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BIOPENSIERI GENNAIO 2021: LA DIFFERENZA TRA BIOLOGICO E BIODINAMICO

Una domanda che si sente spesso è  questa: che differenza c’è tra agricoltura biologica ed agricoltura biodinamica? Premesso che ad una domanda del genere è impossibile rispondere sommariamente in  quattro parole, ma occorre fare un  breve presupposto storico  seguito da uno scientifico e spirituale nonché artistico, eccovi la mia personale riflessione, frutto di 30 anni di pratica sia di agricoltura biologica che biodinamica.  

Innanzitutto è d’obbligo una precisazione storica: temporalmente la prima delle due  a nascere è stata l’agricoltura biodinamica  nel  giugno 1924 con un Corso tenuto a Koberwitz da R. Steiner, mentre l’agricoltura biologica o organica nasce successivamente nel 1932 in Inghilterra  con la Soil Association, attraverso gli studi di Albert Howard che aveva fatto in India sui metodi di compostaggio usati dagli agricoltori locali.  

Va tenuto anche presente che già nel 1888 nascevano in Germania i primi negozi  di prodotti “naturali”, le reformhaus,  ovvero non trattati con agenti chimici, allora non esistevano ancora questi due termini,  ma  molti  consumatori di allora  avevano già notato che la frutta e verdura trattata con concimi  minerali e veleni non avevano più il “gusto di una volta”, e di questi negozi ad inizio ‘900, prima della Grande Guerra, ne esistevano già oltre un migliaio solo tra Germania ed Austria!

Entrambe le due agricolture biologica e biodinamica non usano e  proibiscono l’uso dei  prodotti chimici di sintesi, i veleni,  i pesticidi, i diserbanti, conservanti chimici e coloranti artificiali ed altri additivi, gli OGM  ed ogni pratica  che vada a distruggere od inficiare la vita del suolo e delle piante, inoltre le aziende hanno l’obbligo di rotazioni culturali, ovvero per esempio non si possono seminare per più di 2 anni consecutivi gli stessi cereali sullo stesso appezzamento, ma il terzo anno va seminata una coltura diversa, si chiama rotazione, quasi sempre con leguminose, che arricchisca di humus il terreno. 

Avvelenare piante, terreni ed animali per farli crescere velocemente, come fa l’agricoltura chimica, che con un termine inesatto viene chiamata “convenzionale” (avvelenare non è per nulla una convenzione ma un vero e proprio terricidio, pianticidio ed animalicidio oltre che omicidio) non è per nulla un saggio e morale atto di rispetto per la vita e la qualità del cibo e chi se ne nutre diventa complice pilatesco di questo fatto! E’ immorale  ed insano sia per chi produce alimenti avvelenati sia per chi li compra e li consuma: il cibo avvelenato avvelena anche noi e riduce le nostre difese immunitarie, cosa ad oggi molto visibile… Basta ricordare che ogni essere umano oggi assorbe dagli 8 ai 14 kg di veleni all’anno col cibo che mangia e questi veleni col tempo, di generazioni, hanno sicuramente un forte influsso negativo sulla nostra salute, sulle difese immunitarie ed anche sulla nostra capacità riproduttiva, senza dimenticare che questi veleni vanno in circolo col nostro sangue ed arrivano in ogni cellula del nostro corpo.   

Dal punto di vista legislativo l’agricoltura biologica e biodinamica sono entrambe riconosciute insieme oggi dal Regolamento Europeo 834/2007  sull’agricoltura biologica che include anche l’agricoltura biodinamica e che elenca i prodotti che si possono utilizzare per la produzione e per la trasformazione.

Il Corso di Koberwitz del 1924  (allora Austria, oggi Polonia) che diede il via all’agricoltura biodinamica fu richiesto da molti agricoltori  preoccupati che avevano osservato che con l’uso dei concimi chimici (iniziati da J. Liebig dopo il 1840) e dei primi veleni in agricoltura, i terreni si acidificassero, nascevano  nuove e devastanti  malattie nelle piante e negli animali di allevamento, cosa che prima praticamente non esisteva, le sementi non avevano più la forza  riproduttiva di un tempo ed i loro prodotti non avevano più un buon gusto (con l’uso dei nitrati) e soprattutto non si conservavano bene. 

L’agricoltura biodinamica si basa sul fatto che la pianta, il vegetale (annuale o albero che sia), come in misura minore anche l’animale, è un essere vivente che è teso tra due processi o forze: una tensione terrestre o per meglio dire tellurica che si esprime nel calcare, che riguardasoprattutto l’apparato radicale ed una tensione cosmica o solare che riguarda invece tutta la pianta che esce alla luce del Sole e che si esprime con la silice, che si emancipa dal suolo con foglie, fiori e frutti e da un sano equilibrio di queste due forze che si esprime nell’argilla, si regola e si “educa” un sano ed armonico sviluppo della pianta. 

Questo sistema si basa sul fatto che se la pianta è sana non solo non si ammala, ma cresce in maniera armonica e fruttifica bene. Nell’agricoltura biodinamica oltre all’uso del Calendario delle Semine, che guida l’agricoltore attraverso  i ritmi legati ai quattro elementi che si esprimono nei quattro  processi che riguardano le radici (terra), le foglie (acqua), i fiori (aria) ed i frutti (fuoco) basandosi sul movimento annuale della Luna e dei pianeti del  sistema solare nell’arco zodiacale, si usano anche quelli che vengono chiamati “preparati biodinamici”, prodotti nuovi ed ideati da R. Steiner  che attivano, amplificano  ed accompagnano i processi radicali e di crescita fino alla maturazione dei frutti. Oltre  a ciò si possono usare tisane, macerati, rame e zolfo in quantità più limitate che nel biologico ed i dissuasori biodinamici che allontanano gli animali, gli insetti ed i funghi dannosi. Uno dei preparati più potenti e geniali che abbia ideato R. Steiner e che purtroppo usano poco gli stessi biodinamici è il cornosilice o 501: ovvero un preparato che aiuta la pianta ad assimilare la luce. Nello stesso Corso R. Steiner disse che la pianta è “luce condensata”, ovvero che la pianta è costituita essenzialmente di elementi che “catturano” con la sintesi clorofilliana dalla luce nell’aria, ed infatti studi recenti hanno confermato che dal 92 al 98% del peso secco della pianta è costituito da carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e zolfo che la pianta assorbe e metabolizza dall’aria. Mentre il cornoletame o 500 favorisce una forte e strutturata radicazione, il compost biodinamico con l’uso dei preparati da cumulo (achillea 502, camomilla 503, ortica 504, quercia 505, tarassaco 506 e valeriana 507)  prepara il talamo nuziale, l’humus dove il cielo (foglie, fiore e frutto) e la terra (radici) si sposano.

L’agricoltura biologica si basa sul fatto comune all’agricoltura biodinamica che se il suolo è sano, la pianta cresce bene, ma non ritiene importanti per esempio i ritmi lunari ed il calendario delle semine, usa il letame (che dovrebbe essere maturo e mai fresco) ma anche il concime pellettato che è una vera fonte di malattie per il terreno e la pianta ed usa per la difesa macerati, tisane e decotti, prodotti a base di piante, che aiutano la crescita o sono repellenti per insetti e funghi oltre al menzionato uso limitato di rame e zolfo.

Una cosa importante  da considerare è che l’agricoltura biologica non considera per nulla l’inquinamento elettromagnetico, che è oggi mille volte più grave dell’inquinamento del terreno, che solo l’agricoltura biodinamica contrasta con l’uso del cornosilice e di altri preparati e non considera per nulla l’inquinamento radioattivo, oggi diffusissimo e non rivelato e rilevato, che solo il cornoletame ed il fladen sanno affrontare con successo.  

La differenza tra i due metodi sta nel fatto che l’agricoltura biodinamica è un metodo di agricoltura coevolutivo dove minerale, vegetale, animale ed umano sono sempre interconnessi ed interagenti (vedi l’allestimento dei preparati biodinamici)  e soprattutto oggi vi è una  assoluta carenza di luce (la base costitutiva della pianta come detto prima) che va sostenuta ed amplificata con l’uso dei preparati biodinamici che l’agricoltura biologica non considera ed alla quale non dà soluzioni appropriate.  

Si può tranquillamente dire che l’agricoltura biodinamica è un olistico ed armonico  processo scientifico spirituale guidata da un agricoltore  cosciente e consapevole di agire in un mondo fisico – spirituale che  proprio per questo deve diventare un vero artista nel saper cogliere le esigenze della coltura e del terreno usando sapientemente i preparati biodinamici che danno risposta ad ogni domanda ed esigenza, mentre l’agricoltura biologica è un’agricoltura che definisco “romantica”, nel senso che vorrebbe che “tutto tornasse come prima”, ma così non sarà mai più,  e che proprio per questo non ha tutte le risposte delle quali abbisogna oggi l’agricoltura e per sopperire a queste limitatezze oggi sono consentiti sempre più prodotti nell’agricoltura biologica  che “stridono” fortemente con i suoi stessi fondamenti e che si avvicinano molto ai prodotti dell’agricoltura chimica.

Io dico sempre che l’agricoltura biodinamica è la naturale evoluzione e maturazione o completamento dell’agricoltura biologica. Il problema è che oggi molti agricoltori e molte persone quando si parla di “spirituale” hanno quasi un senso di paura, di repulsione e di ostilità, come se desse loro  fastidio, invece sulla terra non vi è nessun essere vivente senza spirito,  ma la spiritualità che si intende con l’agricoltura biodinamica ha  ben poco a che  fare con la “astratta” spiritualità che oggi ci danno per esempio le religioni, perché lo spirito semplicemente ci viene donato a noi ed a tutti gli esseri viventi, comprese le piante, dalla stessa luce del Sole che ogni giorno ci illumina  e ci riscalda.

Quindi l’agricoltura biodinamica è un vero e proprio processo ritmico amorevole ed armonico di coevoluzione artistica fisico – spirituale che viene guidata e governata dall’agricoltore e che porta luce e calore in colui che se ne ciba, ovvero sia la Terra stessa che l’essere umano, le piante  e gli animali: “ama se vuoi essere amato” potrebbe essere il motto biodinamico! 

Ivo Bertaina

20 DICEMBRE 2020

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