Predilige le zone a clima fresco e umido. Il fattore climatico più importante è la temperatura, sia durante la fase di transizione da vegetativa a riproduttiva che prima e dopo di essa. Per le cultivar precoci la temperatura ottimale per la formazione dei corimbi è di circa 17°C. Con temperature superiori a 20°C il passaggio alla fase riproduttiva è ritardato e la qualità dei corimbi diviene scadente. Anche le basse temperature possono danneggiare la pianta in coincidenza dei vari stadi in cui si trova. Se la pianta ha formato 6-8 foglioline e viene sottoposta a temperatura bassa si possono avere piante senza infiorescenza. Il gelo provoca la lessatura dei grumi che formano la parte edule.
Richiede terreni di medio impasto e un elevato livello idrico dello strato interessato dalle radici. L’evapotraspirazione è elevata anche per la notevole superficie traspirante dell’apparato fogliare.
La coltivazione si effettua in diversi periodi dell’anno, a seconda della località e delle cultivar impiegate.

CULTIVAR
Le cultivar si distinguono in base alla necessità o meno di freddo per la formazione del corimbo. Ci sono infatti cultivar che non richiedono il freddo per la formazione della parte edule, ma questo è necessario però per formare l’infiorescenza vera e propria, mentre richiedono il freddo sia per la formazione della parte edule che per l’infiorescenza.
In commercio sono disponibili varietà ottenute da vecchie popolazioni locali, altre per libera impollinazione  e ibridi F1.

TEMPI DI SEMINA E TRAPIANTO
E’ considerata una coltura da rinnovo (intercalare) e può seguire il grano o gli ortaggi come la fava, il pisello, la carota e la patata. Può anche essere intercalato tra grano e pomodoro, utilizzando cultivar a ciclo breve.
E’ da evitare la monosuccessione, specie se non vengono eliminati i residui della vegetazione, in particolare se colpita da malattie. Anche se la semina diretta fornisce ottimi risultati, vengono utilizzate piantine allevate in vivaio in appositi contenitori, successivamente trapiantate (da luglio a tutto settembre). La vernalizzazione delle piantine (15-20 giorni a 2°C) sembra favorire la concentrazione del periodo di raccolta.
In funzione delle dimensioni delle piante si hanno diverse fittezze d’impianto. Le varietà tardive sono più grandi di quelle precoci, per cui le distanze d’impianto variano da 60 a 100 cm tra le file e 40-70 cm lungo le file, con una densità di piantine variabile dalle 15.000 alle 30.000 ad ettaro.

LAVORAZIONI
Non necessita di particolari lavorazioni, la sua rusticità le permette di crescere anche in mezzo ai prati, basta una lavorazione superficiale del terreno.

FERTILIZZAZIONE
Il Cavolfiore necessita di buona dotazione di sostanza organica, a titolo informativo possiamo dire che in media necessita di circa 130 unità di azoto per ha, 40 di fosforo e 140 di potassio.
Sono utili apporti di letame compostato, concimi organici pellettati, compost vegetale, polvere di roccia,  fosfato tenero. Come tutte le crucifere apprezzano la presenza di calcio, tale elemento lo si può apportare con farina di roccia calcarea o con litotamnio.
In agricoltura Biodinamica ottimo è l’uso del preparato 500.

CURE COLTURALI
La lotta alle malerbe si può effettuare nel primo periodo del ciclo con mezzi meccanici.
Necessita di una costante disponibilità di acqua; quindi, in colture estivo-autunnali, abbisogna di irrigazione.

CONSOCIAZIONI
E’ utile consociare il Cavolfiore con: Barbabietole, Fagioli, Fragole, Lattuga, Piselli, Pomodori, Porri, Spinaci, Ravanelli, sedano.
Non apprezza la consociazione con Aglio, Cipolle e Patate

AVVERSITA’
Tra i parassiti che colpiscono il Cavolfiore ricordiamo:
Crittogame:
-Alternariosi (Alternaria brassicae);
– Ernia delle crucifere (Plasmodiophora brassicae);
– Marciumi basali (Sclerotinia spp., Rhizoctonia solani, Phoma lingam);
– Micosferella del cavolo (Mycosphaerella brassicicola);
– Ruggine bianca (Albugo candiada);
– Peronospora (Peronospora brassicae, Peronospora parassitica);
Batteriosi:
– (Xanthomonas campestris, Erwinia carotovora);
Insetti:
– Afidi (Myzus persicae) (Brevicoryne brassicae);
– Nottue, Cavolaie (Mamestra brassicae, Mamestra oleracea, Pieris brassicae);
– Elateridi (Agriotes spp.);
– Altica (Phyllotreta spp.);
– Punteruoli (Baris spp., Ceuthorrhyncus spp.);
– Mosca del cavolo (Delia radicum).
Inoltre vengono segnalati danni da nematodi, chiocciole e roditori.
I cavolfiori possono subire alterazioni di natura diversa. Fra queste si ricorda la peluria, che consiste in un precoce passaggio dei meristemi apicali del corimbo in strutture fiorali. Esistono notevoli differenze tra le cultivar e viene attribuita a temperature elevate, accrescimento rapido, eccesso di azoto ed elevata umidità dell’aria. La “bottonatura” , che consiste in un prematuro passaggio dalla fase vegetativa a quella riproduttiva e influisce sull’accrescimento delle piante , che rimangono molto più piccole, compreso il corimbo, che non risulta commerciabile. Tale fenomeno è fortemente infulenzato dalle condizioni in cui viene allevata la pianta; in particolare ne favoriscono la comparsa il trapianto con piantine di grosse dimensioni, temperature basse ed ambiente umido o molto secco, cattive condizioni del terreno (compresa la salinità), scarsezza di azoto, presenza di un numero eccessivo di malerbe. La virescenza o frodescenza, cioè la comparsa di foglioline sulla superficie del corimbo, è dovuta al ritorno alla fase vegetativa mentre era in atto quella riproduttiva. E’ favorita dal verificarsi di temperature superiori a 15-18°C, anche se esiste una notevole variabilità tra le cultivar. Spesso si notano anche piante senza corimbo, i cosiddetti cavolfiori ciechi o atrofici. Tali piante possiedono foglie più spesse e più consistenti del solito, un po’ curve e qualche volta con la lamina che spesso è ridotta alla nervatura centrale.

PRODUZIONE E RACCOLTA
La raccolta è scalare va da ottobre a maggio.
I corimbi si raccolgono quando sono compatti e comunque prima che i singoli fioretti o cimette che compongono il corimbo inizino a discostarsi. Poiché la maturazione non avviene contemporaneamente, sono necessarie 3-6 raccolte. Le dimensioni e il peso dei corimbi variano notevolmente a seconda della cultivar: in alcune cultivar vecchie superano i 30 cm di diametro e i 3-5 kg di peso; in quelle normalmente impiegate oggi i corimbi defogliati non superano generalmente 1,5 kg. Dopo il taglio deve essere evitata l’esposizione ai raggi del sole per evitare la comparsa di colori indesiderati.
La produzione ad ettaro di corimbi defogliati dipende dalle dimensioni di questi ultimi e può variare da 100 a oltre 400 quintali
Il cavolfiore è un prodotto facilmente deperibile a causa della più o meno intensa attività respiratoria che provoca un rapido appassimento del prodotto.

USI ALIMENTARI E VALORI NUTRIZIONALI
Il cavolfiore è molto ricco in acqua (più del 90%) ma con un valore energetico non trascurabile
(25-30 calorie 100g di parte edule; 2% di proteine). Ha un buon contenuto in vitamina C, potassio, fosforo e calcio. Inoltre, contiene diversi composti solforati che producono il caratteristico odore durante la cottura e causano qualche difficoltà di digestione.
Per i suoi effetti di ricostruzione vitaminica, rimineralizzante, e soprattutto promotrice il movimento intestinale svolge azione preventiva di molti tumori (soprattutto intestinali), e costituendo massa diluente e tampone chimico, combatte le ulcere gastro duodenali. Per la netta azione osmotica delle foglie fresche, queste sono usate per disinfiammare le contusioni.

I più importanti composti minerali contenuti sono zolfo, calcio, fosforo, rame, iodio, selenio, magnesio. Tutti i cavoli (soprattutto se freschi) sono ricchi di vitamine, soprattutto vitamina B1, e vitamina C.

Quasi tutte le crucifere, (famiglia a cui appartiene anche il cavolo), hanno mostrato una straordinaria capacità di raccogliere, e fissare nei propri tessuti, i minerali contenuti nel suolo, spesso essenziali per l’alimentazione umana, ma anche metalli pesanti, che spesso sono tossici, quali cromo, piombo, arsenico, cadmio.
Per tale uso sono state usate coltivazioni di altre piante di tale famiglia su suoli inquinati da tali metalli, per depurarli; i metalli pesanti sono poi estratti e concentrati.
Coltivando piante di cavolo a scopo alimentare è bene assicurarsi che i suoli non siano inquinati da tali metalli.

CURIOSITA’
Quando vengono cotti, tutti i cavoli emanano un cattivo odore perché sono ricchi di composti di zolfo, che vengono liberati dalla cottura.
Tuttavia tutti i cavoli contengono anche sostanze nutrizionalmente molto utili, che sembra abbiano addirittura una funzione di prevenzione del cancro e che si disperdono con la cottura.

Per tale motivo, i ricercatori suggeriscono di cuocerli nella pentola a pressione, in modo da ridurre sia il tempo di cottura e la perdita di tali sostanze, sia la diffusione di cattivi odori.
E molto utile, nei casi in cui è possibile, usare i cavolfiori non cotti, dato che contengono in condizione non modificata sostanze utili (anche composti dello zolfo), e vitamine, infatti alcune vitamine (come la vitamina C), si degradano con la cottura.

Con la scoperta dell’America iniziò l’epoca dei viaggi navali su lunghe distanze, tale fatto pose una drammatica questione: come contrastare lo scorbuto. Con la navigazione costiera, la assenza da terra ricorreva solo per pochi giorni, ed il cibo fresco durava abbastanza bene per tale periodo, non si erano mai verificati casi di malattia particolari.

Invece navigando per lunghi periodi senza toccare terra, e senza cibi freschi, si mostrarono subito, nei marinai, gravissimi problemi di tipo organico, nervoso, gastrico, rivelatesi poi come “carenza di vitamina C”, (le scorte di vitamina dell’organismo, se non ri-alimentate si esauriscono piuttosto rapidamente). Si notò che tali sintomi, che portavano alla morte certa, erano scongiurati se nella dieta erano presenti agrumi, ma soprattutto cavoli, (reperibili con facilità anche nei paesi nordici).
Ben presto tutte le navi oceaniche ebbero a bordo una grossa scorta di cavoli freschi, che permetteva, grazie a quella verdura fresca, ricca di vitamina C (la vitamina C si degrada con la cottura), di poter fare viaggi di molte settimane senza toccare terra. Nella soste a terra, in qualsiasi posto del mondo, erano poi ricercati i cavoli, (o piante analoghe della stessa famiglia), o agrumi, secondo la latitudine) per ricostruire le scorte. Grazie ai cavoli ed agli agrumi la colonizzazione giunse rapidamente in ogni angolo del mondo.
Sempre grazie alle scorte di cavoli divennero possibili nel 1700 e 1800 le campagne di pesca di mesi in mare aperto delle navi baleniere, che in poche decine di anni provocarono lo sterminio di cetacei e di foche raggiungendo tutti i distretti degli oceani del pianeta.

BIODINAMICA
Indispensabile utilizzare il preparato 500 associandolo ad un sovescio misto, data l’avidità di calcio è utile utilizzare pure il preparato 505 che coniene appunto Calcio e zolfo.
Irrorazioni fogliari con il corno silice 501 contribuiscono a stimolare le difese della pianta scongiurando malattie.
USO DEL CALENDARIO BIODINAMICO
Le semine si fanno in semenzaio da maggio a luglio e si trapianta dopo circa 40 giorni a distanza di 50- 60 cm.
Nel calendario biodinamico,  nel quale sono specificati i giorni ARIA, ACQUA , LUCE e TERRA ossia quando ha maggior effetto quel tipo di lavorazione poichè viene favorita la parte di pianta che  interessa nella specifica coltura. Così i giorni acqua favoriscono la parte foglia della pianta , i giorni terra le radici, i giorni aria/luce i fiori ed i giorni luce i frutti.
In base a queste indicazioni i cavolfiori prediligono le semine nei giorni aria ( organo fiori).

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